La Festa della Repubblica nelle parole del sindaco Natalicchio
Lavoro, istruzione e sanità al centro del discorso in villa comunale
mercoledì 3 giugno 2015
7.29
«La costruzione di questa Repubblica non è finita 69 anni fa ma continua ogni giorno. La Repubblica di ogni giorno di cui ognuno di noi, nessuno escluso, ha un pezzo di responsabilità».
È con questa convinzione che si conclude il discorso che il sindaco Paola Natalicchio ha tenuto stamane nella villa comunale in occasione delle celebrazioni del 2 giugno.
Temi forti, quelli affrontati dal primo cittadino che non si risparmia e rilancia coesione e voglia di fare, voglia di non restare inermi sulla «cosa pubblica, su come servirla meglio, su come esercitare al meglio il nostro attaccamento alla bandiera tricolore di questo paese e anche a quella biancorossa di questa città».
Così sono tre i capisaldi individuati dalla Natalicchio.
Prima di tutto il lavoro per il quale deve impegnarsi il Governo: uscire dalla crisi economica è un imperativo morale, strumento per assicurare ai giovani futuro e a chi a cinquant'anni si trova disoccupato un modo per ripartire, puntando su ogni settore produttivo.
Poi spazio alla «scuola buona, così distante dalla legge sulla buona scuola. La scuola buona che è scuola pubblica e che attende ancora un piano per l'edilizia scolastica completo e adeguatamente finanziato che ci faccia sentire sicuri davvero quando la mattina mandiamo i nostri ragazzi in aule spesso fatiscenti e in strutture obsolete. Che i Comuni devono riparare, aggiustare e far funzionare ogni giorno, nonostante i tagli ai bilanci comunali stiano svuotando le casse delle nostre città, anche quest'anno, in un rassegnato silenzio generale», continua.
Infine la sanità e la promozione della salute partendo da "ospedali che non possono essere smontati", passando per "pari opportunità di cura" fino ad arrivare alla "difesa e la promozione dei diritti dei bambini e degli anziani. Sul contrasto alle diseguaglianze di genere, all'omofobia e alla violenza sulle donne. Sull'inserimento sociale attivo delle fasce deboli e con bisogno-fragilità".
Come tradizione il sindaco ha deposto una corona d'alloro al monumento dei Caduti.
È con questa convinzione che si conclude il discorso che il sindaco Paola Natalicchio ha tenuto stamane nella villa comunale in occasione delle celebrazioni del 2 giugno.
Temi forti, quelli affrontati dal primo cittadino che non si risparmia e rilancia coesione e voglia di fare, voglia di non restare inermi sulla «cosa pubblica, su come servirla meglio, su come esercitare al meglio il nostro attaccamento alla bandiera tricolore di questo paese e anche a quella biancorossa di questa città».
Così sono tre i capisaldi individuati dalla Natalicchio.
Prima di tutto il lavoro per il quale deve impegnarsi il Governo: uscire dalla crisi economica è un imperativo morale, strumento per assicurare ai giovani futuro e a chi a cinquant'anni si trova disoccupato un modo per ripartire, puntando su ogni settore produttivo.
Poi spazio alla «scuola buona, così distante dalla legge sulla buona scuola. La scuola buona che è scuola pubblica e che attende ancora un piano per l'edilizia scolastica completo e adeguatamente finanziato che ci faccia sentire sicuri davvero quando la mattina mandiamo i nostri ragazzi in aule spesso fatiscenti e in strutture obsolete. Che i Comuni devono riparare, aggiustare e far funzionare ogni giorno, nonostante i tagli ai bilanci comunali stiano svuotando le casse delle nostre città, anche quest'anno, in un rassegnato silenzio generale», continua.
Infine la sanità e la promozione della salute partendo da "ospedali che non possono essere smontati", passando per "pari opportunità di cura" fino ad arrivare alla "difesa e la promozione dei diritti dei bambini e degli anziani. Sul contrasto alle diseguaglianze di genere, all'omofobia e alla violenza sulle donne. Sull'inserimento sociale attivo delle fasce deboli e con bisogno-fragilità".
Come tradizione il sindaco ha deposto una corona d'alloro al monumento dei Caduti.