Isa de Bari: «Parole mai dette in Consiglio Comunale»
L'avvocato: «Cronache politiche mutabili»
sabato 27 marzo 2021
8.29
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa a cura del consigliere comunale di Molfetta Isa de Bari
"Le parole che non ti ho detto". L'incipit di questa mia nota è il titolo di un film del '99, tratto da un romanzo di Nicholas Sparks dal titolo originale "Message in a Bottle". Assisto ultimamente a cronache politiche mutabili proprio con questi due titoli.
Viene celebrato un Consiglio Comunale il 22 marzo ed il giorno dopo la stampa lancia note "pervenute e comunicate" del sindaco e della sinistra all'opposizione che, proprio come messaggio in bottiglia, contiene "parole mai dette" in Consiglio Comunale il giorno prima, interventi postumi melensi o con riferimenti a figure utilizzate alla stregua di santini, tipici atteggiamenti da "li chiamavano baciapile", giusto per citare un film da circuito d'essai.
A riprova di questa mia affermazione ci sono gli streaming delle sedute che invito a consultare come verifica di quanto scrivo e si trascrive nelle note.
Questa volta, però, "le parole non dette" né in consiglio né nei "messaggi in bottiglia" del giorno dopo, sono state quelle a favore di categorie di lavoratori e imprese messe in ginocchio dal Covid.
All'OdG c'era il "Regolamento per l'istituzione e la disciplina del canone unico ....", un testo che non aveva recepito alcune esenzioni indicate dallo schema dell'ANCI.
L'emendamento formulato dal Cdx, che faceva proprie le 5 esenzioni escluse, ne vedeva recepite solo due (in area cimiteriale e per attività agricole) e registrava il voto contrario del sindaco con la sua intera maggioranza e quello di astensione della sinistra all'opposizione, su importanti esenzioni temporanee - tre anni, per il superamento della grave crisi sanitaria che ci attanaglia - relative all'occupazione di suolo pubblico per tende fisse o mobili retrattibili, per vasi e fioriere a scopo ornamentale, per occupazioni realizzate dai gestori di pubblici esercizi di ristorazione e dei bar in giornate festive e domenicali.
Per il resto val bene il motto "feste, farina e forca", naturalmente con i 'dovuto distinguo'.
"Le parole che non ti ho detto". L'incipit di questa mia nota è il titolo di un film del '99, tratto da un romanzo di Nicholas Sparks dal titolo originale "Message in a Bottle". Assisto ultimamente a cronache politiche mutabili proprio con questi due titoli.
Viene celebrato un Consiglio Comunale il 22 marzo ed il giorno dopo la stampa lancia note "pervenute e comunicate" del sindaco e della sinistra all'opposizione che, proprio come messaggio in bottiglia, contiene "parole mai dette" in Consiglio Comunale il giorno prima, interventi postumi melensi o con riferimenti a figure utilizzate alla stregua di santini, tipici atteggiamenti da "li chiamavano baciapile", giusto per citare un film da circuito d'essai.
A riprova di questa mia affermazione ci sono gli streaming delle sedute che invito a consultare come verifica di quanto scrivo e si trascrive nelle note.
Questa volta, però, "le parole non dette" né in consiglio né nei "messaggi in bottiglia" del giorno dopo, sono state quelle a favore di categorie di lavoratori e imprese messe in ginocchio dal Covid.
All'OdG c'era il "Regolamento per l'istituzione e la disciplina del canone unico ....", un testo che non aveva recepito alcune esenzioni indicate dallo schema dell'ANCI.
L'emendamento formulato dal Cdx, che faceva proprie le 5 esenzioni escluse, ne vedeva recepite solo due (in area cimiteriale e per attività agricole) e registrava il voto contrario del sindaco con la sua intera maggioranza e quello di astensione della sinistra all'opposizione, su importanti esenzioni temporanee - tre anni, per il superamento della grave crisi sanitaria che ci attanaglia - relative all'occupazione di suolo pubblico per tende fisse o mobili retrattibili, per vasi e fioriere a scopo ornamentale, per occupazioni realizzate dai gestori di pubblici esercizi di ristorazione e dei bar in giornate festive e domenicali.
Per il resto val bene il motto "feste, farina e forca", naturalmente con i 'dovuto distinguo'.