La Repubblica Italiana compie 70 anni
Tutte le tappe della Storia, ricostruita dalle associazioni Combattentistiche e d'Arma
giovedì 2 giugno 2016
«Contemporaneamente alle elezioni per l'Assemblea Costituente il popolo sarà chiamato a decidere mediante referendum sulla forma istituzionale dello Stato (Repubblica o Monarchia)».
Così recita il primo articolo del Decreto Legislativo Luogotenenziale n°98 del 16 Marzo 1946.
Poche volte nella storia una nazione ha avuto la possibilità di scegliere la propria forma di governo e di eleggere democraticamente i rappresentanti per redigere le leggi fondamentali dello Stato. L'Italia può dunque vantare questo felice primato anche se vi giunse in modo traumatico, in un gioco di alleanze e compromessi spesso in contrasto tra di loro.
Sarà lo scoppio della prima guerra mondiale e l'avvento del fascismo al potere a ridare nuova linfa al movimento repubblicano italiano. In particolare molti esponenti antifascisti, con lo scioglimento dei partiti decretato nel Regio Decreto n°1848 del 6 Novembre 1926, si riorganizzarono all'estero coordinando da fuori le attività clandestine presenti in Italia. Il maggiore di questi assembramenti in esilio, costituito a Parigi, fu la Concentrazione d'Azione Antifascista che operò a cavallo degli anni venti e trenta. Il loro documento più importante fu pubblicato ne la rivista "la libertà" del 20 Maggio 1928, in cui il comitato centrale della Concentrazione indicava come obiettivo finale della lotta antifascista l'instaurazione della Repubblica.
Il momento culminante che inasprì il "problema istituzionale" avvenne il giorno 8 Settembre 1943, quando con un messaggio via radio il maresciallo Pietro Badoglio annunciava l'armistizio con gli Alleati e contemporaneamente si trasferiva insieme al Governo ed alla corte verso le zone del Sud liberate dagli anglo-americani, per sottrarsi dalla rappresaglia tedesca. La penisola si trovò spaccata in due, divisa dalla famigerata linea Gustav. La città di Brindisi in Puglia divenne la capitale provvisoria del Regno del Sud, ideale continuazione del regno d'Italia formato dalle regioni di Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania, confinante con la Repubblica Sociale Italiana (o di Salò, dal nome della capitale) a guida nazifascista.
Nell'Ottobre del 1943 il Regno del Sud ottenne il riconoscimento di paese cobelligerante dagli Alleati, in modo che potesse dare il suo contributo alla riunificazione del suolo patrio: fu costituito il Corpo Italiano di Liberazione (CIL) formato da sei gruppi di combattimento (Cremona, Folgore, Friuli, Legnano, Mantova e Piceno) che aiutarono le truppe alleate a risalire la penisola fino alla completa disfatta nemica. Contemporaneamente ripresero le loro attività i principali partiti in esilio o in clandestinità che si riunirono nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).
Nel primo congresso, tenutosi a Bari (28-29 Gennaio 1944), decisero all'unanimità di chiedere l'abdicazione del re e di convocare democraticamente un'Assemblea Costituente a guerra cessata per ripristinare uno Stato unito, libero e indipendente. Nel frattempo, tra Febbraio e Giugno del 1944, divenne capitale provvisoria la città di Salerno, in cui avvenne il famoso compromesso tra tutte le forze politiche in campo, passato alla storia come "Svolta di Salerno": il re avrebbe abdicato alla liberazione della città di Roma, ad ostilità cessata si sarebbe convocata una consultazione popolare per la libera elezione dell'Assemblea Costituente ed avrebbe avuto luogo un referendum per la scelta della forma istituzionale. Il 4 Giugno 1944 il re Vittorio Emanuele III affidò la Luogotenenza Generale del Regno al figlio Umberto, in seguito re Umberto II di Savoia dal 10 Maggio 1946.
Nei mesi successivi, altra importantissima conquista per la nazione fu l'estensione del diritto di voto (e successivamente della eleggibilità) alle donne. Tra Aprile e Maggio del 1945 il territorio nazionale fu completamente liberato (eccetto Trieste, l'Istria e la Dalmazia) e nei mesi successivi gli alleati cedettero al ricostituito regno d'Italia la sovranità della nazione. In questo modo, come stabilito dagli accordi precedenti, fu promulgato il DLL n°98 del 16 Marzo 1946, che fissava ai giorni del 2 e 3 Giugno la consultazione popolare per l'elezione della Costituente ed il Referendum per la scelta della forma istituzionale: Monarchia o Repubblica. Dai dati definitivi apparsi il 10 Giugno vinse la Repubblica con uno scarto di circa due milioni di voti. Il 13 Giugno il re Umberto II lasciò polemicamente il Paese (per il sospetto di eventuali brogli elettorali), prendendo di spontanea volontà la via dell'esilio, passando alla storia come il "re di Maggio". Infine il 18 Giugno la Corte Costituzionale confermò i dati del referendum, respingendo i ricorsi presentati dai monarchici.
La Repubblica italiana era ufficialmente nata, mettendo fine ad ottantacinque anni di monarchia costituzionale. L'onorevole Alcide De Gasperi, già Presidente del Consiglio, assunse le funzioni di Capo Provvisorio dello Stato. Il 28 Giugno 1946, alla prima seduta della nuova Assemblea Costituente, sarà eletto a tale carica l'onorevole Enrico de Nicola.
La festa della Repubblica è fissata al 2 Giugno di ogni anno per ricordare la data storica in cui il popolo italiano fu chiamato alle urne per scegliere la propria organizzazione statale. La festa si è tenuta la prima volta nel 1948 fino al 1977, quando fu trasformata in festa mobile e spostata alla prima domenica di Giugno. Fu in seguito ripristinata a partire dal 2001 su impulso dell'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Quest'anno sono settanta: tanti auguri Repubblica Italiana (una e indivisibile).
