Lesioni volontarie all'attrice Isabella Ragno, condannata 20enne di Molfetta
L'aggressione avvenuta nell'inverno 2016 in una villetta della città
venerdì 7 giugno 2019
19.23
Con sentenza del 31 maggio scorso, una giovane di Molfetta poco più che ventenne è stata condannata dal Giudice di Pace di Trani per aver provocato lesioni volontarie all'attrice molfettese Isabella Ragno.
I fatti risalgono al novembre 2016, quando la Ragno, all'01.00 circa, aveva raggiunto il gruppetto di giovani, che stazionavano nella villetta antistante la scuola elementare Rosaria Scardigno, chiedendo loro di fare silenzio onde consentire il riposo notturno. La richiesta ha costituito l'input per l'aggressione, sfociata con ematomi e contusioni multiple ai danni della Ragno, tratta in salvo da due passanti che ne avevano udito le urla di aiuto.
Intervenuti sul posto i Carabinieri della locale Compagnia e trasportata all'ospedale monsignor Antonio Bello di Molfetta nel corso della stessa notte, le furono diagnosticate lesioni plurime con una prognosi di 12 giorni.
La vittima ha così chiosato il triste evento: «Di quella notte ricordo tutto, mentre venivo presa a botte... mi sentivo un pupazzo e mi chiedevo se stesse davvero succedendo a me. È passato un po' di tempo, provi a dimenticare ma non te lo scordi più. Quella della violenza giovanile è una piaga che può essere sconfitta solo se si comprende da dove arrivi quella rabbia, se si interviene sul delirio di onnipotenza che hanno oggi alcuni ragazzi, spesso anche minorenni, e ci si adoperi affinché si sviluppi il senso di rispetto dell'essere umano».
Anche l'assessore alle Politiche Giovanili, Angela Panunzio, ha commentato l'episodio: «Si tratta di un fatto gravissimo di aggressione e di violenza per fortuna sfociato in giustizia. Ciò non toglie che bisogna agire sulle cause e sugli attori con un efficace intervento educativo alla non violenza e al rispetto altrui».
L'avvocato Annalisa Nanna del foro di Bari, costituitasi parte civile in giudizio per conto della Ragno: «La violenza giovanile è oramai sessualmente trasversale e l'aggressività, al di là dell'episodio, non è più una prerogativa esclusivamente maschile. Laddove non riescono ad intervenire le famiglie, è assolutamente necessario che lo facciano le scuole e le istituzioni tutte, con una collaborazione sinergica che punti allo sradicamento dei fenomeni di emulazione di massa ed al rispetto delle regole del vivere civile relegate a mero optional».
I fatti risalgono al novembre 2016, quando la Ragno, all'01.00 circa, aveva raggiunto il gruppetto di giovani, che stazionavano nella villetta antistante la scuola elementare Rosaria Scardigno, chiedendo loro di fare silenzio onde consentire il riposo notturno. La richiesta ha costituito l'input per l'aggressione, sfociata con ematomi e contusioni multiple ai danni della Ragno, tratta in salvo da due passanti che ne avevano udito le urla di aiuto.
Intervenuti sul posto i Carabinieri della locale Compagnia e trasportata all'ospedale monsignor Antonio Bello di Molfetta nel corso della stessa notte, le furono diagnosticate lesioni plurime con una prognosi di 12 giorni.
La vittima ha così chiosato il triste evento: «Di quella notte ricordo tutto, mentre venivo presa a botte... mi sentivo un pupazzo e mi chiedevo se stesse davvero succedendo a me. È passato un po' di tempo, provi a dimenticare ma non te lo scordi più. Quella della violenza giovanile è una piaga che può essere sconfitta solo se si comprende da dove arrivi quella rabbia, se si interviene sul delirio di onnipotenza che hanno oggi alcuni ragazzi, spesso anche minorenni, e ci si adoperi affinché si sviluppi il senso di rispetto dell'essere umano».
Anche l'assessore alle Politiche Giovanili, Angela Panunzio, ha commentato l'episodio: «Si tratta di un fatto gravissimo di aggressione e di violenza per fortuna sfociato in giustizia. Ciò non toglie che bisogna agire sulle cause e sugli attori con un efficace intervento educativo alla non violenza e al rispetto altrui».
L'avvocato Annalisa Nanna del foro di Bari, costituitasi parte civile in giudizio per conto della Ragno: «La violenza giovanile è oramai sessualmente trasversale e l'aggressività, al di là dell'episodio, non è più una prerogativa esclusivamente maschile. Laddove non riescono ad intervenire le famiglie, è assolutamente necessario che lo facciano le scuole e le istituzioni tutte, con una collaborazione sinergica che punti allo sradicamento dei fenomeni di emulazione di massa ed al rispetto delle regole del vivere civile relegate a mero optional».