La semplicità di una fisarmonica: a Molfetta uno spettacolo su don Tonino
L'iniziativa si è svolta ieri sera in Cattedrale, con grande partecipazione della città
venerdì 24 marzo 2023
11.21
In una civiltà sviluppata, sembra impensabile parlare ancora di guerra, eppure questa è una realtà. Per ricordarci che accanto alla parola "guerra" non può esserci l'aggettivo "giusta" avremmo bisogno di più esempi della mano di Dio come quello di don Tonino Bello, cui ieri sera, nella Cattedrale di Molfetta, è stato dedicato uno spettacolo-concerto, il cui ricavato sarà destinato al sostegno della causa di beatificazione del Venerabile. L'iniziativa, presentata da Marilena Farinola, è stata organizzata dall'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero e ha visto la presenza del vescovo della diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, monsignor Domenico Cornacchia.
Alla precisione dell'orchestra a fiati "Peruzzi", si sono alternati Tiziano Zanzarella alla fisarmonica e i testi e gli adattamenti di Pantaleo Annese. L'attore ha saputo ripercorrere con profondità e professionalità l'essenza di una persona che ha lasciato sulla terra un segno indelebile.
Come recita Annese «Lui non ha un nome d'arte, si chiama Tonino e suonava la fisarmonica».
Don Tonino rappresenta la semplicità, la dimostrazione quotidiana di come non contano i segni del potere, ma l'essenziale risiede nel potere dei segni. Forte l'attenzione dell'indimenticabile vescovo per gli ultimi e per i giovani, di cui non parlava mai al futuro, ma sempre al presente, come testimoni di alternative in un mondo in cui vivere significa esporsi e mai proteggersi.
Durante lo spettacolo è stata spiegata l'idea che don Tonino aveva della di gioia, legata alla semplicità piuttosto che all'altisonanza.
Più volte è stato anche fatto leva sulle sue parole in merito ai sogni, che invitava a non tenere chiusi nel cassetto, ma esposti sul comò, così da poterli guardare ogni giorno, realizzando la strada fatta e quella ancora da percorrere.
Don Tonino era colui che invitava a trasformare ogni pietra in radice, che ognuno di noi ha il compito di innaffiare. Il Venerabile ha scritto tanto e ci ha lasciato tanto.
Ieri sera lo spettacolo ha lasciato i presenti con un'immagine, quella della fisarmonica, strumento ad ancia libera, di cui una parte è attaccata e il resto "lo fanno l'aria e il buon Dio". Don Tonino era proprio come una fisarmonica: sapeva ascoltare la strada, con quel suono fermo e deciso, ma popolare e non programmato.
Alla precisione dell'orchestra a fiati "Peruzzi", si sono alternati Tiziano Zanzarella alla fisarmonica e i testi e gli adattamenti di Pantaleo Annese. L'attore ha saputo ripercorrere con profondità e professionalità l'essenza di una persona che ha lasciato sulla terra un segno indelebile.
Come recita Annese «Lui non ha un nome d'arte, si chiama Tonino e suonava la fisarmonica».
Don Tonino rappresenta la semplicità, la dimostrazione quotidiana di come non contano i segni del potere, ma l'essenziale risiede nel potere dei segni. Forte l'attenzione dell'indimenticabile vescovo per gli ultimi e per i giovani, di cui non parlava mai al futuro, ma sempre al presente, come testimoni di alternative in un mondo in cui vivere significa esporsi e mai proteggersi.
Durante lo spettacolo è stata spiegata l'idea che don Tonino aveva della di gioia, legata alla semplicità piuttosto che all'altisonanza.
Più volte è stato anche fatto leva sulle sue parole in merito ai sogni, che invitava a non tenere chiusi nel cassetto, ma esposti sul comò, così da poterli guardare ogni giorno, realizzando la strada fatta e quella ancora da percorrere.
Don Tonino era colui che invitava a trasformare ogni pietra in radice, che ognuno di noi ha il compito di innaffiare. Il Venerabile ha scritto tanto e ci ha lasciato tanto.
Ieri sera lo spettacolo ha lasciato i presenti con un'immagine, quella della fisarmonica, strumento ad ancia libera, di cui una parte è attaccata e il resto "lo fanno l'aria e il buon Dio". Don Tonino era proprio come una fisarmonica: sapeva ascoltare la strada, con quel suono fermo e deciso, ma popolare e non programmato.