Ius soli "cittadino", il Consiglio Comunale si esprime a favore

Il punto proposto dall'Azione Cattolica recepito dalla maggioranza dei consiglieri

venerdì 25 maggio 2018 10.00
A cura di Teresa Racanati
Lo "Ius Soli" arriva in Consiglio Comunale anche a Molfetta. É il terzo punto all'ordine del giorno. Se la discussione sul Ddl 2092 (Ddl Ius Soli) a livello nazionale si è arenata in Senato per mancanza del numero legale, nella massima assise cittadina la discussione c'è stata ed è stata anche piuttosto animata.

Il punto da discutere, proposto dall'Azione Cattolica e recepito da buona parte dei consiglieri, accende gli animi benché come è noto, questa proposta a livello comunale avrebbe più una valenza simbolica che un'efficacia giuridica. Il provvedimento, come spiega il consigliere Porta nel suo intervento, mira a sensibilizzare la cittadinanza attraverso azioni sia simboliche che concrete, ma quello che sorprende è il dato statistico fornito dal consigliere di Rifondazione: Molfetta è l'unica, nella città Metropolitana e forse in Puglia a mantenere un saldo migratorio negativo, detto in soldoni vanno via più stranieri di quanti ne arrivino, per sottolineare che il calo demografico nella nostra città non risparmia davvero nessuno.

"Ius Soli" secondo la consigliera Secchi di Molfetta Futura, ha uno spirito importante perché vuol dire relazione umana, vuol dire uscire dal diritto barbarico di sangue, vuol dire diritto di civiltà inclusiva e serve ad evitare lo smarrimento culturale cui i ragazzi immigrati di seconda e terza generazione sono soggetti, non essendo cittadini in nessun luogo, da nessuna parte, non potendo avere diritti. Anticipando la dichiarazione di voto a margine del suo intervento, si dichiara favorevole, anche se specifica che il voto è personale (perché il consigliere Binetti decide di astenersi).

Di tutt'altro tenore è invece l'intervento del consigliere Forza Italia Fulvio Spadavecchia, secondo il quale lo Ius soli non ha nessuna ragione di esistere dato che lo Ius Sanguinis (diritto di sangue che fa derivare la cittadinanza da quella dei genitori e degli antenati, i cittadini stranieri residenti in Italia possono diventare italiani per naturalizzazione o per matrimonio), va bene come criterio di accesso alla cittadinanza italiana. Inoltre Spadavecchia sostiene che questa misura aprirebbe le porte ad una marea, una massa enorme di migranti che l'Italia, anche per questioni di densità abitativa non potrebbe sopportare, un'ecatombe insomma, dare la cittadinanza italiana ai bambini e bambine che nascono in Italia. Contrario dunque, in dichiarazione di voto, ma puntualizza, non razzista e non populista, la sua posizione anzi, va incontro alla morale cattolica ma è volta principalmente a valorizzare e preservare l'identità nazionale.

"A Molfetta nessuno è straniero" è la frase con cui Paola Natalicchio ricorda all'aula che Molfetta vanta una tradizione d'accoglienza molto importante. Ricorda che i molfettesi sono stati migranti nei primi anni del '900 e per questo hanno nel Dna la solidarietà verso chi lascia la propria terra "per bisogno". L'esempio di accoglienza dato da Molfetta dai tempi del Vescovo Don Tonino, e oggi, da "interi quartieri che silenziosamente praticano quotidianamente un'alleanza interculturale" ne sono una tangibile testimonianza. Dopo aver ringraziato l'Azione Cattolica per aver portato la proposta in Consiglio, il voto della consigliera di SI è favorevole.

Con 14 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti il provvedimento viene approvato.