«La sicurezza non sembra essere tra le priorità della politica molfettese»
È il messaggio che arriva dal Liberatorio Politico, dopo l'incontro di martedì presso la sede di via Campanella
giovedì 16 maggio 2019
«E veniamo alla consueta pagina di cronaca» direbbe il bravo conduttore del tiggì. E quando "consueta" e "cronaca" vanno a braccetto c'è poco da stare allegri. E a Molfetta da un bel po' è così. Le ultime settimane hanno offerto un assortito campionario di azioni criminali.
Molfetta, nelle ore notturne, in cui la gran parte della gente è avvolta dalle braccia di Morfeo, è tornata a bruciare: da via Cavalieri di Vittorio Veneto, a via Goerlitz, da via Fontana a via Madre Teresa di Calcutta sino a piazza Paradiso. Senza dimenticare l'ordigno esploso in viale Madonna della Rosa. Sembrano essersene accorti, sinora, solo gli attivisti del Liberatorio Politico, il movimento civico che fa capo a Matteo d'Ingeo.
Martedì sera, presso la sede di via Campanella, si sono riuniti. Si sono detti preoccupati, «anche perché - a loro dire - il problema sicurezza non sembra essere tra le priorità della politica molfettese, di governo e di opposizione. Il loro silenzio fa il gioco di chi tenta di riappropriarsi del territorio e gli incendi delle auto, sia per corto circuito o dolosi, fanno rinchiudere di più i cittadini nelle loro case».
Per gli aderenti del Liberatorio Politico «il clima di paura che si è ormai instaurato in città può essere sconfitto solo con una scelta politica ben precisa da parte del sindaco Tommaso Minervini: combattere ogni forma di illegalità diffusa - sottolineano -, evitare di patrocinare e accreditare associazioni che hanno vicinanza a famiglie criminali e dare nuovo impulso al "Comitato comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali"».
Il Comitato, istituito con una delibera consiliare risalente addirittura al 1997, «può creare realmente un coordinamento locale delle "sentinelle" della città, ovvero le realtà associative, i comitati civici e i movimenti cittadini che interagiscono con i territori e hanno la possibilità di monitorare eventuali episodi delinquenziali e troncarli sul nascere».
«Del resto - è la stata la chiosa conclusiva dell'assemblea pubblica - negli anni '90 la battaglia contro gli spacciatori di droga è stata vinta, non solo per la grande opera delle forze dell'ordine, ma dalle sinergie che si crearono con l'associazionismo e la parte politica che governava la città».
Molfetta, nelle ore notturne, in cui la gran parte della gente è avvolta dalle braccia di Morfeo, è tornata a bruciare: da via Cavalieri di Vittorio Veneto, a via Goerlitz, da via Fontana a via Madre Teresa di Calcutta sino a piazza Paradiso. Senza dimenticare l'ordigno esploso in viale Madonna della Rosa. Sembrano essersene accorti, sinora, solo gli attivisti del Liberatorio Politico, il movimento civico che fa capo a Matteo d'Ingeo.
Martedì sera, presso la sede di via Campanella, si sono riuniti. Si sono detti preoccupati, «anche perché - a loro dire - il problema sicurezza non sembra essere tra le priorità della politica molfettese, di governo e di opposizione. Il loro silenzio fa il gioco di chi tenta di riappropriarsi del territorio e gli incendi delle auto, sia per corto circuito o dolosi, fanno rinchiudere di più i cittadini nelle loro case».
Per gli aderenti del Liberatorio Politico «il clima di paura che si è ormai instaurato in città può essere sconfitto solo con una scelta politica ben precisa da parte del sindaco Tommaso Minervini: combattere ogni forma di illegalità diffusa - sottolineano -, evitare di patrocinare e accreditare associazioni che hanno vicinanza a famiglie criminali e dare nuovo impulso al "Comitato comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali"».
Il Comitato, istituito con una delibera consiliare risalente addirittura al 1997, «può creare realmente un coordinamento locale delle "sentinelle" della città, ovvero le realtà associative, i comitati civici e i movimenti cittadini che interagiscono con i territori e hanno la possibilità di monitorare eventuali episodi delinquenziali e troncarli sul nascere».
«Del resto - è la stata la chiosa conclusiva dell'assemblea pubblica - negli anni '90 la battaglia contro gli spacciatori di droga è stata vinta, non solo per la grande opera delle forze dell'ordine, ma dalle sinergie che si crearono con l'associazionismo e la parte politica che governava la città».