«La Regione si attivi per richiedere lo stato di emergenza»
Interrogazione urgente sulla sicurezza di Guglielmo Minervini ad Emiliano
martedì 19 luglio 2016
«La Regione si attivi per richiedere lo stato di emergenza per la zona industriale di Molfetta e reperire così le risorse necessarie per permettere alla tante aziende di poter ricominciare nei tempi più rapidi possibili».
Così, in una nota, il capogruppo in Consiglio Regionale di "Noi a Sinistra per la Puglia", Guglielmo Minervini.
«Bene ha fatto il Presidente Emiliano nel recarsi immediatamente sul luogo del disastro. Adesso si passi all'azione: la Regione non lasci soli gli imprenditori, ma si attivi per individuare le risorse per far fronte all'emergenza».
«Allo stesso tempo – insiste Minervini - non si può procrastinare oltre la messa in sicurezza della zona. Su questo ho presentato un'interrogazione urgente al Presidente Emiliano per chiedere iniziative immediate al fine di risolvere questo problema. Quello che è accaduto è, ancora una volta, l'amara conseguenza di quella politica del mattone che, in anni neppure troppo lontani, confutava finanche le leggi della natura, sostenendo che non c'era nulla di male a costruire nelle lame, e giù a testa bassa nel contestare le precauzioni dell'Autorità di Bacino per piazzare nel letto della lama capannoni e cemento. Quelle teorie strampalate hanno mostrato il loro risvolto più tragico. Perché è stata sufficiente una bomba d'acqua per ricordare a tutti che le lame nascono per consentire il deflusso delle acque in mare senza che queste travolgano tutto».
Così, in una nota, il capogruppo in Consiglio Regionale di "Noi a Sinistra per la Puglia", Guglielmo Minervini.
«Bene ha fatto il Presidente Emiliano nel recarsi immediatamente sul luogo del disastro. Adesso si passi all'azione: la Regione non lasci soli gli imprenditori, ma si attivi per individuare le risorse per far fronte all'emergenza».
«Allo stesso tempo – insiste Minervini - non si può procrastinare oltre la messa in sicurezza della zona. Su questo ho presentato un'interrogazione urgente al Presidente Emiliano per chiedere iniziative immediate al fine di risolvere questo problema. Quello che è accaduto è, ancora una volta, l'amara conseguenza di quella politica del mattone che, in anni neppure troppo lontani, confutava finanche le leggi della natura, sostenendo che non c'era nulla di male a costruire nelle lame, e giù a testa bassa nel contestare le precauzioni dell'Autorità di Bacino per piazzare nel letto della lama capannoni e cemento. Quelle teorie strampalate hanno mostrato il loro risvolto più tragico. Perché è stata sufficiente una bomba d'acqua per ricordare a tutti che le lame nascono per consentire il deflusso delle acque in mare senza che queste travolgano tutto».