«Via quadri e suppellettili, finestre sbarrate. Ogni anno viviamo nell'angoscia di ciò che accadrà»
Una residente di piazza Paradiso racconta le ore che precedono i "botti" di Capodanno
domenica 31 dicembre 2017
12.38
Raccontare cosa accade dalla mezzanotte in avanti, tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, nell'area di piazza Paradiso, è quasi diventato facile perché, ormai, tutto si ripete ogni anno.
Botti potenti fatti esplodere nel centro della piazza ma anche in piazza Immacolata e in piazza San Michele, strade occupate da serie di fuochi pirotecnici fatti brillare a pochi metri dalle case, rimbombi pazzeschi nelle viuzze.
Idem, la conta dei danni quando spunta il sole: qualche marciapiede divelto, un po' di asfalto bruciato, qualche anno fa anche cassettoni dell'immondizia fatti esplodere come una fontanella dell'acqua.
Poche volte, però, ci si è concentrati su come si vivono queste ore se abiti in quella zona e sei nella maggioranza, ovvero tra coloro che non ne possono più di questo modo di fare pericoloso, incivile e stupido ma si è costretti ad accettarlo. Anzi, a chiudere tutto e andare via nella speranza che al ritorno non si debbano già prevedere le prime spese dell'anno nuovo per riparare qualche danno.
«Come viviamo queste ore? Come sempre: tanta rabbia perchè non siamo padroni del nostro quartiere e tanta angoscia perchè sappiamo già che troveremo qualcosa che non va», racconta una residente.
«In queste ore togliamo via dai muri i quadri, per esempio, come le suppellettili dai mobili: i botti sono talmente forti che cadono e si frantumano. Poi chiudiamo bene le finestre anche se ogni anno la mattina del primo gennaio si trova sempre qualche persiana rotta. Poi cerchiamo di mettere al sicuro le nostre auto, parcheggiandole lontano oppure in qualche box di qualche parente o amico. Per non parlare di chi ha qualche animale domestico... ».
«Tanti di noi vanno via dalle case per farci ritorno l'indomani, io farò altrettanto. Questa situazione fa tanta rabbia: bene lo sforzo delle forze dell'ordine e la presenza di altri uomini come i vigilantes voluti dall'Amministrazione, ma serve un piano più ampio che faccia occupare la piazza a chi a mezzanotte vuole festeggiare civilmente, divertendosi in maniera sana a pochi metri da casa, in tutta tranquillità», conclude.
Ma, si badi bene, piazza Paradiso è dintorni non è un ghetto. Perché la pratica dei botti è diffusa su tutto il territorio. In fondo la mamma degli sciocchi è sempre incinta.
Botti potenti fatti esplodere nel centro della piazza ma anche in piazza Immacolata e in piazza San Michele, strade occupate da serie di fuochi pirotecnici fatti brillare a pochi metri dalle case, rimbombi pazzeschi nelle viuzze.
Idem, la conta dei danni quando spunta il sole: qualche marciapiede divelto, un po' di asfalto bruciato, qualche anno fa anche cassettoni dell'immondizia fatti esplodere come una fontanella dell'acqua.
Poche volte, però, ci si è concentrati su come si vivono queste ore se abiti in quella zona e sei nella maggioranza, ovvero tra coloro che non ne possono più di questo modo di fare pericoloso, incivile e stupido ma si è costretti ad accettarlo. Anzi, a chiudere tutto e andare via nella speranza che al ritorno non si debbano già prevedere le prime spese dell'anno nuovo per riparare qualche danno.
«Come viviamo queste ore? Come sempre: tanta rabbia perchè non siamo padroni del nostro quartiere e tanta angoscia perchè sappiamo già che troveremo qualcosa che non va», racconta una residente.
«In queste ore togliamo via dai muri i quadri, per esempio, come le suppellettili dai mobili: i botti sono talmente forti che cadono e si frantumano. Poi chiudiamo bene le finestre anche se ogni anno la mattina del primo gennaio si trova sempre qualche persiana rotta. Poi cerchiamo di mettere al sicuro le nostre auto, parcheggiandole lontano oppure in qualche box di qualche parente o amico. Per non parlare di chi ha qualche animale domestico... ».
«Tanti di noi vanno via dalle case per farci ritorno l'indomani, io farò altrettanto. Questa situazione fa tanta rabbia: bene lo sforzo delle forze dell'ordine e la presenza di altri uomini come i vigilantes voluti dall'Amministrazione, ma serve un piano più ampio che faccia occupare la piazza a chi a mezzanotte vuole festeggiare civilmente, divertendosi in maniera sana a pochi metri da casa, in tutta tranquillità», conclude.
Ma, si badi bene, piazza Paradiso è dintorni non è un ghetto. Perché la pratica dei botti è diffusa su tutto il territorio. In fondo la mamma degli sciocchi è sempre incinta.