La strage delle tartarughe: altre due ritrovate spiaggiate a Molfetta
La mareggiata ha spinto le due carcasse a riva, fra cui una femmina adulta. Numeri da brividi: 4 spiaggiamenti in 5 giorni
lunedì 30 dicembre 2019
Due tartarughe marine prive di vita, entrambe della specie caretta caretta, la tartaruga marina più comune del Mediterraneo, sono state rinvenute spiaggiate ieri sul litorale di Molfetta. La prima, una femmina adulta, è stata rinvenuta a cala Sant'Andrea, la seconda, un maschio, in località Seconda Cala.
Nella scorsa settimana, lunedì 23 dicembre, un altro esemplare è stato rinvenuto nel porto di Molfetta, mentre sole 24 ore dopo un'altra tartaruga marina, sempre della specie caretta caretta, è stata rinvenuta in località Cola Olidda. Sul posto, in tutti gli episodi, sono intervenuti uomini della Capitaneria di Porto di Molfetta, della Polizia Locale, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale e i volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta.
4 spiaggiamenti in appena 5 giorni che hanno messo in allarme Pasquale Salvemini, rappresentante di lungo corso del WWF Puglia e responsabile del centro di recupero di Molfetta che presto avrà una nuoca collocazione: si tratta dell'ex casa del custode dell'I.I.S.S. Amerigo Vespucci a pochi metri dalla spiaggia Prima Cala, sul litorale di Levante. «Spinte a riva dalle mareggiate di questi ultimi giorni», secondo lo stesso ambientalista.
Le due tartarughe, una femmina - fondamentale per la riproduzione - con un carapace di 80 centimetri quella recuperata a cala Sant'Andrea e un maschio con un carapace di 70 centimetri in località Seconda Cala, erano in avanzato stato di decomposizione, decedute al largo e trascinate sulle coste. Tra le cause, potrebbe trattarsi ancora una volta di esemplari rimasti intrappolati nelle reti da posta - reti fisse - dei pescatori e che siano stati poi rigettati in mare.
Insomma, la morte di questi straordinari animali marini è dovuta essenzialmente all'attività umana e alle conseguenze del comportamento umano: le tartarughe caretta caretta rappresentano la specie più diffusa, una specie protetta perché a rischio di estinzione. Per questo motivo il WWF Italia ha attivato e ulteriormente intensificato un dialogo con il settore della pesca che potrebbe contribuire al recupero di molte tartarughe per salvarle.
E così in attesa di conoscere la verità sul decesso di questi ultimi due esemplari (anche se la causa di morte più frequente è sempre l'annegamento nelle reti da posta, nda), l'augurio è quello di non imbattersi ancora in altre tartarughe marine morte, ultimi resti delle mareggiate, sulle coste di Molfetta.
Nella scorsa settimana, lunedì 23 dicembre, un altro esemplare è stato rinvenuto nel porto di Molfetta, mentre sole 24 ore dopo un'altra tartaruga marina, sempre della specie caretta caretta, è stata rinvenuta in località Cola Olidda. Sul posto, in tutti gli episodi, sono intervenuti uomini della Capitaneria di Porto di Molfetta, della Polizia Locale, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale e i volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta.
4 spiaggiamenti in appena 5 giorni che hanno messo in allarme Pasquale Salvemini, rappresentante di lungo corso del WWF Puglia e responsabile del centro di recupero di Molfetta che presto avrà una nuoca collocazione: si tratta dell'ex casa del custode dell'I.I.S.S. Amerigo Vespucci a pochi metri dalla spiaggia Prima Cala, sul litorale di Levante. «Spinte a riva dalle mareggiate di questi ultimi giorni», secondo lo stesso ambientalista.
Le due tartarughe, una femmina - fondamentale per la riproduzione - con un carapace di 80 centimetri quella recuperata a cala Sant'Andrea e un maschio con un carapace di 70 centimetri in località Seconda Cala, erano in avanzato stato di decomposizione, decedute al largo e trascinate sulle coste. Tra le cause, potrebbe trattarsi ancora una volta di esemplari rimasti intrappolati nelle reti da posta - reti fisse - dei pescatori e che siano stati poi rigettati in mare.
Insomma, la morte di questi straordinari animali marini è dovuta essenzialmente all'attività umana e alle conseguenze del comportamento umano: le tartarughe caretta caretta rappresentano la specie più diffusa, una specie protetta perché a rischio di estinzione. Per questo motivo il WWF Italia ha attivato e ulteriormente intensificato un dialogo con il settore della pesca che potrebbe contribuire al recupero di molte tartarughe per salvarle.
E così in attesa di conoscere la verità sul decesso di questi ultimi due esemplari (anche se la causa di morte più frequente è sempre l'annegamento nelle reti da posta, nda), l'augurio è quello di non imbattersi ancora in altre tartarughe marine morte, ultimi resti delle mareggiate, sulle coste di Molfetta.