La Pietà torna in Purgatorio, mai così tanta gente presente
La processione si è conclusa pochi istanti fa, ora si attende la mezzanotte
sabato 15 aprile 2017
21.16
Anche la giornata del Sabato Santo sta volgendo al termine chiudendosi con la "ritirata" della Processione della Pietà presso la Chiesa del Purgatorio per poi lasciare spazio alla solenne funzione pasquale.
Una lunga giornata, che ha goduto di condizioni meteo favorevoli, in cui la lunga e folta processione delle sette statue del maestro molfettese Giulio Cozzoli ha percorso le strade della città.
I confratelli nei loro abiti colorati identificativi della propria provenienza, quell'andatura lenta scandita dalle marce funebri, la preghiera e il raccoglimento di tutti i presenti: tutto secondo rituale, tutto secondo tradizione. E seppur nella consapevolezza che tutto si rinnova in modo ciclico e perfetto ogni anno, ogni volta è un'emozione unica, ogni volta lo stupore e il coinvolgimento sono sempre diversi.
Quando passa la solenne processione tutto si ferma, ogni quotidiana attività si congela e gli occhi sono rivolti a lei, al suo viso, al suo sguardo. Alla Pietà. Quell'espressione di dolore che affascina, che attraversa l'anima e che si imprime in modo indelebile nell'essere molfettese.
E siamo certi che anche tutti coloro che almeno una volta nella vita abbiano incrociato il suo grave incedere sospinto dai confratelli vestiti di nero siano rimasti folgorati dalla sua bellezza.
Forse sarà proprio per questo inspiegabile magnetismo che alla processione dei "Santi" di questo 2017 i presenti, sia all'uscita che alla ritirata, sembrano essersi moltiplicati, una distesa di gente che affolla corso Dante a perdita d'occhio.
Sicuramente un dato positivo, non soltanto per un mero fattore turistico, ma per una sorta di orgoglio molfettese che mostra ad occhi stranieri i suoi tesori più cari.
Una lunga giornata, che ha goduto di condizioni meteo favorevoli, in cui la lunga e folta processione delle sette statue del maestro molfettese Giulio Cozzoli ha percorso le strade della città.
I confratelli nei loro abiti colorati identificativi della propria provenienza, quell'andatura lenta scandita dalle marce funebri, la preghiera e il raccoglimento di tutti i presenti: tutto secondo rituale, tutto secondo tradizione. E seppur nella consapevolezza che tutto si rinnova in modo ciclico e perfetto ogni anno, ogni volta è un'emozione unica, ogni volta lo stupore e il coinvolgimento sono sempre diversi.
Quando passa la solenne processione tutto si ferma, ogni quotidiana attività si congela e gli occhi sono rivolti a lei, al suo viso, al suo sguardo. Alla Pietà. Quell'espressione di dolore che affascina, che attraversa l'anima e che si imprime in modo indelebile nell'essere molfettese.
E siamo certi che anche tutti coloro che almeno una volta nella vita abbiano incrociato il suo grave incedere sospinto dai confratelli vestiti di nero siano rimasti folgorati dalla sua bellezza.
Forse sarà proprio per questo inspiegabile magnetismo che alla processione dei "Santi" di questo 2017 i presenti, sia all'uscita che alla ritirata, sembrano essersi moltiplicati, una distesa di gente che affolla corso Dante a perdita d'occhio.
Sicuramente un dato positivo, non soltanto per un mero fattore turistico, ma per una sorta di orgoglio molfettese che mostra ad occhi stranieri i suoi tesori più cari.