Lisa Angelillo in Storia di una famiglia perbene 2: «Nella mia terra un progetto di altissima qualità»
Il suo racconto nella duplice veste di attrice e acting coach/dialect coach per la fiction che va in onda su Canale 5
martedì 15 ottobre 2024
11.28
Sono andati in onda lo scorso venerdì, 11 ottobre, i primi episodi di "Storia di una famiglia perbene 2", la serie televisiva girata in Puglia, tra Molfetta, Giovinazzo e Bari, prodotta da Apulia Film Commission, 11 marzo e RTI. Il seguito è atteso venerdì 18 ottobre, sempre su Canale 5, in prima serata.
Dopo aver intervistato il regista Stefano Reali prima dell'esordio, abbiamo rivolto qualche domanda a Lisa Angelillo, attrice pugliese che si è formata nella musica e nel teatro per poi trasferirsi a Roma, dove ha lavorato con Gigi Proietti, Gino Landi, Riccardo Milani, Nicola Piovani e tanti altri.
Lisa Angelillo nella fiction ricopre la duplice veste di attrice, acting coach (ha formato i ragazzi del cast per quanto riguarda la recitazione) e dialect coach (ha curato, per gli attori non pugliesi, la preparazione per il dialetto locale).
«È stato fantastico lavorare nella mia terra d'origine in un progetto di altissima qualità, con attori di primo piano, avendo anche un ruolo cardine nella buona riuscita del prodotto seriale – racconta – è stato davvero un dono poter partecipare così attivamente alla fiction. Lavorare accanto ad attori come Giuseppe Zeno, che si è tanto impegnato per essere credibile con la sua cadenza pugliese, e avere cura appunto della buona riuscita di attori del calibro di Simona Cavallari, è stato davvero un gesto di estrema fiducia da parte di Stefano Reali, regista della serie, e da parte della 11 Marzo Film».
La doppia esperienza coach/attrice è stata molto impegnativa per Angelillo: l'ha portata a stare sul set dalle 10 alle 12 ore al giorno tutti i giorni per 4 mesi circa per la seconda stagione e per 6 mesi per la prima stagione.
«Il personaggio che interpreto in "Storia di una famiglia per bene" era, nella prima serie, semplicemente la mamma della bambina antagonista, ovvero la mamma della bambina cattiva che si contrapponeva a Maria De Santis. Durante "Storia di una famiglia perbene 1" proposi a Stefano Reali e agli sceneggiatori di "upgradare" questo personaggio e di farlo diventare anche l'avvocato dei contrabbandieri».
In questo modo, questa semplice mamma snob e aristocratica, già antipatica di suo, sarebbe diventata anche un personaggio contraddittorio: mentre rifiutava la presenza di Maria nella stessa scuola di sua figlia, difendeva i contrabbandieri in tribunale.
«Devo dire che quest'idea fu accettata subito da Stefano Reali, che la propose poi agli sceneggiatori – continua - nella prima serie vediamo quindi questo avvocato, Laura Casabui, semplicemente fare una telefonata a Nicola Straziota per dirgli della morte di Vincenzo De Santis. Ora questo diabolico avvocato è molto più presente, lo vedremo nella seconda e nella terza puntata fiancheggiare Angelica Straziota, moglie del boss latitante. Ci riserverà una buona dose di vera cattiveria».
Se il lavoro di squadra è importantissimo in qualsiasi settore, sicuramente nel cinema è un valore aggiunto.
«La capacità di lavorare in team rende qualsiasi progetto un'idea vincente. Devo dire che in questa serie di lavoro a quattro mani ce n'è stato tantissimo. Tutti i reparti hanno veramente collaborato tra loro, guidati da un instancabile e irrefrenabile Stefano Reali che, con la sua passione, ha creato un clima in cui tutti remavamo verso la stessa meta. Il lavoro di squadra anche da parte della produzione (e qui onore al merito di Luca Palmenteri e Antonio Alessi) ha ripagato tutti quanti noi del lavoro fatto, sia dal punto di vista professionale che umano».
Sebbene ci siano protagonisti più importanti, la trama di "Storia di una famiglia perbene 2" è davvero la protagonista indiscussa di questa fiction.
«Con me porterò sicuramente il lavoro fatto con i ragazzi, con Silvia Rossi e Andrea Arru della prima stagione e con questi meravigliosi nuovi cinque ragazzi della seconda: Walter Anemolo, Giuliano Soprano, Giovanni Menga, Roberto Zazzi e Matilde Sofia Fazio. Lavorare con i giovani è una cosa che faccio da tantissimo tempo e che amo profondamente, anzi proprio a Molfetta collaboro con l'Accademia Ribalte-Arte in Scena di Luisa Moscato. Formare i giovani alle prime armi è importantissimo, perché a quell'età sono come delle spugne. I maestri che incontrano proprio nel momento della prima formazione devono essere altamente professionali e capaci di trasferire loro non solo il sapere tecnico, ma anche, e soprattutto, l'empatia necessaria che serve a fare questo lavoro».
