L’Associazione Pandora presenta il progetto “Diana: da vittime a cacciatrici”
La presentazione affidata all’avv. Valeria Scardigno e alla psicologa dott. Chiara Gravinese
lunedì 23 ottobre 2017
L'Associazione Pandora – Sportello Antiviolenza ha scelto l'evocativo nome "Diana: da vittime a cacciatrici" per la sua nuova iniziativa destinata al pubblico femminile, chiamato stavolta ad un importante e coinvolgente percorso a tappe all'insegna dell'autoaffermazione della propria identità di genere e non solo: un incontro di presentazione del progetto si è tenuto domenica 22 ottobre presso la sala stampa di Palazzo Giovene alla presenza della presidentessa dell'associazione Pandora, l'avv. Valeria Scardigno, e della psicologa dott. Chiara Gravinese, i cui laboratori di psicologia rappresenteranno il filo rosso del percorso, articolato in tredici incontri tra novembre e maggio.
La scelta di assurgere ad una sorta di archetipo ideale la dea romana Diana, divinità della caccia dai tratti spesso selvaggi ed impetuosi, risponde dell'esigenza individuata come cardine del percorso di recuperare la dimensione femminile più autentica e naturale, libera dai condizionamenti e dalle pastoie della società, che spesso finiscono per imbrigliare e sottomettere le energie interiori, rendendole più innocue ed accettabili: tra queste forme di intime restrizioni, molte volte troviamo persino un sentimento nobile come l'amore, per il quale le donne in alcuni casi compiono infinite mutilazioni della propria psiche ed intelligenza, trasformandosi in creature diverse da quelle in cui sono nate, cosa a cui persino la dea Diana nelle varie versioni dei miti non poté rifuggire.
La liberazione di queste potenzialità interiori viene fatta quindi coincidere, nel progetto dell'Associazione Pandora, in un viaggio in cui solo apparentemente ci sono esperti e gente comune ai due lati della barricata: l'obiettivo dichiarato dell'iniziativa, infatti, è quello di far scaturire ogni energia positiva del percorso alla scoperta di sé, più dall'iterazione con il gruppo che dall'ascolto asettico del professionista, quantunque preparato e coinvolgente. Questa dimensione, nelle speranze delle organizzatrici, vuole andare anche a toccare il punto più morbido e fragile a cui l'affermazione della donna inevitabilmente porta: il momento, cioè, in cui l'identità femminile viene schiacciata, violentata, percossa e spesso persino fisicamente annientata, come ci raccontano i mille episodi di violenza che la cronaca riporta ogni giorno e che vengono affrontati nei talk show alla presenza di mille figure accademicamente titolate a parlare del fenomeno, mentre collateralmente viene meno l'aspetto più umano ed autentico dell'esperienza comune delle donne.
I contenuti di "Diana – da vittime a cacciatrici", così come sono stati illustrati nell'incontro introduttivo, mescolano ai laboratori di psicologia già menzionati, tenuti dalla dott. Gravinese con l'avv. Scardigno, la musica, la danza, il disegno, la fotografia, lo yoga, il teatro, oggetto di specifici incontri con professionalità esterne come la musicologa Lucia Tatulli, la bailaora Daniela Mezzina, l'insegnante di yoga Silvia Castagnino, la fotografa Isabella Magarelli, l'artista pittrice Carmela Candido, nonché l'associazione teatrale Malalingua. A chiusa dell'incontro, l'intervento del vicesindaco Sara Allegretta, nella veste stavolta "più di artista che di componente dell'amministrazione", la quale ha enunciato la sovrapposizione piena di intenti tra il progetto dell'associazione Pandora ed una serie di quattro futuri spettacoli, già in preparazione ad opera dell'Assessorato alla Cultura, sul tema della violenza sulle donne, con lo sfondo del mondo delle eroine della lirica.
Un percorso sicuramente che si preannuncia affascinante ed ambizioso, nella visione di una donna davvero "a tutto tondo", quasi emblematicamente a richiamare un altro mito greco, da cui l'Associazione Pandora prende il nome: quello del vaso di Pandora, appunto. Se quest'ultima, la prima donna mortale creata da Zeus, è passata simbolicamente alla storia come colei che, curiosa ed incauta, condannò l'umanità al dolore e alla sofferenza, aprendo l'orcio che racchiudeva al sicuro i mali del mondo, il suo stesso nome, dal greco antico, si traduce in "tutti i doni", che nelle intenzioni del suo creatore, le erano stati forniti alla nascita come pregi, qualità e virtù da far fruttificare.
