Una Cattedrale gremita tributa l'ultimo saluto al senatore De Cosmo
Sulla bara la fascia tricolore e il cappello dell’Arciconfraternita di Santo Stefano
martedì 26 aprile 2016
19.03
Una cattedrale gremita, una folla lunga e silenziosa ha reso l'estremo saluto al senatore Vincenzo de Cosmo, per tutti Enzo. Alla cerimonia funebre, officiata dal Vescovo Mons. Domenico Cornacchia, erano presenti autorità istituzionali, politiche, civili e militari, del mondo accademico e dell'associazionismo, confratelli dell'Arciconfraternita dal Sacco Rosso e amici che avevano condiviso l'intesa esistenza.
In prima fila la moglie Giovanna e la famiglia, il sindaco Paola Natalicchio con il presidente del consiglio Nicola Piergiovanni. Tra la folla anche i senatori Azzollini ed Amoruso, il sindaco Giorgino, tanti docenti universitari, il già parlamentare europeo Sergio Silvestris e l'Avvocato Francesco Logrieco, facente parte della presidenza del Consiglio Nazionale Forense.
Ad omaggio pure la bandiera dell'Azione Cattolica, a cui de Cosmo era legatissimo, gli stendardi delle Associazioni combattentistiche e d'Arma, dell'Associazione Eredi della Storia e dell' ANMIG, quella del Panathlon.
Sulla bara era poggiata la fascia di sindaco, incarico rivestito a Molfetta dal 1984 al 1991, e il cappello, parte del camice di Santo Stefano, Arciconfraternita a cui apparteneva. Due confratelli formavano il picchetto d'onore.
Nel corso dell'omelia, il Vescovo ha ricordato tutti i ruoli ricoperti da de Cosmo, sempre a servizio della "cosa pubblica". Mons. Cornacchia ha poi citato il libro "Appunti di vita vissuta", in cui il senatore racconta episodi di vita molto personali, quasi fosse una autobiografia.
L'ultimo ricordo, solo qualche giorno fa: la telefonata del politico che si scusava per non poter prendere parte alle celebrazioni per i quarantanni di sacerdozio del Pastore.
Un lungo e caloroso applauso ha salutato l'uscita dalla Cattedrale del feretro di un grande uomo, un signore nei modi, che ha segnato e contribuito a fare la storia di Molfetta, rendendola migliore.
In prima fila la moglie Giovanna e la famiglia, il sindaco Paola Natalicchio con il presidente del consiglio Nicola Piergiovanni. Tra la folla anche i senatori Azzollini ed Amoruso, il sindaco Giorgino, tanti docenti universitari, il già parlamentare europeo Sergio Silvestris e l'Avvocato Francesco Logrieco, facente parte della presidenza del Consiglio Nazionale Forense.
Ad omaggio pure la bandiera dell'Azione Cattolica, a cui de Cosmo era legatissimo, gli stendardi delle Associazioni combattentistiche e d'Arma, dell'Associazione Eredi della Storia e dell' ANMIG, quella del Panathlon.
Sulla bara era poggiata la fascia di sindaco, incarico rivestito a Molfetta dal 1984 al 1991, e il cappello, parte del camice di Santo Stefano, Arciconfraternita a cui apparteneva. Due confratelli formavano il picchetto d'onore.
Nel corso dell'omelia, il Vescovo ha ricordato tutti i ruoli ricoperti da de Cosmo, sempre a servizio della "cosa pubblica". Mons. Cornacchia ha poi citato il libro "Appunti di vita vissuta", in cui il senatore racconta episodi di vita molto personali, quasi fosse una autobiografia.
L'ultimo ricordo, solo qualche giorno fa: la telefonata del politico che si scusava per non poter prendere parte alle celebrazioni per i quarantanni di sacerdozio del Pastore.
Un lungo e caloroso applauso ha salutato l'uscita dalla Cattedrale del feretro di un grande uomo, un signore nei modi, che ha segnato e contribuito a fare la storia di Molfetta, rendendola migliore.