“La felicità come diritto”, il secondo romanzo della molfettese Marta Pisani
La scelta forte e trasgressiva di Lucrezia, la protagonista, e i primi germi dei diritti alle pari oppotunità
sabato 18 novembre 2023
10.02
Ad un anno dall'uscita del suo primo romanzo "Il diritto di scegliere", Marta Pisani ha presentato ieri sera nell'Auditorium Madonna della Rosa il suo secondo romanzo
"La felicità come diritto", edito da Florestano, che continua a raccontare la storia di Lucrezia, della sua scelta e di uno spaccato di vita del dopoguerra molfettese e non.
Anche per la promozione di questo nuovo libro, l'evento è stato organizzato dall'Associazione molfettesi nel mondo, con il patrocinio del Comune di Molfetta.
Nel primo romanzo la protagonista, Lucrezia, per aiutare la famiglia aveva deciso di sposare per procura un ragazzo emigrato in Argentina, ma arrivata in quella terra scopre di essere stata vittima di un inganno, non le è stato detto che lo sposo per procura aveva una disabilità. Quindi non scende dalla nave e torna in Italia. Più volte l'autrice ribadisce che «Lucrezia non rifiuta la disabilità, ma l'inganno che ha subito».
Per il relatore Gianni Antonio Palumbo, docente dell'Università di Foggia, e per Marta Pisani, era necessario sunteggiare il primo romanzo per poter entrare nella storia de "La felicità come diritto", perché questa volta si parte dal punto di vista di Michele Palmara, lo sposo rifiutato. Infatti, per entrambi non bisogna mai guardare un frammento di mondo, ma bisogna vedere le varie prospettive, le varie sfaccettature.
"La felicità come diritto" inizia con un fatto storico poco noto, ossia il bombardamento del porto di Bari avvenuto alle 19,25 del 2 dicembre 1943. In quel bombardamento, oltre al porto, vennero coinvolte diverse strade di Bari, in particolare via Crisanzio, e proprio in quella via abitava il protagonista Michele Palmara, ragazzo di belle speranze, studente, che in pochi secondi vede svanire i propri sogni, ma non la vita. Anche se la sua vita verrà stravolta per sempre perché gli saranno amputate parte delle gambe, e proseguirà in una terra straniera e lontana, su suggerimento del padre. E proprio in Argentina troverà la sua "nuova" strada di imprenditore.
Ed ecco che ancora una volta Marta Pisani porta un evento storico nel microcosmo della quotidianità di una famiglia, che verrà sconvolta per sempre, come è accaduto ai 150 civili morti a causa di quel bombardamento e, chi si è salvato ha portato ferite non solo fisiche ma anche psicologiche per tutta la vita. La scrittrice ci tiene a precisare che il personaggio di Michele è inventato, ma dalle sue ricerche storiche fatte insieme con il supporto dello storico Vito Antonio Leuzzi, si è ricostruito quanto avvenne quel giorno a Bari.
Ma torniamo a Lucrezia, che durante il suo viaggio per l'Argentina conosce un Ufficiale, per cui prova un sentimento, in questo secondo romanzo, come ci anticipano l'autrice e il relatore saranno i due uomini l'Ufficiale e Michele cercheranno di conquistare il cuore della ragazza attraverso un rapporto epistolare. No allora non c'era internet, non c'era la tecnologia odierna, i rapporti i mantenevano e si costruivano attraverso le lettere scritte rigorosamente a mano.
Per Gianni Antonio Palumbo questo romanzo è una storia corale, nel primo c'era solo Lucrezia, ora accanto a lei, oltre ai due uomini, ci sono tanti altri racconti paralleli che danno la dimensione e uno spaccato della vita quotidiana del secondo dopoguerra, della mentalità, della voglia delle donne di avere una voce. Tante le tematiche che vengono toccate in questo nuovo romanzo, partendo dalla disabilità, al contrasto generazionale, trattato con ironia e garbo, ai migranti che hanno fallito la loro missione nelle Americhe, al un nuovo tipo di immigrazione che si è profilato nel secondo dopoguerra dal Sud verso il nord Italia.
