Lavori in corso nella bottega del centrosinistra molfettese
Il PD cerca di smarcarsi da Sinistra Italiana
venerdì 6 gennaio 2017
Ormai non ci sono più tanti segreti sugli incontri tra le forze politiche del centrosinistra molfettese. Mettiamo un attimo da parte le altre intese già consolidate (Forza Italia e UDC) ed anche chi non farà alleanze con nessuno (Movimento 5 Stelle) e lasciamo un attimo in sospeso le sei liste civiche che fanno riferimento a Saverio Tammacco.
Le riunioni, i tavoli delle forze politiche che nel 2013 si proposero di governare la città e che ne uscirono vincitrici, sembrano avere avuto una brusca frenata e il motivo è da ricercare nella disponibilità del Partito Democratico di voler cercare forze politiche nuove per allargare la coalizione; non si dimentichi, che il neo segretario Antonio Di Gioia è risultato eletto per acclamazione con una mozione unitaria che prevedeva proprio questo obiettivo: l'allargamento (eccezione per l'UDC, già formalmente impegnata).
Proviamo ad immaginare ora quale possa essere la reazione dell'elettorato nel vedersi presentare le stesse forze politiche della coalizione del 2013, ma con un candidato che non potrà essere Paola Natalicchio. Seppure il PD si sia già smarcato da quella esperienza, le altre forze politiche hanno continuato ad esprimere la loro vicinanza personale e politica al sindaco dimissionario Natalicchio che però, qualche mese dopo avrebbe anche "attaccato" Giovanni Abbattista, personalità di spicco di Democrazia e Partecipazione, rispondendogli a tono a mezzo stampa alle polemiche da questi mossi all'ex sindaco («si esaurisce per volontà del sindaco il mio impegno in giunta, - scriveva lo scorso agosto su Facebook Abbattista - dopo che era circolata la notizia falsa che fossi stato io a dimettermi dall'incarico di assessore ai LL.PP., Appalti, contratti e Porto») nella gestione autoritaria dell'urbanistica locale.
Sembra inoltre inipotizzabile che Sinistra Italiana voglia convolare a nozze col Partito Democratico, così come sembra poco ipotizzabile che il PD di Antonio di Gioia voglia sottostare ai "paletti" che il movimento dell'ex sindaco Paola Natalicchio porrebbe nelle scelte di allargamento della coalizione. Sembra più probabile, invece, che DeP possa essere più vicina e più attenta ad una opzione di allargamento della coalizione, alla stessa stregua di Linea Diritta di Bepi Maralfa.
È un braccio di ferro, quello in corso: da una parte un PD omogeneo, coeso e compatto soprattutto nel suo organo direttivo quale motore propulsivo del segretario Di Gioia e dall'altra, Sinistra Italiana di Paola Natalicchio che sembrerebbe restare sorda alle richieste e ai richiami del PD "ad un senso di responsabilità per il bene della città", affinché ci si confronti innanzitutto sui programmi e non già sulle prime donne e sui nomi dei nuovi schieramenti.
Rifondazione Comunista, di certo, come sempre non avrebbe alcun trauma e problema organizzativo a scendere in campo con un proprio candidato sindaco nella persona di Antonello Zaza o di Gianni Porta. E le sei liste civiche? Di per sè costituiscono già un bagaglio elettorale per proporre un proprio candidato sindaco, ma la domanda nasce spontanea: cosa accadrebbe in caso di Election Day? Facile ipotizzare il ruolo "magnetico" del senatore Antonio Azzollini che non lascerà nulla al caso. Sarà magari solo allora che ci sarà un setaccio naturale e si potrà capire quante di quelle sei liste, oggi, sono disposte a rientrare nel centrodestra e quante a chiedere asse proprio al Partito Democratico, che resta con Rifondazione Comunista, unico partito del centrosinistra molfettese. I nomi dei candidati? Ancora troppo presto per farli venire fuori.
Le riunioni, i tavoli delle forze politiche che nel 2013 si proposero di governare la città e che ne uscirono vincitrici, sembrano avere avuto una brusca frenata e il motivo è da ricercare nella disponibilità del Partito Democratico di voler cercare forze politiche nuove per allargare la coalizione; non si dimentichi, che il neo segretario Antonio Di Gioia è risultato eletto per acclamazione con una mozione unitaria che prevedeva proprio questo obiettivo: l'allargamento (eccezione per l'UDC, già formalmente impegnata).
Proviamo ad immaginare ora quale possa essere la reazione dell'elettorato nel vedersi presentare le stesse forze politiche della coalizione del 2013, ma con un candidato che non potrà essere Paola Natalicchio. Seppure il PD si sia già smarcato da quella esperienza, le altre forze politiche hanno continuato ad esprimere la loro vicinanza personale e politica al sindaco dimissionario Natalicchio che però, qualche mese dopo avrebbe anche "attaccato" Giovanni Abbattista, personalità di spicco di Democrazia e Partecipazione, rispondendogli a tono a mezzo stampa alle polemiche da questi mossi all'ex sindaco («si esaurisce per volontà del sindaco il mio impegno in giunta, - scriveva lo scorso agosto su Facebook Abbattista - dopo che era circolata la notizia falsa che fossi stato io a dimettermi dall'incarico di assessore ai LL.PP., Appalti, contratti e Porto») nella gestione autoritaria dell'urbanistica locale.
Sembra inoltre inipotizzabile che Sinistra Italiana voglia convolare a nozze col Partito Democratico, così come sembra poco ipotizzabile che il PD di Antonio di Gioia voglia sottostare ai "paletti" che il movimento dell'ex sindaco Paola Natalicchio porrebbe nelle scelte di allargamento della coalizione. Sembra più probabile, invece, che DeP possa essere più vicina e più attenta ad una opzione di allargamento della coalizione, alla stessa stregua di Linea Diritta di Bepi Maralfa.
È un braccio di ferro, quello in corso: da una parte un PD omogeneo, coeso e compatto soprattutto nel suo organo direttivo quale motore propulsivo del segretario Di Gioia e dall'altra, Sinistra Italiana di Paola Natalicchio che sembrerebbe restare sorda alle richieste e ai richiami del PD "ad un senso di responsabilità per il bene della città", affinché ci si confronti innanzitutto sui programmi e non già sulle prime donne e sui nomi dei nuovi schieramenti.
Rifondazione Comunista, di certo, come sempre non avrebbe alcun trauma e problema organizzativo a scendere in campo con un proprio candidato sindaco nella persona di Antonello Zaza o di Gianni Porta. E le sei liste civiche? Di per sè costituiscono già un bagaglio elettorale per proporre un proprio candidato sindaco, ma la domanda nasce spontanea: cosa accadrebbe in caso di Election Day? Facile ipotizzare il ruolo "magnetico" del senatore Antonio Azzollini che non lascerà nulla al caso. Sarà magari solo allora che ci sarà un setaccio naturale e si potrà capire quante di quelle sei liste, oggi, sono disposte a rientrare nel centrodestra e quante a chiedere asse proprio al Partito Democratico, che resta con Rifondazione Comunista, unico partito del centrosinistra molfettese. I nomi dei candidati? Ancora troppo presto per farli venire fuori.