La Guardia di Finanza compie 244 anni. Il bilancio

Nell'attività svolta dai finanzieri due decreti di sequestro anticipato eseguiti a Molfetta

sabato 23 giugno 2018
In Puglia le indagini patrimoniali della Guardia di Finanza contro le mafie, volte a sottrarre le risorse finanziarie e patrimoniali dalle quali le consorterie criminali traggono sostento, hanno portato alla confisca di beni e valori per 38 milioni di euro e ulteriori 52 milioni sono stati sequestrati, mentre le richieste di sequestro in corso ammontano a 160 milioni di euro.

Questa è una delle voci del bilancio annuale delle Fiamme Gialle pugliesi, illustrato nel corso della cerimonia a Bari per il 244esimo anniversario della fondazione del corpo. Il denaro illecitamente accumulato dalle mafie, dagli evasori seriali, dai corrotti e corruttori e dagli altri criminali, per poter essere lavato della sua provenienza sporca, deve essere riciclato in attività o in investimenti apparentemente puliti.

Ecco che seguire i flussi finanziari diventa fondamentale in ogni tipologia di contrasto agli illeciti. Il valore del riciclaggio accertato dal comando regionale Puglia della Guardia di Finanza nell'ultimo anno e mezzo si è attestato attorno ai 17 milioni.

Ulteriori 6 milioni sono stati inoltre sequestrati, mentre le richieste di sequestro in corso ammontano a 25 milioni. Un fiume di soldi intercettato grazie alle 44 indagini di polizia giudiziaria avviate, da cui sono scattate denunce per riciclaggio e autoriciclaggio nei confronti di 150 persone (di queste, 16 agli arresti). La lotta al fenomeno del riciclaggio - è stato evidenziato - non si fa però solo con la repressione.

Per contrastarlo al meglio è necessaria anche una seria azione preventiva attraverso le analisi delle segnalazioni di operazioni sospette. Il controllo dei movimenti di valuta presso i confini terrestri e navali della regione Puglia, compresi porti e aeroporti e sedi doganali, ha portato ad accertare 317 violazioni alla normativa valutaria, con 1,4 milioni di euro di valuta e titoli illecitamente trasportati al seguito.

Scoperti infine reati fallimentari con il sequestro di beni per 97 milioni su un totale di patrimoni risultati distratti di oltre 580 milioni. Interventi sempre più mirati per contrastare le frodi fiscali in Puglia: sono stati 5.591, tra verifiche e controlli, quelli eseguiti nell'ultimo anno nei confronti delle persone e delle imprese considerate maggiormente a rischio di evasione fiscale.

Sono 1.100 i reati fiscali denunciati in un anno e mezzo di attività. Il 65% di questi sono rappresentati dagli illeciti più insidiosi e pericolosi per la stabilità economico-finanziaria del Paese e per la libera concorrenza tra imprese: l'emissione di fatture false, la dichiarazione fraudolenta, l'occultamento di documentazione contabile. Sono 1.114 i responsabili individuati, 21 dei quali arrestati.

I sequestri di disponibilità patrimoniali e finanziarie ai responsabili di frodi fiscali ammontano a 45 milioni di euro, cui si aggiungono le ulteriori proposte di sequestro già avanzate, per 286 milioni di euro. Sono 761, inoltre, le persone del tutto sconosciute al fisco (evasori totali) responsabili di aver evaso, in un anno e mezzo, 132 milioni di euro di Iva.

Nello stesso periodo sono stati verbalizzati 892 datori di lavoro per aver impiegato 3.161 lavoratori in nero o irregolari. Nel settore delle accise, i 547 interventi dei finanzieri hanno portato al sequestro di circa 2.000 tonnellate di prodotti energetici oggetto di frode. A questi si aggiunge un consumato in frode pari a circa 85mila tonnellate nel comparto del gioco e delle scommesse, sono stati eseguiti circa 900 controlli e concluse 68 indagini di polizia giudiziaria.

Tante le operazioni che hanno coinvolto la provincia di Bari, una anche Molfetta. Sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata si può ricordare l'intervento dei finanzieri della locale Tenenza, che il 7 dicembre 2017 accertarono la pericolosità sociale di due soggetti, entrambi molfettesi, dediti abitualmente a condotte delittuose.

Tra questi il traffico di droga, l'estorsione, l'usura continuata ed aggravata, la ricettazione nonché l'introduzione ed il commercio nel territorio dello Stato di prodotti con segni falsi. Tali reati avevano permesso agli stessi di accumulare ingenti ricchezze, per l'importo complessivo di circa 4 milioni di euro.