Liberate a Bisceglie le tartarughe curate a Molfetta
Per Salvemini: «Ogni liberazione è un evento unico e irripetibile»
lunedì 27 ottobre 2014
7.38
Mia, Lady Moon e Bimba, ecco le tre tartarughe liberate a Bisceglie dopo essere state in cura presso il Centro di recupero tartarughe marine di Molfetta.
Non è un caso la scelta di farle ritornare nel loro habitat a Bisceglie. Infatti, due di loro sono finite nelle reti di pescatori biscegliesi che prontamente hanno chiamato il Centro di recupero per le cure del caso. Diversa è la storia della terza tartaruga che ha avuto un destino più crudele in quanto al momento del ritrovamento a Torre a Mare aveva ingerito due ami da palangaro ed ha subìto un intervento di asportazione presso la clinica veterinaria dell'Università di Bari.
La temperatura non proprio mite, non ha impedito che la liberazione delle tartarughe diventasse una grande festa alla presenza della Capitaneria di porto di Bisceglie, del Corpo forestale dello Stato, del Circolo Vela di Bisceglie, dei responsabili del gruppo Migro, del manager del parco divertimenti Miragica, Francesco Soressi, accompagnato dalla mascotte, Samy, e dal Mago Heldin che ha intrattenuto i bimbi presenti.
«Ogni liberazione è un evento unico e irripetibile- ci ha detto il responsabile del Centro, Pasquale Salvemini- in dieci anni di attività del centro abbiamo curato e liberato oltre 500 tartarughe, ma ogni volta che rimettiamo in libertà una testuggine è un momento di profondo orgoglio per il lavoro che abbiamo fatto, che stiamo facendo e che faremo. In quanto in questi 10 anni siamo riusciti a sensibilizzare i pescatori a non rimettere in mare le tartarughe quando rimangono impigliate nelle loro reti, perché curate a dovere possono ritornare a nuotare nel loro habitat».
In questi anni di attività Pasquale Salvemini ha collaborato anche con il corpo forestale dello Stato, è Giuliano Palomba, commissario capo, a precisare che «ogni qualvolta si parla di tutela degli animali, dell'ambiente in generale, dei prodotti agro alimentari è presente il Corpo forestale dello Stato, non soltanto nella fase repressiva, ma anche di salvaguardia come nel caso di oggi».
Il Centro recupero tartarughe collabora anche al progetto NetCet. un programma internazionale per la salvaguardia dei cetacei e delle tartarughe marine, che vede la partecipazione di tutti i paesi balcanici e dell'Italia.
Non è un caso la scelta di farle ritornare nel loro habitat a Bisceglie. Infatti, due di loro sono finite nelle reti di pescatori biscegliesi che prontamente hanno chiamato il Centro di recupero per le cure del caso. Diversa è la storia della terza tartaruga che ha avuto un destino più crudele in quanto al momento del ritrovamento a Torre a Mare aveva ingerito due ami da palangaro ed ha subìto un intervento di asportazione presso la clinica veterinaria dell'Università di Bari.
La temperatura non proprio mite, non ha impedito che la liberazione delle tartarughe diventasse una grande festa alla presenza della Capitaneria di porto di Bisceglie, del Corpo forestale dello Stato, del Circolo Vela di Bisceglie, dei responsabili del gruppo Migro, del manager del parco divertimenti Miragica, Francesco Soressi, accompagnato dalla mascotte, Samy, e dal Mago Heldin che ha intrattenuto i bimbi presenti.
«Ogni liberazione è un evento unico e irripetibile- ci ha detto il responsabile del Centro, Pasquale Salvemini- in dieci anni di attività del centro abbiamo curato e liberato oltre 500 tartarughe, ma ogni volta che rimettiamo in libertà una testuggine è un momento di profondo orgoglio per il lavoro che abbiamo fatto, che stiamo facendo e che faremo. In quanto in questi 10 anni siamo riusciti a sensibilizzare i pescatori a non rimettere in mare le tartarughe quando rimangono impigliate nelle loro reti, perché curate a dovere possono ritornare a nuotare nel loro habitat».
In questi anni di attività Pasquale Salvemini ha collaborato anche con il corpo forestale dello Stato, è Giuliano Palomba, commissario capo, a precisare che «ogni qualvolta si parla di tutela degli animali, dell'ambiente in generale, dei prodotti agro alimentari è presente il Corpo forestale dello Stato, non soltanto nella fase repressiva, ma anche di salvaguardia come nel caso di oggi».
Il Centro recupero tartarughe collabora anche al progetto NetCet. un programma internazionale per la salvaguardia dei cetacei e delle tartarughe marine, che vede la partecipazione di tutti i paesi balcanici e dell'Italia.