Ricerca farmaceutica, riconoscimento per Brigida Boccanegra al Premio Galeno 2022

Borsa di studio per la 37enne di Molfetta impegnata con l'Università di Bari

sabato 22 ottobre 2022 10.26
A cura di Danilo de Robertis
Nel corso di una cerimonia che si è tenuta a Milano per il conferimento del Premio Galeno 2022, sono state assegnate tre borse di studio a giovani ricercatori che svolgono la loro attività in Italia: tra loro c'è anche la 37enne molfettese Brigida Boccanegra. Oltre a premiare le aziende impegnate nella creazione di nuovi farmaci, divise per settori, ogni anno viene assegnato un riconoscimento a giovani ricercatori under 38 che si sono distinti nei rispettivi campi.

Il Premio Galeno, o Prix Galien, prende il nome dal celebre medico del mondo antico e fu istituito per la prima volta in Francia nel 1970 grazie all'iniziativa di un farmacista francese, Roland Mehl, con l'obiettivo di promuovere i progressi più significativi nella ricerca in campo farmaceutico. Dalla sua fondazione il Premio ha acquisito sempre più importanza, rappresentando un appuntamento molto atteso da parte di tutte le istituzioni impegnate nella ricerca farmaceutica, nonché dalle autorità pubbliche, dagli scienziati, dalle aziende farmaceutiche e dalla stampa medica. Il premio è oggi considerato come l'equivalente del premio Nobel per il settore farmaceutico e come il più alto tributo alla ricerca e allo sviluppo in questo campo.

Brigida Boccanegra è stata premiata per il suo lavoro di ricerca presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" nel Dipartimento di Farmacia - Scienze del Farmaco, in ambito traslazionale, dunque nel campo che rappresenta il punto di contatto tra la ricerca pre-clinica (lo studio in laboratorio) e la fase clinica (la ricerca diretta sul paziente). Si tratta di un tipo di ricerca multidisciplinare che si occupa proprio di traslare le scoperte di laboratorio in clinica. Il suo progetto ha riguardato il possibile riposizionamento di un farmaco già un uso in pazienti pediatrici affetti da leucemia mieloide cronica in una malattia genetica rara chiamata Distrofia muscolare di Duchenne.

«Sono davvero onorata di aver ricevuto un premio così importante e prestigioso - ha spiegato Brigida - soprattutto perché conquistato grazie ad un progetto a cui ho lavorato sin dal mio primo giorno di dottorato e che mi ha accompagnato in tutti questi anni. La soddisfazione ancora maggiore è che si sia riconosciuta l'importanza della ricerca nel campo delle malattie rare, spesso dimenticate da tutti, ma non da noi ricercatori che dedichiamo alla causa tutte le nostre energie e i nostri sforzi».

«Ovviamente nella ricerca è impossibile camminare soli: il premio è un riconoscimento al lavoro di tutto il gruppo di ricerca, alle colleghe e ai colleghi con cui condivido ogni giorno soddisfazioni e delusioni, e soprattutto al ruolo della Professoressa Annamaria De Luca, che non ci fa mai mancare la sua insostituibile guida e la sua fiducia» ha aggiunto infine la ricercatrice di Molfetta.