L'ipotesi dell'Antimafia: «Pizzo nel settore della pesca?»

Dopo la devastazione del mercato ittico di piazza Minuto Pesce

sabato 6 agosto 2016 0.30
Tutto nasce da un efferato omicidio, quello di Gaetano Spera, ucciso a Giovinazzo, il 25 marzo 2015, legato al controllo delle attività di pesca nelle acque antistanti ai litorali di Giovinazzo e Santo Spirito per l'imposizione di somme estorsive ai pescatori: un regolamento di conti, quindi, legato all'imposizione del pizzo ai pescatori.

Un movente che riporta anche la Direzione Investigativa Antimafia nella propria relazione sul secondo semestre 2015: «A luglio 2015 - si legge a pagina 147 - è stato eseguito l'arresto di quattro responsabili di un efferato omicidio, consumato a colpi di arma da fuoco, avvenuto a Giovinazzo il precedente mese di marzo, ai danni di un giovane. Le investigazioni farebbero ricondurre il movente ad una guerra fra bande per il controllo del settore della pesca e del pizzo da imporre ai pescatori».

«Aspetto, quest'ultimo, - si legge ancora - che sembrerebbe interessare anche la vicina città di Molfetta, alla luce della devastazione di una parte del mercato ittico comunale avvenuta ad opera di ignoti il successivo mese di settembre». Il 26 settembre 2015, infatti, più giovani si introdussero all'interno di piazza Minuto Pesce arrecando danni ai banchi in marmo utilizzati per la vendita dei prodotti ittici.

L'Antimafia del capoluogo, poi, passando in rassegna la calda situazione della città di Bari, analizza, seppur brevemente, quello che accade nell'hinterland del capoluogo: in realtà, si legge nel rapporto, non è cambiato granché rispetto ai primi sei mesi del 2015. Il quadro, insomma, sembra sostanzialmente immutato.

I territori sono segnati «dall'operatività, spesso violenta, di una serie di gruppi criminali minori, molti dei quali connotati dalla presenza di giovani emergenti». Già, i giovani. Stando al lavoro di analisi dei detective della Direzione Investigativa Antimafia, le giovani leve «tendono da un lato a risolvere le controversie anche attraverso scontri armati, dall'altro a guadagnare spazio rispetto alle storiche organizzazioni criminali».

Da aggiornare l'elenco delle attività illecite anche se «è tuttavia il traffico di stupefacenti - si legge - il settore da cui le organizzazioni criminali traggono i maggiori profitti», mentre sulle estorsioni la strategia si declina non solo attraverso «la richiesta di denaro», ma anche con «l'imposizione di assunzioni di lavoratori o di contratti fittizi».