La droga, la lite e l'omicidio: De Gennaro accoltellato a collo e torace

Trovata marijuana nella casa del 29enne fermato per il delitto. I suoi legali: «È completamente sconvolto e turbato per quanto accaduto»

sabato 17 febbraio 2024 12.44
A cura di Nicola Miccione
Una furibonda lite maturata per la gestione del traffico di sostanze stupefacenti a Molfetta, in particolare marijuana, e poi sfociata nel sangue. Sarebbe questo il movente, probabilmente legato all'ambiente dello spaccio di droga, dell'omicidio di Dario De Gennaro il 23enne assassinato nel pomeriggio di giovedì a Molfetta.

Il giovane è stato ucciso con diverse coltellate che l'hanno raggiunto al collo e al torace: il suo corpo è stato ritrovato ieri dopo che il presunto assassino, Onofrio de Pasquale, 29enne, s'è costituito ai Carabinieri e ha confessato il delitto. L'autopsia, disposta dalla Procura della Repubblica di Trani, sarà eseguita nei prossimi giorni mentre l'incarico per l'effettuazione degli esami sarà conferito, probabilmente lunedì a Sara Sablone, dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari.

Secondo quanto ricostruito finora dai militari della Compagnia di Molfetta, diretti dal sostituto procuratore di turno Marcello Catalano, il delitto sarebbe avvenuto al culmine di un'accesa discussione, probabilmente collegata ai traffici illeciti. Giovedì, infatti, De Gennaro si è recato per un chiarimento a casa di de Pasquale, al primo piano di una palazzina al civico 27 di via Immacolata, dove ieri i Carabinieri, durante il sopralluogo, avrebbero sequestrato anche alcune dosi di marijuana.

I due avrebbero litigato - De Gennaro, appassionato di arti marziali, si allenava in palestra -, fra spintoni e pugni. Allora de Pasquale - che in casa deteneva droga e per questo, oltre all'accusa di omicidio, è indagato anche per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti - avrebbe impugnato un coltello - trovato e compatibile, seppur astrattamente, con le ferite presenti sul corpo della vittima -, colpendo De Gennaro al collo e al torace. Il 23enne è «deceduto per le gravi ferite riportate».

Il cadavere, indicato dal presunto omicida, è stato trovato riverso sul pavimento dell'immobile. Almeno questo è quanto è stato ricostruito finora, al termine di un interrogatorio fiume terminato ieri sera, quando il 29enne, con un solo precedente di polizia alle spalle (nel 2014, con un complice, fu accusato di avere ferito con un coltello durante una rapina un benzinaio di Bisceglie, in via Bovio, che si era rifiutato di consegnare l'incasso) è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.

«De Pasquale è completamente sconvolto e turbato per quanto accaduto, ha detto Dario Iurlaro, l'avvocato che con il collega Giacomo Piepoli ha accompagnato il presunto omicida in caserma, a Molfetta, per costituirsi. L'uomo, che si trova nel carcere di Trani, «sta collaborando con gli inquirenti fornendo informazioni utili alla ricostruzione dell'accaduto», ha detto il legale evidenziando che «ha risposto a tutte le domande in sede di interrogatorio» durato per tutta la giornata di ieri.

«Ora - ha concluso Iurlaro - aspettiamo l'evolversi delle indagini», delegate ai militari coordinati dal capitano Danilo Landolfi. Per gli inquirenti, che hanno raccolto la deposizione dell'indagato, il quadro indiziario è abbastanza chiaro. Si attendono i risultati di una serie di accertamenti, fra cui l'autopsia, disposta dalla Procura della Repubblica di Trani e che sarà eseguita nei prossimi giorni, e l'interrogatorio del 29enne, in programma lunedì mattina all'interno del penitenziario di Trani.

Fra questi esami, ci sono gli esiti delle telecamere di videosorveglianza della strada e l'analisi del cellulare della vittima, va rafforzandosi il movente. L'omicidio sarebbe stato l'epilogo di una lite, quasi certamente per dissidi legati agli stupefacenti che de Pasquale custodiva nella propria abitazione per conto di qualcuno.