Litorale di ponente: rifiuti, muretti a secco crollati e spiaggia inesistente
Zona nel più assoluto abbandono e degrado
venerdì 10 aprile 2015
8.08
Una stradina, qualche metro con una piccola pendenza verso il basso, poi una curva ed ecco un panorama da mozzare il fiato: Molfetta, in tutta la sua estensione. Il mare tra il vecchio e il nuovo porto, il vecchio "tiro a segno" dove si esercitavano i soldati nella seconda guerra mondiale, il Duomo maestoso, il campanile della chiesa di San Pietro. E poi ancora case, strade che quasi si sentono i rumori, le voci, la vita. E la facciata della Cattedrale, un altro campanile, forse della più recente chiesa di San Giuseppe.
Ai piedi cala San Giacomo. Di fatto la Storia, quella, sì, con la esse maiuscola. Il primo porto, quello dove arrivarono pellegrini e crociati. Oggi, complice anche le forti mareggiate di questi giorni, praticamente inesistente, accozzaglia di ciottoli tra cui prevalentemente bottiglie di birra. Il resto, lo lasciamo all'immaginazione. Lì, nel progetto dell'Amministrazione Natalicchio dall'estate 2014 avrebbe dovuto esserci la dog beach di cui resta solo una staccionata di legno, distrutta in alcuni punti ed erba alta abbastanza da non riuscire a vedere quali "sorprese" possano essere nascoste.
Andiamo oltre, oltre anche le tante villette private lasciate al loro destino. In fondo ognuno fa ciò che vuole della propria proprietà. E andare oltre, probabilmente non conviene. Forse perché è più facile tenere gli occhi chiusi, fare finta di niente, fare finta di non sapere. Non sapere che quella zona lì, quella a ridosso della Torre Calderina è un'oasi protetta. Ma protetta da chi? Protetta da cosa? Di certo non dall'inciviltà di chi getta mobili interi, porte, materassi, brandine. Ai lati della strada, a un certo punto, anche una sostanza bianca, molto simile alla schiuma da barba ma che schiuma da barba di sicuro non è. E poi ancora muretti a secco distrutti, che hanno ceduto in molte parti e la spiaggia anche qui, praticamente non c'è più.
"Non c'è più" sarà la frase che diremo se quanto prima non prendiamo tutti a difendere questo angolo di città.
Ai piedi cala San Giacomo. Di fatto la Storia, quella, sì, con la esse maiuscola. Il primo porto, quello dove arrivarono pellegrini e crociati. Oggi, complice anche le forti mareggiate di questi giorni, praticamente inesistente, accozzaglia di ciottoli tra cui prevalentemente bottiglie di birra. Il resto, lo lasciamo all'immaginazione. Lì, nel progetto dell'Amministrazione Natalicchio dall'estate 2014 avrebbe dovuto esserci la dog beach di cui resta solo una staccionata di legno, distrutta in alcuni punti ed erba alta abbastanza da non riuscire a vedere quali "sorprese" possano essere nascoste.
Andiamo oltre, oltre anche le tante villette private lasciate al loro destino. In fondo ognuno fa ciò che vuole della propria proprietà. E andare oltre, probabilmente non conviene. Forse perché è più facile tenere gli occhi chiusi, fare finta di niente, fare finta di non sapere. Non sapere che quella zona lì, quella a ridosso della Torre Calderina è un'oasi protetta. Ma protetta da chi? Protetta da cosa? Di certo non dall'inciviltà di chi getta mobili interi, porte, materassi, brandine. Ai lati della strada, a un certo punto, anche una sostanza bianca, molto simile alla schiuma da barba ma che schiuma da barba di sicuro non è. E poi ancora muretti a secco distrutti, che hanno ceduto in molte parti e la spiaggia anche qui, praticamente non c'è più.
"Non c'è più" sarà la frase che diremo se quanto prima non prendiamo tutti a difendere questo angolo di città.