La personalità di Claudio Imprudente descritta da Modugno e Zaccagnino
Nel ciclo di incontri “Artigiani dell’imprudenza” accesi i riflettori sulla diversabilità
venerdì 15 marzo 2019
06.00
"Artigiani dell'imprudenza" è il titolo del ciclo di incontri promossi dall'Edizioni La Meridiana per riaccendere l'attenzione sull'attualità di alcuni insegnamenti pedagogici e sul loro impatto nella società, nella scuola di oggi.
Al centro dell'incontro dello scorso mercoledì, svoltosi presso la biblioteca del Liceo Scientifico "Albert Einstein" di Molfetta, la figura di Claudio Imprudente, presentata dal presidente de "La Meridiana", Elvira Zaccagnigno e dall'educatore, Pino Modugno. Il diretto interessato non era presente, ma le sue parole, i suoi scritti, le sue riflessioni sono arrivate forte e chiaro ai presenti.
Chi è Claudio Imprudente? Sconosciuto ai più, ma ben noto e conosciuto per quanti per lavoro (e non solo) devono quotidianamente confrontarsi con la disabilità. «Claudio è uno scrittore, un giornalista, un creatore. E' una persona, ma è anche disabile. E' affetto da tetraparesi spastica e comunica con gli occhi attraverso una speciale tavoletta», lo presenta così Pino Modugno, ed aggiunge, riprendendo le parole di Claudio da uno dei suoi testi: "le persone disabili sono soggetti di cultura, non di cura".
Con queste parole, tratte da uno dei libri di Claudio, Pino Modugno ha portato i presenti ad un'altra riflessione molto pregnante, su cosa sia essere diversamente abili, in fondo ognuno di noi è deficitario in qualcosa; partendo dalla sua personale esperienza ritiene che «la persona disabile non vuole essere normale, ma solo essere se stessa, quindi il ruolo dell'educatore deve essere quello di far uscire fuori le diverse abilità della persona». Di Claudio dice ancora: «ci insegna una vita di luce, di libertà». Ma anche a riacquistare la lentezza non solo della comunicazione, ma anche nella vita quotidiana.
Poi si sofferma su quelle che sono le parole chiave della vita di Claudio Imprudente: diversabile, lentezza, felicità, essenzialità, inclusione, integrazione, bellezza, sogni, sessualità, ma anche paura e Dio. Ognuna di queste parole diventano ulteriori spunti di riflessione. Ognuna serve per riguardare il mondo della disabilità con altri occhi. I loro.
Claudio Imprudente è anche uno dei fondatori di Maranà-tha (www.maranacom.it), una comunità di famiglie per l'accoglienza, e presidente onorario del Centro Documentazione Handicap di Bologna (www.accaparlante.it).
Di lui, invece, Elvira Zaccagnigno che ha pubblicato uno dei suoi primi libri "Re 33 e i suoi 33 bottoni d'oro", dice: «ha un pensiero illuminato e illuminante».
Dal racconto di Elvira e quello di Pino è venuto fuori una personalità forte che è riuscita ad andare oltre le barriere, che ha uno sguardo "oltre", che usa per comunicare riacquistando in tal modo un contatto visivo con il proprio interlocutore, cosa oramai persa nella nostra società. E' venuto fuori un uomo al tempo stesso forte e fragile, ben conscio dei propri limiti, da cui non si è lasciato intimorire, ma che ha superato diventando esempio per altri.
Al centro dell'incontro dello scorso mercoledì, svoltosi presso la biblioteca del Liceo Scientifico "Albert Einstein" di Molfetta, la figura di Claudio Imprudente, presentata dal presidente de "La Meridiana", Elvira Zaccagnigno e dall'educatore, Pino Modugno. Il diretto interessato non era presente, ma le sue parole, i suoi scritti, le sue riflessioni sono arrivate forte e chiaro ai presenti.
Chi è Claudio Imprudente? Sconosciuto ai più, ma ben noto e conosciuto per quanti per lavoro (e non solo) devono quotidianamente confrontarsi con la disabilità. «Claudio è uno scrittore, un giornalista, un creatore. E' una persona, ma è anche disabile. E' affetto da tetraparesi spastica e comunica con gli occhi attraverso una speciale tavoletta», lo presenta così Pino Modugno, ed aggiunge, riprendendo le parole di Claudio da uno dei suoi testi: "le persone disabili sono soggetti di cultura, non di cura".
Con queste parole, tratte da uno dei libri di Claudio, Pino Modugno ha portato i presenti ad un'altra riflessione molto pregnante, su cosa sia essere diversamente abili, in fondo ognuno di noi è deficitario in qualcosa; partendo dalla sua personale esperienza ritiene che «la persona disabile non vuole essere normale, ma solo essere se stessa, quindi il ruolo dell'educatore deve essere quello di far uscire fuori le diverse abilità della persona». Di Claudio dice ancora: «ci insegna una vita di luce, di libertà». Ma anche a riacquistare la lentezza non solo della comunicazione, ma anche nella vita quotidiana.
Poi si sofferma su quelle che sono le parole chiave della vita di Claudio Imprudente: diversabile, lentezza, felicità, essenzialità, inclusione, integrazione, bellezza, sogni, sessualità, ma anche paura e Dio. Ognuna di queste parole diventano ulteriori spunti di riflessione. Ognuna serve per riguardare il mondo della disabilità con altri occhi. I loro.
Claudio Imprudente è anche uno dei fondatori di Maranà-tha (www.maranacom.it), una comunità di famiglie per l'accoglienza, e presidente onorario del Centro Documentazione Handicap di Bologna (www.accaparlante.it).
Di lui, invece, Elvira Zaccagnigno che ha pubblicato uno dei suoi primi libri "Re 33 e i suoi 33 bottoni d'oro", dice: «ha un pensiero illuminato e illuminante».
Dal racconto di Elvira e quello di Pino è venuto fuori una personalità forte che è riuscita ad andare oltre le barriere, che ha uno sguardo "oltre", che usa per comunicare riacquistando in tal modo un contatto visivo con il proprio interlocutore, cosa oramai persa nella nostra società. E' venuto fuori un uomo al tempo stesso forte e fragile, ben conscio dei propri limiti, da cui non si è lasciato intimorire, ma che ha superato diventando esempio per altri.