Quelli cioè che, attraverso il recupero del valore dell'assertività, le organizzatrici del progetto "Diana – da vittime a cacciatrici", mirano a far riconquistare alle donne.
Per info: infocavpandora@gmail.com
La scelta di assurgere ad una sorta di archetipo ideale la dea romana Diana, divinità della caccia dai tratti spesso selvaggi ed impetuosi, risponde dell'esigenza individuata come cardine del percorso di recuperare la dimensione femminile più autentica e naturale, libera dai condizionamenti e dalle pastoie della società, che spesso finiscono per imbrigliare e sottomettere le energie interiori, rendendole più innocue ed accettabili: tra queste forme di intime restrizioni, molte volte troviamo persino un sentimento nobile come l'amore, per il quale le donne in alcuni casi compiono infinite mutilazioni della propria psiche ed intelligenza, trasformandosi in creature diverse da quelle in cui sono nate, cosa a cui persino la dea Diana nelle varie versioni dei miti non poté rifuggire.
La liberazione di queste potenzialità interiori viene fatta quindi coincidere, nel progetto dell'Associazione Pandora, in un viaggio in cui solo apparentemente ci sono esperti e gente comune ai due lati della barricata: l'obiettivo dichiarato dell'iniziativa, infatti, è quello di far scaturire ogni energia positiva del percorso alla scoperta di sé, più dall'iterazione con il gruppo che dall'ascolto asettico del professionista, quantunque preparato e coinvolgente. Questa dimensione, nelle speranze delle organizzatrici, vuole andare anche a toccare il punto più morbido e fragile a cui l'affermazione della donna inevitabilmente porta: il momento, cioè, in cui l'identità femminile viene schiacciata, violentata, percossa e spesso persino fisicamente annientata, come ci raccontano i mille episodi di violenza che la cronaca riporta ogni giorno e che vengono affrontati nei talk show alla presenza di mille figure accademicamente titolate a parlare del fenomeno, mentre collateralmente viene meno l'aspetto più umano ed autentico dell'esperienza comune delle donne.
I contenuti di "Diana – da vittime a cacciatrici", così come sono stati illustrati nell'incontro introduttivo, mescolano ai laboratori di psicologia già menzionati, tenuti dalla dott. Gravinese con l'avv. Scardigno, la musica, la danza, il disegno, la fotografia, lo yoga, il teatro, oggetto di specifici incontri con professionalità esterne come la musicologa Lucia Tatulli, la bailaora Daniela Mezzina, l'insegnante di yoga Silvia Castagnino, la fotografa Isabella Magarelli, l'artista pittrice Carmela Candido, nonché l'associazione teatrale Malalingua. A chiusa dell'incontro, l'intervento del vicesindaco Sara Allegretta, nella veste stavolta "più di artista che di componente dell'amministrazione", la quale ha enunciato la sovrapposizione piena di intenti tra il progetto dell'associazione Pandora ed una serie di quattro futuri spettacoli, già in preparazione ad opera dell'Assessorato alla Cultura, sul tema della violenza sulle donne, con lo sfondo del mondo delle eroine della lirica.
Un percorso sicuramente che si preannuncia affascinante ed ambizioso, nella visione di una donna davvero "a tutto tondo", quasi emblematicamente a richiamare un altro mito greco, da cui l'Associazione Pandora prende il nome: quello del vaso di Pandora, appunto. Se quest'ultima, la prima donna mortale creata da Zeus, è passata simbolicamente alla storia come colei che, curiosa ed incauta, condannò l'umanità al dolore e alla sofferenza, aprendo l'orcio che racchiudeva al sicuro i mali del mondo, il suo stesso nome, dal greco antico, si traduce in "tutti i doni", che nelle intenzioni del suo creatore, le erano stati forniti alla nascita come pregi, qualità e virtù da far fruttificare.
Quelli cioè che, attraverso il recupero del valore dell'assertività, le organizzatrici del progetto "Diana – da vittime a cacciatrici", mirano a far riconquistare alle donne.
Per info: infocavpandora@gmail.com