Dopo aver intervistato il regista Stefano Reali prima dell'esordio, abbiamo rivolto qualche domanda a Lisa Angelillo, attrice pugliese che si è formata nella musica e nel teatro per poi trasferirsi a Roma, dove ha lavorato con Gigi Proietti, Gino Landi, Riccardo Milani, Nicola Piovani e tanti altri.
Lisa Angelillo nella fiction ricopre la duplice veste di attrice, acting coach (ha formato i ragazzi del cast per quanto riguarda la recitazione) e dialect coach (ha curato, per gli attori non pugliesi, la preparazione per il dialetto locale).
«È stato fantastico lavorare nella mia terra d'origine in un progetto di altissima qualità, con attori di primo piano, avendo anche un ruolo cardine nella buona riuscita del prodotto seriale – racconta – è stato davvero un dono poter partecipare così attivamente alla fiction. Lavorare accanto ad attori come Giuseppe Zeno, che si è tanto impegnato per essere credibile con la sua cadenza pugliese, e avere cura appunto della buona riuscita di attori del calibro di Simona Cavallari, è stato davvero un gesto di estrema fiducia da parte di Stefano Reali, regista della serie, e da parte della 11 Marzo Film».
La doppia esperienza coach/attrice è stata molto impegnativa per Angelillo: l'ha portata a stare sul set dalle 10 alle 12 ore al giorno tutti i giorni per 4 mesi circa per la seconda stagione e per 6 mesi per la prima stagione.
«Il personaggio che interpreto in "Storia di una famiglia per bene" era, nella prima serie, semplicemente la mamma della bambina antagonista, ovvero la mamma della bambina cattiva che si contrapponeva a Maria De Santis. Durante "Storia di una famiglia perbene 1" proposi a Stefano Reali e agli sceneggiatori di "upgradare" questo personaggio e di farlo diventare anche l'avvocato dei contrabbandieri».
In questo modo, questa semplice mamma snob e aristocratica, già antipatica di suo, sarebbe diventata anche un personaggio contraddittorio: mentre rifiutava la presenza di Maria nella stessa scuola di sua figlia, difendeva i contrabbandieri in tribunale.
«Devo dire che quest'idea fu accettata subito da Stefano Reali, che la propose poi agli sceneggiatori – continua - nella prima serie vediamo quindi questo avvocato, Laura Casabui, semplicemente fare una telefonata a Nicola Straziota per dirgli della morte di Vincenzo De Santis. Ora questo diabolico avvocato è molto più presente, lo vedremo nella seconda e nella terza puntata fiancheggiare Angelica Straziota, moglie del boss latitante. Ci riserverà una buona dose di vera cattiveria».
Se il lavoro di squadra è importantissimo in qualsiasi settore, sicuramente nel cinema è un valore aggiunto.
«La capacità di lavorare in team rende qualsiasi progetto un'idea vincente. Devo dire che in questa serie di lavoro a quattro mani ce n'è stato tantissimo. Tutti i reparti hanno veramente collaborato tra loro, guidati da un instancabile e irrefrenabile Stefano Reali che, con la sua passione, ha creato un clima in cui tutti remavamo verso la stessa meta. Il lavoro di squadra anche da parte della produzione (e qui onore al merito di Luca Palmenteri e Antonio Alessi) ha ripagato tutti quanti noi del lavoro fatto, sia dal punto di vista professionale che umano».
Sebbene ci siano protagonisti più importanti, la trama di "Storia di una famiglia perbene 2" è davvero la protagonista indiscussa di questa fiction.
«Con me porterò sicuramente il lavoro fatto con i ragazzi, con Silvia Rossi e Andrea Arru della prima stagione e con questi meravigliosi nuovi cinque ragazzi della seconda: Walter Anemolo, Giuliano Soprano, Giovanni Menga, Roberto Zazzi e Matilde Sofia Fazio. Lavorare con i giovani è una cosa che faccio da tantissimo tempo e che amo profondamente, anzi proprio a Molfetta collaboro con l'Accademia Ribalte-Arte in Scena di Luisa Moscato. Formare i giovani alle prime armi è importantissimo, perché a quell'età sono come delle spugne. I maestri che incontrano proprio nel momento della prima formazione devono essere altamente professionali e capaci di trasferire loro non solo il sapere tecnico, ma anche, e soprattutto, l'empatia necessaria che serve a fare questo lavoro».