Ladri nel Bahia sequestrato: finestra forzata e locali messi a soqquadro
È la struttura dove è stata uccisa Antonia Lopez: il raid scoperto ieri, rubate solo alcune attrezzature. Indagano i Carabinieri
mercoledì 25 settembre 2024
6.26
Depredato dai ladri in cerca di denaro o di chissà cos'altro. A Molfetta, il Bahia Beach, locale in cui ha perso la vita Antonia Lopez, uccisa per errore dopo una lite tra giovani - e per questo sequestrato -, è stato preso di mira dai ladri durante la notte fra lunedì e ieri. E i suoi interni, messi a soqquadro e in parte saccheggiati.
In base alle indagini, i malviventi sarebbero entrati nel locale di contrada Torre Rotonda forzando una finestra posta sul retro della struttura frequentata non solo dai giovani della zona, ma anche di Bari, e regolarmente chiusa. Il Bahia, essendo stato "sigillato" dopo il decreto di sequestro, non è più dotato delle telecamere di videosorveglianza: il digital video recorder (dvr) dell'impianto, infatti, è stato posto sotto sequestro dopo l'omicidio per poter visionare le immagini registrate.
Dopo, quindi, aver fatto il loro ingresso nel beach club si sono impossessati di alcune attrezzature presenti nella cucina (forse soltanto un modo per depistare le indagini) oltre ad aver messo completamente a soqquadro l'ufficio del proprietario, Nicola Spadavecchia. Ad accorgersi del raid, ieri, sono stati i dipendenti della trattoria Buen Vivir che «ha un ingresso autonomo e una gestione completamente indipendente rispetto al resto della struttura», hanno fatto sapere in una nota.
Scattato l'allarme, sul posto, per i rilievi investigativi, sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, a cui è affidata l'attività investigativa, resa ancora più complicata dall'assenza di immagini, non potendo nemmeno conoscere, in assenza di testimonianze, con quale mezzo i ladri siano arrivati e fuggiti. I militari hanno subito avviato gli accertamenti, mappando le videocamere dell'area per poter ricavarne i fotogrammi funzionali alle indagini. Nulla sarà lasciato al caso.
«Nelle prossime ore - ha detto l'avvocato Maurizio Masellis, legale del proprietario - avanzerò alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari una richiesta di revoca del provvedimento di sequestro della struttura sottoposta a vincolo cautelare essendo già stato tratto in arresto il presunto autore (Michele Lavopa, 21enne del San Paolo, rinchiuso nel carcere di Bari, in attesa dell'interrogatorio di convalida) al fine di preservare l'intero immobile da ulteriori sciacallaggi di alcun genere».
L'avvocato molfettese, infatti, ritiene che, «allo stato, non ci siano più validi motivi per mantenere l'inibizione all'uso dei locali, essendo state svolte - ha aggiunto - tutte le operazioni di rilievo scientifico, investigativo ed essendo stata anche recuperata l'arma del delitto, così come risulta dalle notizie pubblicate sui media».
In base alle indagini, i malviventi sarebbero entrati nel locale di contrada Torre Rotonda forzando una finestra posta sul retro della struttura frequentata non solo dai giovani della zona, ma anche di Bari, e regolarmente chiusa. Il Bahia, essendo stato "sigillato" dopo il decreto di sequestro, non è più dotato delle telecamere di videosorveglianza: il digital video recorder (dvr) dell'impianto, infatti, è stato posto sotto sequestro dopo l'omicidio per poter visionare le immagini registrate.
Dopo, quindi, aver fatto il loro ingresso nel beach club si sono impossessati di alcune attrezzature presenti nella cucina (forse soltanto un modo per depistare le indagini) oltre ad aver messo completamente a soqquadro l'ufficio del proprietario, Nicola Spadavecchia. Ad accorgersi del raid, ieri, sono stati i dipendenti della trattoria Buen Vivir che «ha un ingresso autonomo e una gestione completamente indipendente rispetto al resto della struttura», hanno fatto sapere in una nota.
Scattato l'allarme, sul posto, per i rilievi investigativi, sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, a cui è affidata l'attività investigativa, resa ancora più complicata dall'assenza di immagini, non potendo nemmeno conoscere, in assenza di testimonianze, con quale mezzo i ladri siano arrivati e fuggiti. I militari hanno subito avviato gli accertamenti, mappando le videocamere dell'area per poter ricavarne i fotogrammi funzionali alle indagini. Nulla sarà lasciato al caso.
«Nelle prossime ore - ha detto l'avvocato Maurizio Masellis, legale del proprietario - avanzerò alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari una richiesta di revoca del provvedimento di sequestro della struttura sottoposta a vincolo cautelare essendo già stato tratto in arresto il presunto autore (Michele Lavopa, 21enne del San Paolo, rinchiuso nel carcere di Bari, in attesa dell'interrogatorio di convalida) al fine di preservare l'intero immobile da ulteriori sciacallaggi di alcun genere».
L'avvocato molfettese, infatti, ritiene che, «allo stato, non ci siano più validi motivi per mantenere l'inibizione all'uso dei locali, essendo state svolte - ha aggiunto - tutte le operazioni di rilievo scientifico, investigativo ed essendo stata anche recuperata l'arma del delitto, così come risulta dalle notizie pubblicate sui media».