La partita tra Virtus Molfetta e Virtus Andria diventa un caso diplomatico: dibattito nel Consiglio comunale andriese

Al centro della questione ci sarebbe l'audio in cui un consigliere comunale minaccia il presidente del club biancorosso

mercoledì 16 aprile 2025 10.16
La gara di ritorno della semifinale di Coppa Puglia, in programma presso lo stadio «Sant'Angelo dei Ricchi» di Andria tra Virtus Andria e Virtus Molfetta, non si è disputata. La formazione molfettese ha infatti deciso di non presentarsi, come già anticipato nei giorni precedenti da un comunicato ufficiale firmato dal presidente della società, avv. Nicola Spadavecchia.

Una scelta forte, che ha suscitato sorpresa e discussioni nel panorama calcistico regionale, ma che, secondo quanto riportato dalla stessa Virtus Molfetta, era stata già pianificata con lucidità e consapevolezza. «Abbiamo scelto di non scendere in campo, confermando una decisione già presa e organizzata nei giorni precedenti», ha chiarito Spadavecchia, che ha poi voluto stemperare i toni attorno alla vicenda.

«È giunto il momento di porre fine a polemiche inutili e infondate – prosegue il presidente –. Inoltre, ciò che poteva essere interpretato come un tentativo di intimidazione è stato prontamente chiarito: si trattava unicamente di un invito alla calma. L'equivoco è stato subito chiarito tra me e il sostenitore della squadra andriese, con il quale mi lega un'antica amicizia che va ben oltre il contesto calcistico». A sua volta, anche la Polisportiva Virtus Andria ha scelto la via della distensione, dichiarando chiusa ogni questione in merito all'episodio, lasciando spazio a un clima di riconciliazione tra i due club.

Tuttavia, a livello politico e cittadino, la vicenda ha continuato a far discutere. A infiammare nuovamente il dibattito è stato un audio che circola da giorni ad Andria, in cui una voce – attribuita da molti a un consigliere comunale andriese – pronuncerebbe la frase: «Non vi azzardate a venire ad Andria». Un'espressione dura, ritenuta da più parti una minaccia nei confronti della società ospite, tanto da essere additata come uno dei motivi principali che hanno spinto la Virtus Molfetta a rinunciare alla trasferta.

Sull'episodio è intervenuto con fermezza un fronte ampio e trasversale di forze politiche cittadine. In un comunicato congiunto, Fratelli d'Italia (Sabino Napolitano), Forza Italia (Marcello Fisfola), Lega (Paola Albo), Nuovo PSI – Liberali e Riformisti (Antonio Di Gregorio), UDC (Riccardo Frisardi), Movimento Pugliese (Luigi Del Giudice), Puglia Popolare (Beppe Raimondi) e Generazione Catuma (Gaetano Scamarcio) hanno chiesto al Consiglio Comunale di prendere posizione.

«Il Consiglio Comunale di Andria deve esprimere la sua ferma condanna contro le minacce e le intimidazioni che hanno impedito lo svolgimento di un incontro calcistico nella nostra città. La frase "Non vi azzardate a venire ad Andria", se come rappresentato dagli organi di stampa è stata pronunciata da un consigliere comunale, rappresenta una grave e inaccettabile affermazione, che ha determinato la scelta della squadra avversaria di non recarsi ad Andria», si legge nella nota.

Il comunicato sottolinea con forza come certi comportamenti siano «incompatibili con il ruolo di rappresentante istituzionale» e richiede un gesto concreto da parte dell'intero Consiglio: «Auspichiamo che, magari anche con la presentazione di un Ordine del Giorno urgente al prossimo Consiglio Comunale, l'aula stigmatizzi quanto accaduto e che il consigliere comunale, se fosse davvero tale, tragga le conseguenze di un gesto volgare e deleterio per l'immagine della città di Andria e del suo massimo organo di rappresentanza popolare».

Non manca un appello al sindaco, invitato ad agire con coerenza rispetto ai valori di legalità e rispetto da lui stesso più volte promossi pubblicamente: «Chiediamo, quindi, che il sindaco – così giustamente attento a divulgare messaggi di legalità e rispetto – si impegni rapidamente a porre rimedio a una situazione incresciosa ed imbarazzante». Il comunicato chiude con una riflessione amara, che coinvolge anche l'immagine pubblica della città: «Come si fa, ci chiediamo, a parlare di turismo, ospitalità e valori sportivi, se un consigliere comunale si rivolge così, per delle beghe calcistiche, nei confronti di un esponente di una squadra avversaria? Andria non merita queste brutte figure».

La vicenda, seppur chiusa dal punto di vista sportivo tra le due società coinvolte, continua dunque a lasciare strascichi politici e istituzionali, aprendo un confronto più ampio sui comportamenti e le responsabilità che chi rappresenta la città è chiamato ad assumere, soprattutto quando si parla di sport, rispetto e convivenza civile.