Così recita il primo articolo del Decreto Legislativo Luogotenenziale n°98 del 16 Marzo 1946.
Poche volte nella storia una nazione ha avuto la possibilità di scegliere la propria forma di governo e di eleggere democraticamente i rappresentanti per redigere le leggi fondamentali dello Stato. L'Italia può dunque vantare questo felice primato anche se vi giunse in modo traumatico, in un gioco di alleanze e compromessi spesso in contrasto tra di loro.
Sarà lo scoppio della prima guerra mondiale e l'avvento del fascismo al potere a ridare nuova linfa al movimento repubblicano italiano. In particolare molti esponenti antifascisti, con lo scioglimento dei partiti decretato nel Regio Decreto n°1848 del 6 Novembre 1926, si riorganizzarono all'estero coordinando da fuori le attività clandestine presenti in Italia. Il maggiore di questi assembramenti in esilio, costituito a Parigi, fu la Concentrazione d'Azione Antifascista che operò a cavallo degli anni venti e trenta. Il loro documento più importante fu pubblicato ne la rivista "la libertà" del 20 Maggio 1928, in cui il comitato centrale della Concentrazione indicava come obiettivo finale della lotta antifascista l'instaurazione della Repubblica.
Il momento culminante che inasprì il "problema istituzionale" avvenne il giorno 8 Settembre 1943, quando con un messaggio via radio il maresciallo Pietro Badoglio annunciava l'armistizio con gli Alleati e contemporaneamente si trasferiva insieme al Governo ed alla corte verso le zone del Sud liberate dagli anglo-americani, per sottrarsi dalla rappresaglia tedesca. La penisola si trovò spaccata in due, divisa dalla famigerata linea Gustav. La città di Brindisi in Puglia divenne la capitale provvisoria del Regno del Sud, ideale continuazione del regno d'Italia formato dalle regioni di Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania, confinante con la Repubblica Sociale Italiana (o di Salò, dal nome della capitale) a guida nazifascista.
Nell'Ottobre del 1943 il Regno del Sud ottenne il riconoscimento di paese cobelligerante dagli Alleati, in modo che potesse dare il suo contributo alla riunificazione del suolo patrio: fu costituito il Corpo Italiano di Liberazione (CIL) formato da sei gruppi di combattimento (Cremona, Folgore, Friuli, Legnano, Mantova e Piceno) che aiutarono le truppe alleate a risalire la penisola fino alla completa disfatta nemica. Contemporaneamente ripresero le loro attività i principali partiti in esilio o in clandestinità che si riunirono nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).
Nel primo congresso, tenutosi a Bari (28-29 Gennaio 1944), decisero all'unanimità di chiedere l'abdicazione del re e di convocare democraticamente un'Assemblea Costituente a guerra cessata per ripristinare uno Stato unito, libero e indipendente. Nel frattempo, tra Febbraio e Giugno del 1944, divenne capitale provvisoria la città di Salerno, in cui avvenne il famoso compromesso tra tutte le forze politiche in campo, passato alla storia come "Svolta di Salerno": il re avrebbe abdicato alla liberazione della città di Roma, ad ostilità cessata si sarebbe convocata una consultazione popolare per la libera elezione dell'Assemblea Costituente ed avrebbe avuto luogo un referendum per la scelta della forma istituzionale. Il 4 Giugno 1944 il re Vittorio Emanuele III affidò la Luogotenenza Generale del Regno al figlio Umberto, in seguito re Umberto II di Savoia dal 10 Maggio 1946.
Nei mesi successivi, altra importantissima conquista per la nazione fu l'estensione del diritto di voto (e successivamente della eleggibilità) alle donne. Tra Aprile e Maggio del 1945 il territorio nazionale fu completamente liberato (eccetto Trieste, l'Istria e la Dalmazia) e nei mesi successivi gli alleati cedettero al ricostituito regno d'Italia la sovranità della nazione. In questo modo, come stabilito dagli accordi precedenti, fu promulgato il DLL n°98 del 16 Marzo 1946, che fissava ai giorni del 2 e 3 Giugno la consultazione popolare per l'elezione della Costituente ed il Referendum per la scelta della forma istituzionale: Monarchia o Repubblica. Dai dati definitivi apparsi il 10 Giugno vinse la Repubblica con uno scarto di circa due milioni di voti. Il 13 Giugno il re Umberto II lasciò polemicamente il Paese (per il sospetto di eventuali brogli elettorali), prendendo di spontanea volontà la via dell'esilio, passando alla storia come il "re di Maggio". Infine il 18 Giugno la Corte Costituzionale confermò i dati del referendum, respingendo i ricorsi presentati dai monarchici.
La Repubblica italiana era ufficialmente nata, mettendo fine ad ottantacinque anni di monarchia costituzionale. L'onorevole Alcide De Gasperi, già Presidente del Consiglio, assunse le funzioni di Capo Provvisorio dello Stato. Il 28 Giugno 1946, alla prima seduta della nuova Assemblea Costituente, sarà eletto a tale carica l'onorevole Enrico de Nicola.
La festa della Repubblica è fissata al 2 Giugno di ogni anno per ricordare la data storica in cui il popolo italiano fu chiamato alle urne per scegliere la propria organizzazione statale. La festa si è tenuta la prima volta nel 1948 fino al 1977, quando fu trasformata in festa mobile e spostata alla prima domenica di Giugno. Fu in seguito ripristinata a partire dal 2001 su impulso dell'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Quest'anno sono settanta: tanti auguri Repubblica Italiana (una e indivisibile).