Le pietre raccontano
La mostra di Germinario a Giovinazzo
lunedì 28 aprile 2014
7.26
L'autore ha voluto riprendere il borgo antico della cittadina adriatica, ma potrebbe essere un qualsiasi centro storico della nostra Puglia, proprio con l'occhio di chi cerca particolari e punti di vista «inediti». E l'impatto con la mostra, nella sua totalità, è gradevole, rafforzata da un bianco e nero, tonalità che il fotografo predilige, che assicura un «effetto nostalgia» all'interlocutore. Per una «narrazione» in 20 scatti fotografici (formato 50x70), che però di tanto in tanto si interrompe. Forse proprio per la ricerca esasperata dei particolari. Ma proprio la continuità del «racconto» potrebbe essere il valore aggiunto di un progetto che per adesso si è fermato a Giovinazzo, ma che è sicuramente cominciato molto prima (siamo certi che continuerà), in centri storici diversi. Quel valore che trasforma una semplice cartolina in opera.
Si passa da foto «strette» sui dettagli (un chiavistello, una edicola votiva, una catena che lega la ruota di una bicicletta), a immagini più panoramiche (il vicolo che porta alla Cattedrale, le corti, la fuga di archi) dove la presenza umana da forza alla fotografia. Con un paio di felici intuizioni. La prima ritrae 4 anziani seduti su una panchina in piazza, ritratti di spalle, «Que se pasa» il titolo della foto, che osservano in una serata invernale le scie di altre persone in movimento. Un unico scatto che è la rappresentazione del «paese», l'immagine iconoclastica delle comunità meridionali. La seconda, «All'opra delle spole», ritrae una rete da pesca distesa su un cavalletto. Nasconde chi la sta riparando, ma compone una splendida trama. Quella stessa trama che Germinario cerca di imprimere in tutte le sue fotografie. Contrastandole, cercando di trarre tutta la lucentezza passibile dalle pietre e dalle basole per un effetto bagnato che impreziosisce. Una «texture» che ancora una volta esalta il dettaglio. Le idee nel lavoro di Germinario ci sono. La tecnica fotografica è alta. La ricerca è continua. Arriverà anche il racconto filologico, ne siamo sicuri.