La danza come motivo di vita: il successo di Vito Pansini raccontato da chi lo conosce bene
Il lungo percorso del talento di Molfetta nelle parole della sua maestra Francesca Rucci
giovedì 4 aprile 2024
Essere catturati da un'esplosione di luce, dalla tenerezza dell'alba, dalla bellezza di un campo di grano, dal volo libero di un gabbiano, dal fuoco che scoppietta nel camino, protagonisti del bello. Proiettarsi col proprio corpo in vortici incandescenti di luce, riprendere volto umano e tempestare la platea di emozioni, mistero che si coglie nella danza.
Seguire un corpo che volteggia, che lascia senza fiato…trasparenza e incanto, protagonisti del bello. Cos'è la danza, se non un meraviglioso accordo di aria e fuoco, corpo e psiche, l'espressione più autentica della vita che scorre, dell'amore che infonde cosmica energia! "Colui che danza cammina sull'acqua e dentro una fiamma", sosteneva Garcia Lorca. 2 Di fronte ad un volteggiare lieve di corpi, ad un'anima che vibra ci sentiamo rapiti da tanta grazia, entriamo nella divina atmosfera della danza, protagonisti tutti del bello! "Esseri umani, piante o polvere cosmica: tutti danziamo su una melodia misteriosa intonata nello spazio da un musicista invisibile", asseriva con entusiasmo Albert Einstein, "I ballerini sono gli atleti di Dio". La danza infatti è tra le forme d'arte, quella che più si accorda all'assoluto, al divino, in grado di annullare i confini spazio-temporali, donando esplosioni d'infinito, coniugando bellezza, amore ed eternità. Straordinario il percorso artistico di Vito Pansini, étoile della danza!
Nel corso del tempo tanti ballerini e coreografi si sono cimentati in questa forma artistica così spettacolare, fra tutti citiamo l'indimenticabile Carla Fracci, l'Étoile Internazionale Luciana Savignano, il contemporaneo Roberto Bolle. Altissimo il livello di perfezione raggiunto, coniugando talento e preparazione, accolti nei più prestigiosi teatri, quali Teatro alla Scala di Milano l'Opéra di Parigi, il Bolshoi di Mosca. Tra le giovani promesse del nostro tempo, ci troviamo di fronte ad una vera rivelazione, il talentuoso Vito Pansini, orgoglio molfettese! Si distingue per le sue straordinarie capacità di esprimersi attraverso il linguaggio del movimento, per saper veicolare attraverso il corpo vive emozioni, in un ventaglio di sfumature emotive, dotato di fervida creatività. Un esempio lampante ed inequivocabile di genio e libertà. Un vero talento che lo ha portato, in un percorso inarrestabile, a danzare come primo ballerino sui palchi più ambiti, come quello dell'Opéra di Parigi.
Abbiamo ammirato tutti, Vito Pansini sul palco dell'Ariston nell'ultima serata della gara sanremese, proprio accanto a Roberto Bolle mentre si esibiva col corpo di ballo dei 18 ballerini del Béjart Ballet Lausanne. Un toccante intermezzo di musica e danza sulle note del "Bolero" di Ravel, dove ha trionfato un perfetto assieme, una coreografia di altissimo livello, accolta dall'ovazione del pubblico. Sin dalle prime note gli sguardi sono stati rapiti da quel volteggiare di corpi in una perfetta sintonia tra cielo e terra. Emozione ed incanto, un'esibizione davvero sorprendente. 3 Le nostre più vive congratulazioni a Vito Pansini che, partito giovanissimo da Molfetta anni fa, ha raggiunto traguardi eccelsi e si è imposto all'attenzione del mondo intero, fino alla recente esibizione sul palco dell'Ariston a Sanremo. Proviamo a conoscerlo meglio, in un rapido excursus della sua carriera. Vito Pansini, nato a Molfetta (Bari) nel 1989, ha cominciato a danzare nella sua città natale, sin dall'età di cinque anni nella scuola di danza "Étoile", con la maestra Francesca Rucci che ha continuato ad essere per lui un costante punto di riferimento.