La storia dice, durante il suo intervento l'autrice, è scritta dai grandi a tavolino, ma sono le microstorie quelle che hanno costruito il nostro Paese.
"La felicità come diritto" è una storia dal sapore antico, ma che al suo interno contiene i germi di quelle che oggi sono le pari opportunità, di quelle lotte che le donne hanno dovuto fare per la conquista dei propri diritti.
Infatti, in entrambi i romanzi di Marta Pisani il titolo contiene la parola "diritto" è la stessa scrittrice a spiegare, ai nostri microfoni, il senso di questa parola: «Il diritto è la cosa più importante. Nel corso della storia noi donne abbiamo dovuto lottare per i diritti. E dopo il diritto epocale al voto nel 1946, che abbiamo avuto dopo anni di lotte, c'è stata a catena tutta una serie di rivendicazioni che hanno fatto le femministe, che hanno fatto le donne, anche comuni, che hanno portato poi al riconoscimento di diritti fondamentali delle stesse».
E rivolgendosi alle nuove generazioni dice: «Quindi la nuova generazione è privilegiata perché gode di quei diritti che ritiene quasi banali, ormai scontati, invece, sono frutto di lotte, di anni che noi della generazione precedente abbiamo fatto. Suggerisco ai giovani di leggere questi testi perché il futuro e il presente lo si è costruito sul passato. Quindi bisogna studiare il passato per conoscere il presente e programmare il futuro».
Altra parola chiave del titolo è felicità, che durante l'incontro passa quasi in secondo piano, forse volutamente lasciata in disparte per lasciare nei presenti la curiosità di scoprire, leggendo il libro, se la protagonista alla fine riesce a conquistare la sua felicità.
Non una presentazione comune, non solo reading di alcune pagine del libro con la magnifica interpretazione di Mariella Facchini, abbiamo potuto vedere attraverso un bellissimo video il racconto in immagini del romanzo, curato da Damiana Angione. Marta Pisani, inoltre, ha voluto per la presentazione di questo secondo romanzo far rivivere ai presenti le emozioni di una milonga argentina, le atmosfere, le sonorità, la sensualità del tango attraverso un intermezzo musicale curato da Francesco Giancaspro e Mariangela Di Capua.
"La felicità come diritto", edito da Florestano, che continua a raccontare la storia di Lucrezia, della sua scelta e di uno spaccato di vita del dopoguerra molfettese e non.
Anche per la promozione di questo nuovo libro, l'evento è stato organizzato dall'Associazione molfettesi nel mondo, con il patrocinio del Comune di Molfetta.
Nel primo romanzo la protagonista, Lucrezia, per aiutare la famiglia aveva deciso di sposare per procura un ragazzo emigrato in Argentina, ma arrivata in quella terra scopre di essere stata vittima di un inganno, non le è stato detto che lo sposo per procura aveva una disabilità. Quindi non scende dalla nave e torna in Italia. Più volte l'autrice ribadisce che «Lucrezia non rifiuta la disabilità, ma l'inganno che ha subito».
Per il relatore Gianni Antonio Palumbo, docente dell'Università di Foggia, e per Marta Pisani, era necessario sunteggiare il primo romanzo per poter entrare nella storia de "La felicità come diritto", perché questa volta si parte dal punto di vista di Michele Palmara, lo sposo rifiutato. Infatti, per entrambi non bisogna mai guardare un frammento di mondo, ma bisogna vedere le varie prospettive, le varie sfaccettature.
"La felicità come diritto" inizia con un fatto storico poco noto, ossia il bombardamento del porto di Bari avvenuto alle 19,25 del 2 dicembre 1943. In quel bombardamento, oltre al porto, vennero coinvolte diverse strade di Bari, in particolare via Crisanzio, e proprio in quella via abitava il protagonista Michele Palmara, ragazzo di belle speranze, studente, che in pochi secondi vede svanire i propri sogni, ma non la vita. Anche se la sua vita verrà stravolta per sempre perché gli saranno amputate parte delle gambe, e proseguirà in una terra straniera e lontana, su suggerimento del padre. E proprio in Argentina troverà la sua "nuova" strada di imprenditore.
