La Pietà giunge a destinazione, entusiasmo e commozione
Le immagini dell'arrivo, le emozioni, l'entrata e l'apertura della cassa in Basilica
sabato 21 maggio 2016
20.11
l simulacro della Pietà è finalmente giunto nel cuore di Roma accompagnato da un foltissimo gruppo di confratelli e fedeli. Solo da Molfetta si contano più di un migliaio di pellegrini, senza contare tutti coloro che si trovano già in loco o sono giunti da ogni parte dell'Italia e del mondo.
Grande l'entusiasmo che si respira sin dalle prime luci dell'alba nonostante la pioggia e il cielo grigio; tangibile la commozione quando la Pietà lascia il suo posto d'onore nella chiesa del Purgatorio: per due giorni i molfettesi in città si sentiranno un po' orfani della madre celeste, ma a consolari sarà l'orgoglioso pensiero che altri occhi potranno ammirare la loro "grande bellezza".
Ad ogni chilometro percorso dai pullman verso Roma il leitmotiv delle marce funebri si fa più forte, qualcuno le canticchia, altri si sorprendono quando il camion che trasporta la Madonna sorpassa sulla strada il proprio mezzo. Gli occhi sono sempre vigili, la cercano, la seguono, si rassicurano.
La grandezza di Roma accoglie tutti con un cielo terso e un sole sorridente, un segno probabile che tutto andrà bene, dovrà andare bene per ripagare l'impegno di chi questo evento senza pari lo ha vissuto fino in fondo.
Quando il prezioso carico tocca il suolo romano si può tirare un gran sospiro di sollievo: la grande cassa entra in chiesa accolta da due folte ali di pellegrini per poi essere aperta in un raccoglimento quasi sovrannaturale. Tolti gli ultimi involucri riaffiora lo splendore a cui siamo abituati. Ma non c'è tempo per rilassarsi, bisogna ricomporre il simulacro: i gesti sono gli stessi, il rituale intatto nella navata centrale della Basilica si San Giovanni dei Fiorentini blindatissima. Anche distanti da casa la tradizione è preservata.
La Pietà troneggia nell'imponente Basilica. Davanti a sé una lunga notte prima del grande giorno.
Ai pellegrini, invece, è stata riservata la possibilità di visitare in via eccezionale la Chiesa di San Giovanni Calibrata, incorporata nella struttura del Fatebenefratelli sull'isola Tiberina, per ammirare gli affreschi e le tele settecenteschi di Corrado Giaquinto, altro grande vanto artistico molfettese, attraverso la guida a cura della cooperativa FeArt.
(Foto di Vincenzo Bisceglie)
Grande l'entusiasmo che si respira sin dalle prime luci dell'alba nonostante la pioggia e il cielo grigio; tangibile la commozione quando la Pietà lascia il suo posto d'onore nella chiesa del Purgatorio: per due giorni i molfettesi in città si sentiranno un po' orfani della madre celeste, ma a consolari sarà l'orgoglioso pensiero che altri occhi potranno ammirare la loro "grande bellezza".
Ad ogni chilometro percorso dai pullman verso Roma il leitmotiv delle marce funebri si fa più forte, qualcuno le canticchia, altri si sorprendono quando il camion che trasporta la Madonna sorpassa sulla strada il proprio mezzo. Gli occhi sono sempre vigili, la cercano, la seguono, si rassicurano.
La grandezza di Roma accoglie tutti con un cielo terso e un sole sorridente, un segno probabile che tutto andrà bene, dovrà andare bene per ripagare l'impegno di chi questo evento senza pari lo ha vissuto fino in fondo.
Quando il prezioso carico tocca il suolo romano si può tirare un gran sospiro di sollievo: la grande cassa entra in chiesa accolta da due folte ali di pellegrini per poi essere aperta in un raccoglimento quasi sovrannaturale. Tolti gli ultimi involucri riaffiora lo splendore a cui siamo abituati. Ma non c'è tempo per rilassarsi, bisogna ricomporre il simulacro: i gesti sono gli stessi, il rituale intatto nella navata centrale della Basilica si San Giovanni dei Fiorentini blindatissima. Anche distanti da casa la tradizione è preservata.
La Pietà troneggia nell'imponente Basilica. Davanti a sé una lunga notte prima del grande giorno.
Ai pellegrini, invece, è stata riservata la possibilità di visitare in via eccezionale la Chiesa di San Giovanni Calibrata, incorporata nella struttura del Fatebenefratelli sull'isola Tiberina, per ammirare gli affreschi e le tele settecenteschi di Corrado Giaquinto, altro grande vanto artistico molfettese, attraverso la guida a cura della cooperativa FeArt.
(Foto di Vincenzo Bisceglie)