Come ti sei avvicinato alla danza?
"È stata mia sorella, racconta a trasmettermi la voglia di danzare. Ricordo che per gioco ballavamo sul lettone dei nostri genitori con le canzoni di Michael Jackson. Ho cominciato con la danza moderna, a otto anni sono diventato campione italiano di danza latino americana. A nove ho partecipato alla trasmissione televisiva "Bravo Bravissimo" di Mike Bongiorno, lì il coreografo propose ai miei genitori di farmi studiare al Teatro alla Scala, fu allora che cominciai a pensare e volere che la danza fosse la mia vita."
Riconosciuto come piccolo prodigio durante i suoi primi anni di danza, si cimenta in vari stili, dal classico al moderno, approdando al latino americano. Ha cominciato da subito a raggiungere i primi podi, gareggiando a livello regionale, interregionale e italiano, fino a prendere parte a programmi televisivi come "30 ore per la vita" il programma condotto da Lorella Cuccarini, il programma di Michele Cucuzza" La vita in diretta" fino ad arrivare finalista al programma televisivo "Bravo Bravissimo" diretto da Mike Buongiorno e Miriana Trevisan nel 1999. All'età di undici anni, nel 2000 inizia il suo percorso di studi professionali. Entra a far parte dell'Accademia del "Teatro alla Scala" di Milano, portando con sé l'affetto della sua famiglia, i ricordi dei suoi amici e la passione per la danza, che la sua insegnante gli aveva trasmesso. Durante gli otto anni di studi a Milano, viene notato per le sue grandi potenzialità e ottiene diversi ruoli da solista in balletti firmati da celebri coreografi internazionali. Si mette in evidenza danzando in balletti come: A. Bournonville nella coreografia Napoli, Bal des Cadets (Silphide's pas de deux) 4 con coreografia diretta da D. Linchine, Class Ballet coreografia di M. Messerer, Sleeping Beauty (nel ruolo di Carabosse) coreografia di Mats Ek.
Collabora spesso con l'étoile Luciana Savignano nelle coreografie di E. Tagliavia. Si diploma con eccellenti voti nel giugno 2008 e viene subito scelto in una produzione intitolata "Cassandra" di Luciano Cannito come solista, danzando nel ruolo di Ulisse con Eleonora Abbagnato, per il Teatro Massimo di Palermo. Nello stesso periodo entra come Solista al Balletto Teatro di Torino con il coreografo Matteo Levaggi e vi rimane sei anni, prima di unirsi al "Béjart Ballet Lausanne" nell'agosto 2014. A lui la parola: -Degli anni vissuti al Balletto di Torino cosa ricordi? Cosa ti ha lasciato quell'esperienza? * "Di questi anni trascorsi al balletto teatro di Torino ricorderò sempre il momento della creazione dello spettacolo "Primo toccare", portato in scena alla biennale di Lione. Da quest'esperienza ho compreso maggiormente quanto sia importante lo scambio artistico e creativo tra coreografo e danzatore. Credo che questo sia fondamentale per una buona riuscita dello spettacolo."
La sua carriera prende il volo e viene riconosciuto come uno dei più brillanti danzatori italiani. Con il Béjart Ballet Lausanne (Svizzera) diretto da Gil Roman si fa strada partecipando a tutti i balletti del repertorio della compagnia con diversi ruoli solistici, danzando nei balletti più iconici di Maurice Bejart, tra cui "Ballet for life", "Dibouck".
Ora fai parte di una delle compagnie più famose al mondo, Béjart Ballet Lausanne. Com'è avvenuto questo tuo ingresso?
