La lettera della Natalicchio non ferma Maralfa: «Cara Paoletta, Maralfone non fa parte di un certo ecosistema politico (e partitico)»
Bepi Maralfa risponde a Paola Natalicchio
martedì 28 marzo 2017
12.47
Paola Natalicchio è dispiaciuta. Ma a sinistra più di uno pensa che ormai non ci sia più nulla da fare così come Bepi Maralfa, ora divenuto quasi l'avversario interno. L'ex vice sindaco non le manda a dire. Sembra essere trascorsa una era zoologica da quando si era compagni di giunta. Inesorabile il commento del vice sindaco che sente di aver fatto tutti i passi possibili per evitare la scissione.
«Cara Paoletta, - scrive Maralfa - se c'è qualcuno fedele e imparziale (ma deve essere davvero tale) fatti raccontare l'andamento delle circa venti riunioni che abbiamo fatto per tenere unito il gruppo. Le ultime due allucinanti».
«A chi ti dirà che mi sono proposto per candidarmi a sindaco (qualora il racconto del narratore non sia sufficientemente convincente sul punto) fai leggere i miei comunicati stampa - quelli restano, al contrario delle parole che magari non contano (solitamente le mie) - comunicati del febbraio e marzo ultimi scorsi».
«Solo quando alla penultima riunione - continua Maralfa - è stato detto che per tentare l'unità bisognava "dare per forza un nome al tavolo" mi sono permesso di dare il mio. Se potevo servire a fare l'usciere del comune non il sindaco. Medio tempore era accaduto che alcuni compagni del tavolo avevano da ultimo dichiarato di essere in cerca di un candidato "della società civile" che facesse sintesi (uno nuovo e sino all'ultimo mandato non conosciuto ai più); pensavo di essere io ma doveva avere "un certo blasone politico" che io notoriamente non ho».
«È accaduto pure che tra il penultimo e ultimo tavolo è stato, da altri compagni del tavolo stesso, fatto il nome di Gano Cataldo (altro blasonato) sino a quel momento non pervenuto. Il dato è che, nonostante al tavolo vi fossero Bepi e soprattutto Gianni, i compagni hanno scartato senza pietà i nomi degli unici due presenti dall'inizio alla fine del percorso. Bene. Intanto i temi? La povertà? Le strade di Theran Molfetta dissestate? Il porto? L'urbanistica? Etc etc etc etc? Nulla di nulla di nulla di nulla. Temi zero».
Poi conclude: «La verità, tesoro mio, è che il tuo vicesindaco Maralfone non fa parte di un certo ecosistema politico (e partitico) sicché non rientra nei programmi comuni al tavolo. Manco se fosse l'ultimo ed il solo rimasto sull'isola dei famosi. Che fare allora? Un tavolo politico che ti rifiuta, un mondo civico che ti reclama. Ti do il mandato decidi tu per me. Un bacio».
«Cara Paoletta, - scrive Maralfa - se c'è qualcuno fedele e imparziale (ma deve essere davvero tale) fatti raccontare l'andamento delle circa venti riunioni che abbiamo fatto per tenere unito il gruppo. Le ultime due allucinanti».
«A chi ti dirà che mi sono proposto per candidarmi a sindaco (qualora il racconto del narratore non sia sufficientemente convincente sul punto) fai leggere i miei comunicati stampa - quelli restano, al contrario delle parole che magari non contano (solitamente le mie) - comunicati del febbraio e marzo ultimi scorsi».
«Solo quando alla penultima riunione - continua Maralfa - è stato detto che per tentare l'unità bisognava "dare per forza un nome al tavolo" mi sono permesso di dare il mio. Se potevo servire a fare l'usciere del comune non il sindaco. Medio tempore era accaduto che alcuni compagni del tavolo avevano da ultimo dichiarato di essere in cerca di un candidato "della società civile" che facesse sintesi (uno nuovo e sino all'ultimo mandato non conosciuto ai più); pensavo di essere io ma doveva avere "un certo blasone politico" che io notoriamente non ho».
«È accaduto pure che tra il penultimo e ultimo tavolo è stato, da altri compagni del tavolo stesso, fatto il nome di Gano Cataldo (altro blasonato) sino a quel momento non pervenuto. Il dato è che, nonostante al tavolo vi fossero Bepi e soprattutto Gianni, i compagni hanno scartato senza pietà i nomi degli unici due presenti dall'inizio alla fine del percorso. Bene. Intanto i temi? La povertà? Le strade di Theran Molfetta dissestate? Il porto? L'urbanistica? Etc etc etc etc? Nulla di nulla di nulla di nulla. Temi zero».
Poi conclude: «La verità, tesoro mio, è che il tuo vicesindaco Maralfone non fa parte di un certo ecosistema politico (e partitico) sicché non rientra nei programmi comuni al tavolo. Manco se fosse l'ultimo ed il solo rimasto sull'isola dei famosi. Che fare allora? Un tavolo politico che ti rifiuta, un mondo civico che ti reclama. Ti do il mandato decidi tu per me. Un bacio».