La Regione Puglia vuol "tagliare" l'oasi faunistica di Torre Calderina
Salvemini: «Il ridimensionamento è incomprensibile, faremo dura opposizione»
lunedì 7 maggio 2018
La Regione Puglia guidata dal governatore Michele Emiliano vuol fare quello che la Provincia di Bari, con a capo Francesco Schittulli, propose senza successo nel 2013: ridimensionare l'oasi di protezione Torre Calderina, localizzata tra Molfetta e Bisceglie.
In realtà già nel 2007, il senatore Antonio Azzollini ne richiese la completa cancellazione e il presidente della Provincia di Bari dell'epoca, Vincenzo Divella, anche a seguito di una precisa e documentata richiesta di Legambiente, bocciò la proposta. Nel 2013, Francesco Schittulli ci riprovò e scelse un modo più soft. Non la completa cancellazione, ma il ridimensionamento di 50 ettari.
Il ridimensionamento dell'oasi nacque dall'esigenza di accontentare le insistenti richieste di un imprenditore che, proprio a causa dell'oasi, aveva già visto negato, in passato, il permesso all'ampliamento della sua attività di rottamazione di autoveicoli. Legambiente, pertanto, espresse preoccupazione e forte sconcerto per la scelta dell'Ente provinciale, scelta che avrebbe potuto rappresentare un nefasto precedente di merito e di metodo.
Una scelta che, alla fine, fu cestinata. Adesso, però, a distanza di ben 5 anni, la Regione Puglia di Michele Emiliano si prepara a "tagliare" definitivamente l'oasi di protezione Torre Calderina. «Con la bozza del nuovo piano faunistico regionale in fase di approvazione - spiega Pasquale Salvemini, delegato regionale della Lega per l'Abolizione della Caccia -, la Regione Puglia sta decidendo di escludere dal piano stesso la parte di oasi che ricade nel territorio di Molfetta».
Proprio quella parte che, nel tempo, ha fatto registrare una sempre più importante valenza dal punto di vista faunistico. «In quella fascia di territorio hanno fatto sosta e nidificato fratini e fraticelli, specie inserite nella lista rossa tra quelle a rischio estinzione. Sempre lì è stato avvistato il gruccione e da anni è presente il gabbiano testa grigia, senza dimenticare gli avvistamenti di aironi cenerini, garzette, fenicotteri rosa, cicogne e falchi», ricorda Salvemini.
La bozza del nuovo piano faunistico regionale sarà discussa solo tra qualche giorno. Intanto la preoccupazione monta anche perché l'esclusione del territorio di Molfetta dall'oasi di protezione potrebbe aprire la strada ad una importante azione di cementificazione lungo la costa. «A rischio - continua Salvemini, uomo di punta del WWF Puglia - c'è la salvaguardia del nostro territorio dalle speculazioni edilizie e imprenditoriali».
«La parte sottocosta, se la bozza dovesse trovare approvazione, verrebbe mortificata. Faremo dura opposizione a questo ennesimo e incomprensibile smacco della Regione Puglia - conclude Salvemini - verso la tutela dell'ambiente e degli animali».
In realtà già nel 2007, il senatore Antonio Azzollini ne richiese la completa cancellazione e il presidente della Provincia di Bari dell'epoca, Vincenzo Divella, anche a seguito di una precisa e documentata richiesta di Legambiente, bocciò la proposta. Nel 2013, Francesco Schittulli ci riprovò e scelse un modo più soft. Non la completa cancellazione, ma il ridimensionamento di 50 ettari.
Il ridimensionamento dell'oasi nacque dall'esigenza di accontentare le insistenti richieste di un imprenditore che, proprio a causa dell'oasi, aveva già visto negato, in passato, il permesso all'ampliamento della sua attività di rottamazione di autoveicoli. Legambiente, pertanto, espresse preoccupazione e forte sconcerto per la scelta dell'Ente provinciale, scelta che avrebbe potuto rappresentare un nefasto precedente di merito e di metodo.
Una scelta che, alla fine, fu cestinata. Adesso, però, a distanza di ben 5 anni, la Regione Puglia di Michele Emiliano si prepara a "tagliare" definitivamente l'oasi di protezione Torre Calderina. «Con la bozza del nuovo piano faunistico regionale in fase di approvazione - spiega Pasquale Salvemini, delegato regionale della Lega per l'Abolizione della Caccia -, la Regione Puglia sta decidendo di escludere dal piano stesso la parte di oasi che ricade nel territorio di Molfetta».
Proprio quella parte che, nel tempo, ha fatto registrare una sempre più importante valenza dal punto di vista faunistico. «In quella fascia di territorio hanno fatto sosta e nidificato fratini e fraticelli, specie inserite nella lista rossa tra quelle a rischio estinzione. Sempre lì è stato avvistato il gruccione e da anni è presente il gabbiano testa grigia, senza dimenticare gli avvistamenti di aironi cenerini, garzette, fenicotteri rosa, cicogne e falchi», ricorda Salvemini.
La bozza del nuovo piano faunistico regionale sarà discussa solo tra qualche giorno. Intanto la preoccupazione monta anche perché l'esclusione del territorio di Molfetta dall'oasi di protezione potrebbe aprire la strada ad una importante azione di cementificazione lungo la costa. «A rischio - continua Salvemini, uomo di punta del WWF Puglia - c'è la salvaguardia del nostro territorio dalle speculazioni edilizie e imprenditoriali».
«La parte sottocosta, se la bozza dovesse trovare approvazione, verrebbe mortificata. Faremo dura opposizione a questo ennesimo e incomprensibile smacco della Regione Puglia - conclude Salvemini - verso la tutela dell'ambiente e degli animali».