"Il mio ingresso al Béjart Ballet Lausanne è avvenuto mediante un'audizione privata. In quel periodo sentivo forte la necessità di vivere una nuova esperienza, credo che per un danzatore sia fondamentale mettersi costantemente alla prova. Una volta qualcuno mi disse: "Sali, guarda sempre dalle spalle dei giganti". In questi anni lo stesso direttore Gil Roman crea per lui numerose coreografie, fino a ideare un balletto appositamente per lui, in cui si esibisce come ballerino principale: "Tous les homme presque toujours s'imaginent", programmato in 5 tutto il mondo, dal Giappone alla Cina, Uzbekistan passando alla Russia, Germania, Belgio, Svizzera, Spagna, Romania, Grecia, fino ad arrivare in Francia al festival di Cannes e nel gennaio 2024 presso "l'Operà Garnier di Parigi." Collabora anche in altre coreografie di coreografi internazionali tra cui Julio Arozarena, Yuka Oishi, Giorgio Madia. Riceve nel 2018, con Jasmine Cammarota il Premio Capri International 2018.
Nel 2019 presso il Teatro Verdi di Padova riceve il premio nazionale "La sfera d'oro" per la danza e viene acclamato come uno dei migliori danzatori italiani all'estero. Un vero successo le sue esibizioni presso il teatro Regio di Torino, al Ravenna Featival nel 2022, a Rimini. Si esibisce anche a Bari sul palco del teatro Petruzzelli nell'ottobre 2023! Protagonista di tanta bellezza! Ha suscitato viva emozione constatare che il cartellone pubblicitario e il poster dello spettacolo all'ingresso del teatro raffiguravano il nostro Vito! Ad oggi lavora al Béjart Ballet Lausanne, regalando emozioni nei teatri più famosi del mondo, fino alla recente esibizione, sul prestigioso palco italiano del teatro Ariston di Sanremo, nel febbraio 2024.
Cosa rappresenta per te la danza?
"La danza è vita, amore, gioia, dolore, frustrazione, libertà. Non vorrei sembrare un fanatico, ma per me la danza rappresenta tutto ciò che sono. Io non vivo per danzare o non danzo per vivere, io danzo e non ho altra scelta, è la mia natura. L'aquila non ha scelto di avere ali maestose per volare più in alto, è la sua natura. Credo proprio che io sia stato "scelto" per danzare."
Nonostante il successo Vito è rimasto il ragazzo pieno di sogni e stupore, determinato, ma che ancora si emoziona quando sente parlare della sua cittadina, dei suoi amici, della sua famiglia lontana, che ha saputo riconoscere il suo talento e assecondare le sue aspirazioni.
Seguire un corpo che volteggia, che lascia senza fiato…trasparenza e incanto, protagonisti del bello. Cos'è la danza, se non un meraviglioso accordo di aria e fuoco, corpo e psiche, l'espressione più autentica della vita che scorre, dell'amore che infonde cosmica energia! "Colui che danza cammina sull'acqua e dentro una fiamma", sosteneva Garcia Lorca. 2 Di fronte ad un volteggiare lieve di corpi, ad un'anima che vibra ci sentiamo rapiti da tanta grazia, entriamo nella divina atmosfera della danza, protagonisti tutti del bello! "Esseri umani, piante o polvere cosmica: tutti danziamo su una melodia misteriosa intonata nello spazio da un musicista invisibile", asseriva con entusiasmo Albert Einstein, "I ballerini sono gli atleti di Dio". La danza infatti è tra le forme d'arte, quella che più si accorda all'assoluto, al divino, in grado di annullare i confini spazio-temporali, donando esplosioni d'infinito, coniugando bellezza, amore ed eternità. Straordinario il percorso artistico di Vito Pansini, étoile della danza!
Nel corso del tempo tanti ballerini e coreografi si sono cimentati in questa forma artistica così spettacolare, fra tutti citiamo l'indimenticabile Carla Fracci, l'Étoile Internazionale Luciana Savignano, il contemporaneo Roberto Bolle. Altissimo il livello di perfezione raggiunto, coniugando talento e preparazione, accolti nei più prestigiosi teatri, quali Teatro alla Scala di Milano l'Opéra di Parigi, il Bolshoi di Mosca. Tra le giovani promesse del nostro tempo, ci troviamo di fronte ad una vera rivelazione, il talentuoso Vito Pansini, orgoglio molfettese! Si distingue per le sue straordinarie capacità di esprimersi attraverso il linguaggio del movimento, per saper veicolare attraverso il corpo vive emozioni, in un ventaglio di sfumature emotive, dotato di fervida creatività. Un esempio lampante ed inequivocabile di genio e libertà. Un vero talento che lo ha portato, in un percorso inarrestabile, a danzare come primo ballerino sui palchi più ambiti, come quello dell'Opéra di Parigi.
