Le mareggiate fanno "strage" di delfini e tartarughe marine
Da Molfetta a Monopoli recuperati dieci animali morti lungo la costa dai volontari del WWF Puglia
sabato 6 luglio 2024
9.42
Una "strage" di delfini e di tartarughe marine: dieci gli esemplari ritrovati nel corso delle ultime ore fra Molfetta e Monopoli. Quattro a Monopoli, tre a Giovinazzo: erano solo un anello di una lunga catena. Della quale, alla fine, sono stati contati un tursiope, un delfino e addirittura otto testuggini della specie caretta caretta.
I volontari del Wwf Puglia sono intervenuti da nord a sud del capoluogo nelle ultime 72 ore: il primo caso tra Cozze e Mola di Bari, in località Cannoni, dov'è stato rinvenuto un delfino comune in un avanzato stato di decomposizione, mentre un tursiope, la specie di delfino più conosciuta per la sua capacità di adattamento, è stato trovato a Giovinazzo, in località Peschiera. Otto, invece, le tartarughe spiaggiate: quattro soltanto a Monopoli, tra Cala Corvino, Capitolo e Santo Stefano.
Altre due sono state trovate lungo la costa a sud di Giovinazzo, la prima in località Peschiera, la seconda in contrada San Matteo, una a Molfetta, nelle vicinanze della strada vicinale Torre Rotonda, e l'ultima a Torre a Mare, in località ex Motel Agip. Dai primi rilievi, sembra che le morti di cetacei e di rettili possano risalire a molti giorni prima e che gli esemplari siano stati trascinati dalle correnti marine e infine spinti sulle coste dalle mareggiate avvenute nel corso degli ultimi giorni.
Ma è da lunedì scorso che i volontari molfettesi, coordinati sul campo da Pasquale Salvemini, sono stati impegnati su tutta la costa barese. Gli interventi, inoltre, hanno chiesto l'indispensabile contributo da parte dei corpi della Capitaneria di Porto, della Polizia Locale e dei servizi veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari che, con il centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, svolgerà adesso le indagini necroscopiche finalizzate all'accertamento delle cause dei decessi.
«È difficile stabilire le cause con certezza - ha spiegato Salvemini -. In alcuni casi le tartarughe e i delfini recuperati erano in un avanzato stato di decomposizione, trasportati a riva dalle correnti e la maggior parte delle situazioni riscontrate sinora riconducono le mortalità al "by cacth", ovvero alle catture involontarie con reti da posta e a strascico. Una delle caretta caretta recuperate a Monopoli aveva un prolasso cloacale che fa ipotizzare il decesso provocato da una rete da pesca».
In alcuni casi, è stato riscontrato che si tratta di esemplari morti settimane prima. «Si tratta di esemplari che possono avere viaggiato nell'Adriatico in lungo ed in largo, spinti dalle correnti. Le motivazioni non sono riconducibili a ragioni climatiche, anche perché l'aumento della temperatura nell'Adriatico è di mezzo grado».
I volontari del Wwf Puglia sono intervenuti da nord a sud del capoluogo nelle ultime 72 ore: il primo caso tra Cozze e Mola di Bari, in località Cannoni, dov'è stato rinvenuto un delfino comune in un avanzato stato di decomposizione, mentre un tursiope, la specie di delfino più conosciuta per la sua capacità di adattamento, è stato trovato a Giovinazzo, in località Peschiera. Otto, invece, le tartarughe spiaggiate: quattro soltanto a Monopoli, tra Cala Corvino, Capitolo e Santo Stefano.
Altre due sono state trovate lungo la costa a sud di Giovinazzo, la prima in località Peschiera, la seconda in contrada San Matteo, una a Molfetta, nelle vicinanze della strada vicinale Torre Rotonda, e l'ultima a Torre a Mare, in località ex Motel Agip. Dai primi rilievi, sembra che le morti di cetacei e di rettili possano risalire a molti giorni prima e che gli esemplari siano stati trascinati dalle correnti marine e infine spinti sulle coste dalle mareggiate avvenute nel corso degli ultimi giorni.
Ma è da lunedì scorso che i volontari molfettesi, coordinati sul campo da Pasquale Salvemini, sono stati impegnati su tutta la costa barese. Gli interventi, inoltre, hanno chiesto l'indispensabile contributo da parte dei corpi della Capitaneria di Porto, della Polizia Locale e dei servizi veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari che, con il centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, svolgerà adesso le indagini necroscopiche finalizzate all'accertamento delle cause dei decessi.
«È difficile stabilire le cause con certezza - ha spiegato Salvemini -. In alcuni casi le tartarughe e i delfini recuperati erano in un avanzato stato di decomposizione, trasportati a riva dalle correnti e la maggior parte delle situazioni riscontrate sinora riconducono le mortalità al "by cacth", ovvero alle catture involontarie con reti da posta e a strascico. Una delle caretta caretta recuperate a Monopoli aveva un prolasso cloacale che fa ipotizzare il decesso provocato da una rete da pesca».
In alcuni casi, è stato riscontrato che si tratta di esemplari morti settimane prima. «Si tratta di esemplari che possono avere viaggiato nell'Adriatico in lungo ed in largo, spinti dalle correnti. Le motivazioni non sono riconducibili a ragioni climatiche, anche perché l'aumento della temperatura nell'Adriatico è di mezzo grado».