“La casa dell’Aria”, la provocazione di Michele Amato

Una raccolta fondi può trasformare l'opera in un prototipo

giovedì 29 ottobre 2015
Due individui si avvicinano al distributore. «Liscia, freschezza marina o brezza alpina». Di lì a poco dovranno scegliere che aria inalare.
Una scena ideata dalla mente di Michele Amato, in un futuro prossimo. È la "Casa dell'Aria", progetto per un'installazione artistica vincitore, con le "Operette vegetali" di Alice Padovani, del bando Art Rounds del Premio Celeste.
«Se l'essere umano avesse voluto seriamente vivere in un ambiente meno inquinato di quello in cui vive – commenta Amato -, avrebbe affrontato il problema (come ha fatto per altro) in tempi più brevi, invece di continuare a servirsi della terra, del mare e del cielo in modo esclusivo, trivellando, scavando, interrando, ricoprendo e sversando. Intanto, come esseri definiti intelligenti, continuiamo a progettare innovative soluzioni alle nostre precedenti mancanze, non trascurando i nostri "interessi" personali».

Ricercare nella tecnologia un mondo perduto, da poter rivivere al modico costo di un gettone. La provocazione artistica di Amato potrebbe spingersi oltre il bozzetto - già presentato nei giorni scorsi alla fiera d'arte moderna e contemporanea Art Verona - fino a realizzare il "numero zero" della Casa dell'Aria, perfettamente funzionante.

Il Premio Celeste ha, infatti, avviato una raccolta fondi on-line (http://www.premioceleste.it/crowdfunding/id:1/micheleamato ) per costruire un prototipo, da esporre nel 2016 all'interno dell'Università di Verona, che ha sposato l'iniziativa.
Il crowdfunding ha l'obiettivo di raccogliere, entro il 31 ottobre, la cifra di 3.500 euro, comprensiva di realizzazione, trasporto e altre spese. Ai donatori è chiesto un contributo da 10 a 300 euro. In cambio, riceveranno creazioni firmate dallo stesso Amato o la possibilità di imprimere il proprio nome sull'opera. In caso di mancato raggiungimento dell'obiettivo, il denaro sarà restituito.