Ed ecco che ancora una volta Marta Pisani porta un evento storico nel microcosmo della quotidianità di una famiglia, che verrà sconvolta per sempre, come è accaduto ai 150 civili morti a causa di quel bombardamento e, chi si è salvato ha portato ferite non solo fisiche ma anche psicologiche per tutta la vita. La scrittrice ci tiene a precisare che il personaggio di Michele è inventato, ma dalle sue ricerche storiche fatte insieme con il supporto dello storico Vito Antonio Leuzzi, si è ricostruito quanto avvenne quel giorno a Bari.
Ma torniamo a Lucrezia, che durante il suo viaggio per l'Argentina conosce un Ufficiale, per cui prova un sentimento, in questo secondo romanzo, come ci anticipano l'autrice e il relatore saranno i due uomini l'Ufficiale e Michele cercheranno di conquistare il cuore della ragazza attraverso un rapporto epistolare. No allora non c'era internet, non c'era la tecnologia odierna, i rapporti i mantenevano e si costruivano attraverso le lettere scritte rigorosamente a mano.
Per Gianni Antonio Palumbo questo romanzo è una storia corale, nel primo c'era solo Lucrezia, ora accanto a lei, oltre ai due uomini, ci sono tanti altri racconti paralleli che danno la dimensione e uno spaccato della vita quotidiana del secondo dopoguerra, della mentalità, della voglia delle donne di avere una voce. Tante le tematiche che vengono toccate in questo nuovo romanzo, partendo dalla disabilità, al contrasto generazionale, trattato con ironia e garbo, ai migranti che hanno fallito la loro missione nelle Americhe, al un nuovo tipo di immigrazione che si è profilato nel secondo dopoguerra dal Sud verso il nord Italia.
La storia dice, durante il suo intervento l'autrice, è scritta dai grandi a tavolino, ma sono le microstorie quelle che hanno costruito il nostro Paese.
"La felicità come diritto" è una storia dal sapore antico, ma che al suo interno contiene i germi di quelle che oggi sono le pari opportunità, di quelle lotte che le donne hanno dovuto fare per la conquista dei propri diritti.
Infatti, in entrambi i romanzi di Marta Pisani il titolo contiene la parola "diritto" è la stessa scrittrice a spiegare, ai nostri microfoni, il senso di questa parola: «Il diritto è la cosa più importante. Nel corso della storia noi donne abbiamo dovuto lottare per i diritti. E dopo il diritto epocale al voto nel 1946, che abbiamo avuto dopo anni di lotte, c'è stata a catena tutta una serie di rivendicazioni che hanno fatto le femministe, che hanno fatto le donne, anche comuni, che hanno portato poi al riconoscimento di diritti fondamentali delle stesse».
E rivolgendosi alle nuove generazioni dice: «Quindi la nuova generazione è privilegiata perché gode di quei diritti che ritiene quasi banali, ormai scontati, invece, sono frutto di lotte, di anni che noi della generazione precedente abbiamo fatto. Suggerisco ai giovani di leggere questi testi perché il futuro e il presente lo si è costruito sul passato. Quindi bisogna studiare il passato per conoscere il presente e programmare il futuro».
Altra parola chiave del titolo è felicità, che durante l'incontro passa quasi in secondo piano, forse volutamente lasciata in disparte per lasciare nei presenti la curiosità di scoprire, leggendo il libro, se la protagonista alla fine riesce a conquistare la sua felicità.
Non una presentazione comune, non solo reading di alcune pagine del libro con la magnifica interpretazione di Mariella Facchini, abbiamo potuto vedere attraverso un bellissimo video il racconto in immagini del romanzo, curato da Damiana Angione. Marta Pisani, inoltre, ha voluto per la presentazione di questo secondo romanzo far rivivere ai presenti le emozioni di una milonga argentina, le atmosfere, le sonorità, la sensualità del tango attraverso un intermezzo musicale curato da Francesco Giancaspro e Mariangela Di Capua.