La storia di Cocò, il randagio cittadino di Molfetta salvato dall’amore
Le peripezie che lo hanno portato all'adozione da parte della Lega del Cane di Soverato
giovedì 10 agosto 2023
10.47
Al termine di una serie di peripezie, Cocò, 13 anni, forse di più, è stato adottato da Serena, responsabile della Lega del Cane di Soverato che, pur di salvarlo da una fine incerta, ha marciato per centinaia di chilometri, lo ha raggiunto nel canile di Cutro e lo ha adottato. Così da regalare a lui, affetto da leishmaniosi, una vita accettabile per il tempo che gli resta.
Cocò, tredici anni fa, era stato catturato, sterilizzato, microchippato dal Comune di Molfetta che, dopo tutte le formalità di rito, lo aveva reimmesso sul territorio. Forse Cocò aveva attirato l'attenzione di qualcuno che aveva poi deciso di adottarlo e portarlo con sé in Calabria (difficile pensare ci sia arrivato sulle sue zampe). Sta di fatto che, circa un mese fa, la Asl di Crotone, ha segnalato alla Lega del cane di Molfetta e agli uffici comunali di aver catturato un cane che il microchip diceva essere di proprietà del Comune di Molfetta.
A quel punto è scattata la staffetta della solidarietà gestita dalla Lega del cane che, dalla sede nazionale, a quella di Molfetta, a quella di Soverato, hanno fatto il possibile e l'impossibile per liberare Cocò che, in un canile non c'era mai stato ed era per giunta malato, motivo per cui, forse, era stato abbandonato in strada.
«Ringrazio la Lega del cane per il tempestivo intervento e per la grande sensibilità dimostrata. Colgo l'occasione – il commento si Sindaco, Tommaso Minervini, e dell'assessore al benessere degli animali, Carmela Minuto - per fare appello a tutti coloro che godono della compagnia degli animali di affezione affinchè non si liberino di loro in vista delle vacanze o quando non stanno più bene. Abbandonare un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale da affezione è un atto di crudeltà, significa condannarlo a morte certa. E non tutti hanno la fortuna che ha avuto Cocò».
Cocò, tredici anni fa, era stato catturato, sterilizzato, microchippato dal Comune di Molfetta che, dopo tutte le formalità di rito, lo aveva reimmesso sul territorio. Forse Cocò aveva attirato l'attenzione di qualcuno che aveva poi deciso di adottarlo e portarlo con sé in Calabria (difficile pensare ci sia arrivato sulle sue zampe). Sta di fatto che, circa un mese fa, la Asl di Crotone, ha segnalato alla Lega del cane di Molfetta e agli uffici comunali di aver catturato un cane che il microchip diceva essere di proprietà del Comune di Molfetta.
A quel punto è scattata la staffetta della solidarietà gestita dalla Lega del cane che, dalla sede nazionale, a quella di Molfetta, a quella di Soverato, hanno fatto il possibile e l'impossibile per liberare Cocò che, in un canile non c'era mai stato ed era per giunta malato, motivo per cui, forse, era stato abbandonato in strada.
«Ringrazio la Lega del cane per il tempestivo intervento e per la grande sensibilità dimostrata. Colgo l'occasione – il commento si Sindaco, Tommaso Minervini, e dell'assessore al benessere degli animali, Carmela Minuto - per fare appello a tutti coloro che godono della compagnia degli animali di affezione affinchè non si liberino di loro in vista delle vacanze o quando non stanno più bene. Abbandonare un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale da affezione è un atto di crudeltà, significa condannarlo a morte certa. E non tutti hanno la fortuna che ha avuto Cocò».