Legambiente: serve una visione organica dell’area portuale di Molfetta
La denuncia: finora, progetti-spot e interventi scollegati tra loro
martedì 26 agosto 2014
9.14
«A dirla tutta, non ha granché senso coinvolgere i cittadini per progetti marginali mentre si rinuncia al coinvolgimento quando si tratta di definire scelte importanti e strategiche». Legambiente alza la voce e chiede, con una lunga nota, che si passi a considerare in modo organico tutti i progetti che riguardano l'area portuale.
«Finora – dice - progetti-spot e interventi scollegati tra loro».
E allora. «Se Legambiente sostiene da anni che è indispensabile una visione d'insieme di tutto il fronte mare, concetto talmente banale che sembra incredibile doverlo riaffermare, e che l'importanza storia e paesaggistica dell'area pretende un concorso internazionale, l'area portuale di Molfetta continua invece a essere oggetto di azioni e interventi progettuali la cui coerenza non sembra interessare a nessuno.
Nelle settimane scorse, due opere pubbliche: il Porto Vecchio e la Banchina San Domenico. Per entrambe, è stata avviata la fase di progettazione dei progetti esecutivi; in entrambi i casi, si tratta di progetti che toccheranno beni culturali di primo rilievo e luoghi-simbolo della città. In particolare, per la Banchina San Domenico, si tratterà di riqualificare un'area pedonale dopo aver acquisito tempo fa, a titolo di proposta volontaria, un progetto definitivo; da ultimo – ed è la novità più recente – è stata affidata la successiva fase progettuale (quella esecutiva) allo stesso progettista, autore della prima proposta.
Approvati anche i progetti esecutivi per la riqualificazione di via Dante, Banchina Seminario e, di nuovo, Banchina San Domenico nell'ambito di un piano d'intervento finanziato, con fondi Expo 2015, per un importo complessivo pari a 5milioni di euro.
Giunge al traguardo, infine, un altro progetto esecutivo la cui realizzazione interesserà sempre l'area portuale (il Centro Servizi del Porto Nuovo, che, oltre ai lavori di messa in sicurezza, riguarderà la 'grande opera' i cui contorni e le cui prospettive appaiono ancora tutt'altro che chiare).
C'è poi un altro piano, il PIRP del Rione Madonna dei Martiri, un importante programma di rigenerazione urbana che nelle intenzioni vorrebbe eliminare i fattori che lasciano questo quartiere ai margini della struttura urbana molfettese, ma che è divenuto inefficace dopo essere stato 'mutilato' in seguito a una variante approvata recentemente.
Tutti questi progetti, che pure insistono su un'area i cui delicati equilibri andrebbero considerati come un tutt'uno, risultano slegati tra di loro. Inoltre, fino a questo momento, si tratta di iniziative che non sono state pubblicizzate né 'socializzate' alla cittadinanza secondo le forme che, pure, sono state adottate e giustamente rivendicate per altri luoghi (luoghi che, se vogliamo, sono anche meno significativi del Porto)».
«Finora – dice - progetti-spot e interventi scollegati tra loro».
E allora. «Se Legambiente sostiene da anni che è indispensabile una visione d'insieme di tutto il fronte mare, concetto talmente banale che sembra incredibile doverlo riaffermare, e che l'importanza storia e paesaggistica dell'area pretende un concorso internazionale, l'area portuale di Molfetta continua invece a essere oggetto di azioni e interventi progettuali la cui coerenza non sembra interessare a nessuno.
Nelle settimane scorse, due opere pubbliche: il Porto Vecchio e la Banchina San Domenico. Per entrambe, è stata avviata la fase di progettazione dei progetti esecutivi; in entrambi i casi, si tratta di progetti che toccheranno beni culturali di primo rilievo e luoghi-simbolo della città. In particolare, per la Banchina San Domenico, si tratterà di riqualificare un'area pedonale dopo aver acquisito tempo fa, a titolo di proposta volontaria, un progetto definitivo; da ultimo – ed è la novità più recente – è stata affidata la successiva fase progettuale (quella esecutiva) allo stesso progettista, autore della prima proposta.
Approvati anche i progetti esecutivi per la riqualificazione di via Dante, Banchina Seminario e, di nuovo, Banchina San Domenico nell'ambito di un piano d'intervento finanziato, con fondi Expo 2015, per un importo complessivo pari a 5milioni di euro.
Giunge al traguardo, infine, un altro progetto esecutivo la cui realizzazione interesserà sempre l'area portuale (il Centro Servizi del Porto Nuovo, che, oltre ai lavori di messa in sicurezza, riguarderà la 'grande opera' i cui contorni e le cui prospettive appaiono ancora tutt'altro che chiare).
C'è poi un altro piano, il PIRP del Rione Madonna dei Martiri, un importante programma di rigenerazione urbana che nelle intenzioni vorrebbe eliminare i fattori che lasciano questo quartiere ai margini della struttura urbana molfettese, ma che è divenuto inefficace dopo essere stato 'mutilato' in seguito a una variante approvata recentemente.
Tutti questi progetti, che pure insistono su un'area i cui delicati equilibri andrebbero considerati come un tutt'uno, risultano slegati tra di loro. Inoltre, fino a questo momento, si tratta di iniziative che non sono state pubblicizzate né 'socializzate' alla cittadinanza secondo le forme che, pure, sono state adottate e giustamente rivendicate per altri luoghi (luoghi che, se vogliamo, sono anche meno significativi del Porto)».