La scissione a sinistra rimescola le carte. Ma Gianni Porta non arretra

Il leader di RC ha scelto la strada dell'autonomia: «la città, la sinistra sono cambiate».

lunedì 27 marzo 2017
A cura di Andrea Teofrasto
Torna la primavera. E rischia di diventare caldo per la sinistra italiana, o almeno per quello che ne resta. È l'eredità del triste esito dei tavoli, con la sinistra frammentata tra Pd, Sinistra italiana, Movimento Linea Diritta, Democrazia è Partecipazione e Rifondazione Comunista. La sinistra, seppur scissa è inceppata, ha però ricominciato a muoversi. Del resto, per dirla come Gianni Porta, tra i tanti leader della sinistra, «non ha aiutato continuare ad avere le stessi lenti di quattro anni fa mentre il mondo, la città, la sinistra sono cambiate nel frattempo».

Sarà una sfida dura, si spera almeno leale. Il leader di Rifondazione Comunista, certo, non è uno sprovveduto. «Non ha aiutato continuare a prendere le distanze dall'esperienza di governo degli ultimi anni». E replica alla situazione di stallo in casa Partito Democratico. «Non ha aiutato scommettere, da parte di altri, per mesi sulla stabilità del Pd».

Il tema non è inedito, e anticipa l'ennesima critica alla gestione dei tavoli del centrosinistra. «Non ha aiutato negli ultimi due mesi a sinistra rinviare la scelta tra una opzione civica e una politica». Porta è un "compagno di strada", non ne fa mistero. Anzi è questo il suo punto di forza. Non una corrente. Ma un partito. Il suo. Gianni Porta ha messo la sua storia di uomo di sinistra, ma con una vocazione governativa, a disposizione dell'area politica in cui milita da sempre. E per questo, di fronte a smottamenti e scissioni, la linea resta una: autonomia. Autonomia è, appunto, la linea di Gianni Porta e di Rifondazione Comunista.