La prima esperienza in consiglio comunale nelle parole dei diretti interessati

E c'è anche chi torna tra i banchi dell’aula “Carnicella” dopo quasi 10 anni

domenica 13 agosto 2017
A cura di Rosanna Buzzerio
E' iniziata ufficialmente ieri la nuova era dell'amministrazione Minervini bis con la prima riunione della massima assise cittadina.

Il primo consiglio comunale è un po' come il primo giorno di scuola, si ritrovano i vecchi amici (consiglieri), si scherza, si ride, pacche sulle spalle, qualche consiglio ai nuovi consiglieri e ci si emoziona anche un tantino, perché consci di rappresentare il volere dei cittadini.

Il primo consiglio comunale è anche quello dei parenti, degli amici, dei tanti cittadini interessati al mondo della politica e non, curiosi di vedere da chi saranno amministrati per i prossimi cinque anni. In pratica è quello dell'aula "Carnicella" gremita.

Ma quell'aula è l'Istituzione primaria della nostra città. Gli atti iniziali sono formalità di rito, ma anche in quei rituali c'è una forte sensazione di rigore, di autorevolezza, di passi necessari perché la massima assise possa lavorare per il bene della città e dei cittadini.

Rigore e profondo rispetto per il ruolo ricoperto dai consiglieri, dagli assessori e dal sindaco riscontrato anche nell'abbigliamento, quasi tutti gli uomini in giacca, nonostante il caldo cocente, le donne quasi tutte in tailleur o il classico tubino.

Tante le new entry tra i consiglieri, ma anche tanti i veterani. E' un consiglio comunale eterogeneo, che vede la presenza di tanti giovani alla loro prima esperienza ed è proprio ad alcuni di loro che abbiamo chiesto quali sono le aspettative per il ruolo che andranno a ricoprire.

Parola d'ordine per tutti è: essere emozionati. Ma tutti hanno le idee ben chiare di quello che si aspettano da questa esperienza in consiglio comunale.

Sara Anna Castriota ha avuto l'onore e l'onere di presiedere la riunione del consiglio comunale, nel ruolo di presidente sino alla nomina del presidente, di questo ruolo e di quella che sarà la sua esperienza nella massima assise cittadina ci ha detto: «sono lusingata ed emozionata di ricoprire se pure per poche ore il ruolo di presidente del consiglio comunale. E' comunque un'emozione ricoprire questa carica istituzionale che mi gratifica come persona, avendo solo 31 anni, ma è anche una gratificazione poter metter a disposizione della città la mia voglia di operare e di innovare quelle che sono state sino a questo momento le sorti della politica locale. La nostra sarà un'opposizione costruttiva, non valuteremo per partito preso, ma saremo attenti al bene della città e dei cittadini».

Il più giovane in consiglio comunale è Dario de Robertis che dice: «l'emozione è tanta, il peso della giovane età e della carica che la città mi ha affidato si fanno sentire, però le energie sono tante, così come le idee, spero di poter essere un valore aggiunto nella massima assise cittadina, portando la mia freschezza e la mia esperienza da giovane cittadino europeo a Molfetta».

Per Luigi Tridente: «sarà un'esperienza emozionante ed impegnativa e soprattutto fatta di studio, perché questa città di fatto è immobile da almeno quattro anni, per questo abbiamo la necessità di non perdere tempo. Mi auguro che tutto ciò che sarà discusso all'interno del consiglio comunale serva a riportare Molfetta ai fasti che sicuramente merita».

Ma c'è anche chi ritorna dopo quasi 10 anni in consiglio comunale come Antonello Zaza che dichiara: «noi cercheremo sempre di dare il nostro contributo alla città, chiaramente da posizioni differenti rispetto a quelle ricoperte sino a ieri. Faremo opposizione, ma proporremo, come sempre abbiamo fatto, anche le nostre soluzioni, verificando l'approccio della maggioranza rispetto ai vari temi. La nostra sarà una opposizione costruttiva nel senso di praticarla nella realtà, nel senso che non ci siamo mai costruiti un ruolo preconcetto e concentrato sul no. Questo tipo di opposizione o questo tipo di governo è stato apprezzato negli anni dai cittadini che hanno voluto anche accordarci responsabilità di governo, o più in generale un consenso che ci consente di stare nelle istituzioni facendo politica sia all'interno delle stesse che al di fuori, come abbiamo sempre fatto».