L'11 febbraio si torna a ballare in Puglia con la riapertura delle discoteche

Pronto a ripartire l'intero comparto, salvo ulteriori proroghe dell'ultimo minuto

martedì 8 febbraio 2022 11.14
A cura di Elga Montani
Dopo uno stop di più di due mesi si torna a ballare in Puglia. Salvo eventuali ripensamenti del Governo e ulteriori proroghe la data X è l'11 febbraio. Molti i locali che si stanno organizzando per la serata di San Valentino, anche se le paure del settore e le incertezze sono ancora molte.

«Dopo due anni di enormi difficoltà, a cui si è aggiunta la doccia fredda che ci ha imposto una nuova chiusura a ridosso delle festività di fine anno, abbiamo bisogno di riappropriarci del nostro diritto al lavoro - dichiarava in una nota il presidente di Silb-Fipe, Maurizio Pasca - Ne abbiamo bisogno per scongiurare lo spettro del fallimento che aleggia sulle nostre imprese in grande difficoltà. Tra l'altro non posso evitare di far notare che, come già successo in passato, anche quest'ultima chiusura delle discoteche non ha scongiurato il rischio assembramenti, tant'è che si è ballato ovunque e senza il controllo che avrebbero garantito i nostri imprenditori».

Non è ancora certo quali saranno le regole che verranno imposte alle discoteche. Quasi sicuramente sarà obbligatorio il Super Green Pass per accedere, e ci sarà l'obbligo di indossare la mascherina nel caso di locali al chiuso, eccezion fatta sulla pista da ballo e quando si consumano alimenti e bevande. Dalle indiscrezioni, confermate da Gianni Indino, presidente Silb Fipe Emilia Romagna, la capienza massima sarà ridotta, ovvero potranno accedere solo il 50% delle persone, che potranno essere un 75% nel caso di locali all'aperto.

«Importante riaprire, anche se molte delle nostre attività al 50% non sono remunerative dal punto di vista economico - ha dichiarato Indino questa mattina in diretta su Radio 1 -. Apriamo comunque perché è il momento di riprenderci la nostra vita, dobbiamo in qualche modo iniziare a oliare i nostri ingranaggi, dare lavoro alle persone rimaste a casa troppo tempo e trascurate dagli interventi dello Stato, perché i ristori o non sono mai arrivati o se sono arrivati sono stati limitati».