Abbiamo ammirato tutti, Vito Pansini sul palco dell'Ariston nell'ultima serata della gara sanremese, proprio accanto a Roberto Bolle mentre si esibiva col corpo di ballo dei 18 ballerini del Béjart Ballet Lausanne. Un toccante intermezzo di musica e danza sulle note del "Bolero" di Ravel, dove ha trionfato un perfetto assieme, una coreografia di altissimo livello, accolta dall'ovazione del pubblico. Sin dalle prime note gli sguardi sono stati rapiti da quel volteggiare di corpi in una perfetta sintonia tra cielo e terra. Emozione ed incanto, un'esibizione davvero sorprendente. 3 Le nostre più vive congratulazioni a Vito Pansini che, partito giovanissimo da Molfetta anni fa, ha raggiunto traguardi eccelsi e si è imposto all'attenzione del mondo intero, fino alla recente esibizione sul palco dell'Ariston a Sanremo. Proviamo a conoscerlo meglio, in un rapido excursus della sua carriera. Vito Pansini, nato a Molfetta (Bari) nel 1989, ha cominciato a danzare nella sua città natale, sin dall'età di cinque anni nella scuola di danza "Étoile", con la maestra Francesca Rucci che ha continuato ad essere per lui un costante punto di riferimento.
Come ti sei avvicinato alla danza?
"È stata mia sorella, racconta a trasmettermi la voglia di danzare. Ricordo che per gioco ballavamo sul lettone dei nostri genitori con le canzoni di Michael Jackson. Ho cominciato con la danza moderna, a otto anni sono diventato campione italiano di danza latino americana. A nove ho partecipato alla trasmissione televisiva "Bravo Bravissimo" di Mike Bongiorno, lì il coreografo propose ai miei genitori di farmi studiare al Teatro alla Scala, fu allora che cominciai a pensare e volere che la danza fosse la mia vita."
Riconosciuto come piccolo prodigio durante i suoi primi anni di danza, si cimenta in vari stili, dal classico al moderno, approdando al latino americano. Ha cominciato da subito a raggiungere i primi podi, gareggiando a livello regionale, interregionale e italiano, fino a prendere parte a programmi televisivi come "30 ore per la vita" il programma condotto da Lorella Cuccarini, il programma di Michele Cucuzza" La vita in diretta" fino ad arrivare finalista al programma televisivo "Bravo Bravissimo" diretto da Mike Buongiorno e Miriana Trevisan nel 1999. All'età di undici anni, nel 2000 inizia il suo percorso di studi professionali. Entra a far parte dell'Accademia del "Teatro alla Scala" di Milano, portando con sé l'affetto della sua famiglia, i ricordi dei suoi amici e la passione per la danza, che la sua insegnante gli aveva trasmesso. Durante gli otto anni di studi a Milano, viene notato per le sue grandi potenzialità e ottiene diversi ruoli da solista in balletti firmati da celebri coreografi internazionali. Si mette in evidenza danzando in balletti come: A. Bournonville nella coreografia Napoli, Bal des Cadets (Silphide's pas de deux) 4 con coreografia diretta da D. Linchine, Class Ballet coreografia di M. Messerer, Sleeping Beauty (nel ruolo di Carabosse) coreografia di Mats Ek.
