"Le Foibe: la lunga questione della frontiera adriatica". Domani conferenza all’ANEB di Molfetta
Presente il prof. Giovanni Capurso nel “Giorno del ricordo”
venerdì 9 febbraio 2024
Nel "Giorno del Ricordo" l'ANEB (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) di Molfetta, presieduta dal prof. Michele Laudadio, sempre attenta e sensibile a ricordare particolari avvenimenti della storia d'Italia, ha organizzato una conferenza sul tema: "Le Foibe: la lunga questione della frontiera adriatica".
L'incontro si svolgerà sabato 10 febbraio 2024 con inizio alle ore 18,30 nella sede sociale dell'ANEB in Via Cap. De Candia n.90 a Molfetta. Relatore sarà il prof. Giovanni Capurso, docente di filosofia e storia al Liceo Classico di Corato, e al tempo stesso scrittore e storico attento soprattutto alle questioni del meridionalismo. Quella delle Foibe costituisce una pagina complessa ed estremamente dolorosa della storia italiana, tutt'oggi oggetto di accesi dibattiti politici.
Le foibe sono delle grandi caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell'Istria. Tra il 1943 e il 1947 migliaia di persone vennero gettate, anche vive, in queste cavità carsiche, le "foibe" appunto, o uccise dopo processi sommari da parte dei partigiani jugoslavi, i cosiddetti comunisti di Tito. Al tal proposito la Repubblica italiana, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, ha istituito il "Giorno del ricordo". Con questa solennità civile, oltre a ricordare le uccisioni di italiani e italiane avvenute nelle foibe delle zone carsiche di Friuli-Venezia Giulia e Istria, si ricorda l'esodo di massa che coinvolse la componente italiana della popolazione istriana tra il 1945 e il 1956.
La data prescelta del 10 febbraio è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia. Cosa accadde esattamente? In quale contesto si inserisce questo recente capitolo della storia d'Italia? L'intervento del prof. Giovanni Capurso è volto da una parte a chiarire lo sviluppo degli eventi che riguardarono i massacri e l'esodo di massa, dall'altra a ripercorrere le vicende storico-politiche lungo la cosiddetta "frontiera adriatica".
L'incontro si svolgerà sabato 10 febbraio 2024 con inizio alle ore 18,30 nella sede sociale dell'ANEB in Via Cap. De Candia n.90 a Molfetta. Relatore sarà il prof. Giovanni Capurso, docente di filosofia e storia al Liceo Classico di Corato, e al tempo stesso scrittore e storico attento soprattutto alle questioni del meridionalismo. Quella delle Foibe costituisce una pagina complessa ed estremamente dolorosa della storia italiana, tutt'oggi oggetto di accesi dibattiti politici.
Le foibe sono delle grandi caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell'Istria. Tra il 1943 e il 1947 migliaia di persone vennero gettate, anche vive, in queste cavità carsiche, le "foibe" appunto, o uccise dopo processi sommari da parte dei partigiani jugoslavi, i cosiddetti comunisti di Tito. Al tal proposito la Repubblica italiana, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, ha istituito il "Giorno del ricordo". Con questa solennità civile, oltre a ricordare le uccisioni di italiani e italiane avvenute nelle foibe delle zone carsiche di Friuli-Venezia Giulia e Istria, si ricorda l'esodo di massa che coinvolse la componente italiana della popolazione istriana tra il 1945 e il 1956.
La data prescelta del 10 febbraio è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia. Cosa accadde esattamente? In quale contesto si inserisce questo recente capitolo della storia d'Italia? L'intervento del prof. Giovanni Capurso è volto da una parte a chiarire lo sviluppo degli eventi che riguardarono i massacri e l'esodo di massa, dall'altra a ripercorrere le vicende storico-politiche lungo la cosiddetta "frontiera adriatica".