Lama Martina, la terra di nessuno dei rifiuti
Rifiuti speciali ovunque e talvolta anche amianto. LE FOTO
martedì 21 marzo 2017
Non solo rifiuti e sacchetti dell'immondizia sparsi come residuati della battaglia al porta a porta, ma soprattutto rifiuti abbandonati, palesemente residui di lavorazioni di cantieri edili. Questi e di altra tipologia i rifiuti oggetto delle continue lamentele e denunce pubbliche da parte del Comitato di Quartiere Madonna della Rosa, Comparti 4/5/6/7/8/9.
Accompagnati dal presidente del Comitato, Damiano Favuzzi, simo andati sul luogo a verificare di persona e a documentare con la galleria fotografica allegata a questo articolo, la situazione in cui versa la zona che circonda le abitazioni che ci affacciano su Lama Martina che dai pressi della strada statale 16 bis si prolunga e giunge fino al mare in prossimità della Prima Cala.
A vederla sembrerebbe un'oasi verde e di pace circondata da stabili di nuova costruzione; una sorta di polmone verde, per assurdo un Central Park in scala ridotta – ci suggerisce Favuzzi – in città che potrebbe realmente diventare un luogo fruibile non sono per gli abitanti del quartiere ma altresì per tutti i molfettesi.
Perché un progetto per riqualificare l'area della Lama il Comitato ce l'ha già, pronto per l'attuazione. Manca solo una cosa, la più importante, il finanziamento da parte di enti pubblici perché i terreni in questione sono di proprietà del Comune di Molfetta.
Invece la zona non solo è lasciata in balia delle erbacce e piante spontanee – che diventano un pericolo per la pubblica sicurezza in prossimità della stagione estiva e del grande caldo –, diventa una discarica senza vincoli e sorveglianza per lo scarico di rifiuti speciali da parte di chi proprio non ne vuole sapere di spendere ulteriori soldi per smaltirli in modo corretto.
Passeggiando per la Lama si incontrano cumuli sparsi di calcinacci e seguendo il sentiero creato dal calpestio in mezzo all'erba si arriva ad una piccola radura in cui svetta il cumulo più ampio di rifiuti. C'è di tutto: materiale di risulta, piastrelle, conche utilizzate per gli impasti edili, sacchi di calce rotti, pezzi di tubazioni, elettrodomestici, e addirittura il cartello che segnala la presenza di una colonia felina in città tirato via chissà dove.
Sparsi ci sono anche rifiuti in amianto, afferma Favuzzi che riferisce come nei pressi di via Percoco, ai tempi dei primi scavi di urbanizzazione (nel 2003 circa), la ditta incaricata di realizzare il massetto per la posa dell'asfalto abbia triturato tutti i rifiuti presenti nella zona che una volta stabilizzati sono stati quindi interrati. Segnalata però la cosa, la ditta si sarebbe poi fermata e quella zona sarebbe rimasta incompleta, afferma Favuzzi.
Man mano che ci addentriamo verso il centro della Lama guardando indietro sono visibili sui margini delle montagnette coperte di erba: anche quelle, in realtà, sarebbero dei cumuli di rifiuti e materiali vari ammassati lì dai tempi in cui si costruirono i palazzi adiacenti. C'è anche una vasca da bagno intera, che è ormai diventata un oggetto leggendario, la cui comparsa non si ricorda più.
Verso il centro della Lama i rumori si acquietano, anche il traffico delle macchine sulla statale sembra disperdersi in silenzio. "Un quartiere dove si vive bene", se non fosse per questo via vai di camion che scaricano materiali di ogni natura anche alla luce del sole.
Per questo il Comitato ha più volte denunciato questa illecita abitudine e nel luglio dell'anno scorso ha anche depositato una denuncia presso il Nucleo di Polizia Ambientale. Nulla purtroppo è cambiato. Gli abitanti a questo punto ripongono le speranze nella prossima Amministrazione.
Accompagnati dal presidente del Comitato, Damiano Favuzzi, simo andati sul luogo a verificare di persona e a documentare con la galleria fotografica allegata a questo articolo, la situazione in cui versa la zona che circonda le abitazioni che ci affacciano su Lama Martina che dai pressi della strada statale 16 bis si prolunga e giunge fino al mare in prossimità della Prima Cala.
A vederla sembrerebbe un'oasi verde e di pace circondata da stabili di nuova costruzione; una sorta di polmone verde, per assurdo un Central Park in scala ridotta – ci suggerisce Favuzzi – in città che potrebbe realmente diventare un luogo fruibile non sono per gli abitanti del quartiere ma altresì per tutti i molfettesi.
Perché un progetto per riqualificare l'area della Lama il Comitato ce l'ha già, pronto per l'attuazione. Manca solo una cosa, la più importante, il finanziamento da parte di enti pubblici perché i terreni in questione sono di proprietà del Comune di Molfetta.
Invece la zona non solo è lasciata in balia delle erbacce e piante spontanee – che diventano un pericolo per la pubblica sicurezza in prossimità della stagione estiva e del grande caldo –, diventa una discarica senza vincoli e sorveglianza per lo scarico di rifiuti speciali da parte di chi proprio non ne vuole sapere di spendere ulteriori soldi per smaltirli in modo corretto.
Passeggiando per la Lama si incontrano cumuli sparsi di calcinacci e seguendo il sentiero creato dal calpestio in mezzo all'erba si arriva ad una piccola radura in cui svetta il cumulo più ampio di rifiuti. C'è di tutto: materiale di risulta, piastrelle, conche utilizzate per gli impasti edili, sacchi di calce rotti, pezzi di tubazioni, elettrodomestici, e addirittura il cartello che segnala la presenza di una colonia felina in città tirato via chissà dove.
Sparsi ci sono anche rifiuti in amianto, afferma Favuzzi che riferisce come nei pressi di via Percoco, ai tempi dei primi scavi di urbanizzazione (nel 2003 circa), la ditta incaricata di realizzare il massetto per la posa dell'asfalto abbia triturato tutti i rifiuti presenti nella zona che una volta stabilizzati sono stati quindi interrati. Segnalata però la cosa, la ditta si sarebbe poi fermata e quella zona sarebbe rimasta incompleta, afferma Favuzzi.
Man mano che ci addentriamo verso il centro della Lama guardando indietro sono visibili sui margini delle montagnette coperte di erba: anche quelle, in realtà, sarebbero dei cumuli di rifiuti e materiali vari ammassati lì dai tempi in cui si costruirono i palazzi adiacenti. C'è anche una vasca da bagno intera, che è ormai diventata un oggetto leggendario, la cui comparsa non si ricorda più.
Verso il centro della Lama i rumori si acquietano, anche il traffico delle macchine sulla statale sembra disperdersi in silenzio. "Un quartiere dove si vive bene", se non fosse per questo via vai di camion che scaricano materiali di ogni natura anche alla luce del sole.
Per questo il Comitato ha più volte denunciato questa illecita abitudine e nel luglio dell'anno scorso ha anche depositato una denuncia presso il Nucleo di Polizia Ambientale. Nulla purtroppo è cambiato. Gli abitanti a questo punto ripongono le speranze nella prossima Amministrazione.