Collabora spesso con l'étoile Luciana Savignano nelle coreografie di E. Tagliavia. Si diploma con eccellenti voti nel giugno 2008 e viene subito scelto in una produzione intitolata "Cassandra" di Luciano Cannito come solista, danzando nel ruolo di Ulisse con Eleonora Abbagnato, per il Teatro Massimo di Palermo. Nello stesso periodo entra come Solista al Balletto Teatro di Torino con il coreografo Matteo Levaggi e vi rimane sei anni, prima di unirsi al "Béjart Ballet Lausanne" nell'agosto 2014. A lui la parola: -Degli anni vissuti al Balletto di Torino cosa ricordi? Cosa ti ha lasciato quell'esperienza? * "Di questi anni trascorsi al balletto teatro di Torino ricorderò sempre il momento della creazione dello spettacolo "Primo toccare", portato in scena alla biennale di Lione. Da quest'esperienza ho compreso maggiormente quanto sia importante lo scambio artistico e creativo tra coreografo e danzatore. Credo che questo sia fondamentale per una buona riuscita dello spettacolo."
La sua carriera prende il volo e viene riconosciuto come uno dei più brillanti danzatori italiani. Con il Béjart Ballet Lausanne (Svizzera) diretto da Gil Roman si fa strada partecipando a tutti i balletti del repertorio della compagnia con diversi ruoli solistici, danzando nei balletti più iconici di Maurice Bejart, tra cui "Ballet for life", "Dibouck".
Ora fai parte di una delle compagnie più famose al mondo, Béjart Ballet Lausanne. Com'è avvenuto questo tuo ingresso?
"Il mio ingresso al Béjart Ballet Lausanne è avvenuto mediante un'audizione privata. In quel periodo sentivo forte la necessità di vivere una nuova esperienza, credo che per un danzatore sia fondamentale mettersi costantemente alla prova. Una volta qualcuno mi disse: "Sali, guarda sempre dalle spalle dei giganti". In questi anni lo stesso direttore Gil Roman crea per lui numerose coreografie, fino a ideare un balletto appositamente per lui, in cui si esibisce come ballerino principale: "Tous les homme presque toujours s'imaginent", programmato in 5 tutto il mondo, dal Giappone alla Cina, Uzbekistan passando alla Russia, Germania, Belgio, Svizzera, Spagna, Romania, Grecia, fino ad arrivare in Francia al festival di Cannes e nel gennaio 2024 presso "l'Operà Garnier di Parigi." Collabora anche in altre coreografie di coreografi internazionali tra cui Julio Arozarena, Yuka Oishi, Giorgio Madia. Riceve nel 2018, con Jasmine Cammarota il Premio Capri International 2018.
Nel 2019 presso il Teatro Verdi di Padova riceve il premio nazionale "La sfera d'oro" per la danza e viene acclamato come uno dei migliori danzatori italiani all'estero. Un vero successo le sue esibizioni presso il teatro Regio di Torino, al Ravenna Featival nel 2022, a Rimini. Si esibisce anche a Bari sul palco del teatro Petruzzelli nell'ottobre 2023! Protagonista di tanta bellezza! Ha suscitato viva emozione constatare che il cartellone pubblicitario e il poster dello spettacolo all'ingresso del teatro raffiguravano il nostro Vito! Ad oggi lavora al Béjart Ballet Lausanne, regalando emozioni nei teatri più famosi del mondo, fino alla recente esibizione, sul prestigioso palco italiano del teatro Ariston di Sanremo, nel febbraio 2024.
Cosa rappresenta per te la danza?
"La danza è vita, amore, gioia, dolore, frustrazione, libertà. Non vorrei sembrare un fanatico, ma per me la danza rappresenta tutto ciò che sono. Io non vivo per danzare o non danzo per vivere, io danzo e non ho altra scelta, è la mia natura. L'aquila non ha scelto di avere ali maestose per volare più in alto, è la sua natura. Credo proprio che io sia stato "scelto" per danzare."
Nonostante il successo Vito è rimasto il ragazzo pieno di sogni e stupore, determinato, ma che ancora si emoziona quando sente parlare della sua cittadina, dei suoi amici, della sua famiglia lontana, che ha saputo riconoscere il suo talento e assecondare le sue aspirazioni.