Intervista esclusiva a Bepi Maralfa tra futuro di Linea Diritta e temi politici

«Ognuno dichiari cosa è, chi è, e cosa vuol fare e si può provare a fare una sintesi. Diversamente, ci lasciassero perdere»

sabato 21 gennaio 2017 12.42
È stata la sorpresa delle scorse elezioni amministrative raccogliendo quasi il 6% delle preferenze, la carica di vicesindaco, un consigliere comunale ed un presidente di municipalizzata: parliamo del movimento politico Linea Diritta e del suo segretario Bepi Maralfa.

In un momento di confusione generale nello scacchiere politico cittadino, l'ex vicesindaco, per molti soprannominato "lo sceriffo" ed il suo movimento si pongono quindi come sicuri partecipanti delle prossime elezioni e raccontano ai nostri microfoni le loro idee.

Linea Diritta ha raccolto circa 2mila preferenze alle scorse amministrative dimostrandosi una realtà improntante, quale futuro ha quindi il movimento?
Si in effetti 2.088 voti della lista civica Linea Diritta, che sono il 5,96%, sono una bella attestazione di stima popolare, voti che uniti ai miei personali da allora candidato sindaco al primo turno contano in totale 3229 (8,81%). Non male per un Movimento nato nell'ottobre 2012, pochi mesi prima dell'inizio delle consultazioni del 2013. Il Movimento Linea Diritta è rimasto integro ha perso solo un componente, per difformità di vedute "politiche" ma per il resto si è autoconfermato nella sua totalità. Esso è presente da sempre, ha interpretato le cariche di governo laboriosamente ed in silenzio, senza mai creare spaccature e senza dar fastidio alla maggioranza; il lavoro fatto da Domenico Gagliardi, consigliere comunale e presidente di commissione nonché da Luciano Casamassima presidente della Molfetta Trasporti è stato encomiabile.
Il lavoro di bottega fatto da tutti gli altri nel triennio è stato impareggiabile.
In presenza di queste condizioni e di una visione che, nell'interno del Movimento, non ha mai fatto registrare crisi o importanti biodiversità, è impensabile mandare all'aria questa bella realtà.

Lo scacchiere politico cittadino è ancora confuso, ma Linea Diritta è comunque protagonista della scena. Dove si colloca e quali alleanze si auspica?
Si c'è confusione perchè nessuno vuol mai fare un mezzo passo indietro. Non mi piace così, mi interessano i programmi del fare, non auspico alleanze, auspico serietà. La differenza è che le prime possono essere anche conseguenze di forzature di tavolo, derivanti da insicurezze di non raggiungere i numeri che portano a governare, la seconda è un atteggiamento rispettoso della comunità politica e cittadina. E per serietà intendo la coerenza di dichiarare subito e lealmente quello che si ha in mente, senza retropensieri e senza nascondere losche riunioni di caminetto che abbiano già prodotto pericolosi inciuci.
Ognuno dichiari cosa è, chi è, e cosa vuol fare e si può provare a fare una sintesi. Diversamente, ci lasciassero perdere.

Quali scelte farà il movimento se il PD dovesse prendere strade diverse dalla vecchia coalizione di governo?
Dico pubblicamente che non mi spaventano le persone, mi infastidiscono le slealtà umane e politiche. Mi spiego meglio. Il Partito Democratico ha dichiarato di non escludere dalla propria compagine forze politiche o civiche di chiara impronta riformista. Per me è stato un atteggiamento leale: il PD ha dichiarato quello che ha in animo, e chi entra in contatto con quel Partito sa bene di cosa si tratta e, conseguentemente, può fare scelte consapevoli. Linea Diritta sta partecipando ai tavoli politici dando il proprio contributo costruttivo, ma non abbiamo giurato fedeltà a nessuno, nè intendiamo farlo se il quadro non è chiaro come il sole.

Cosa, e chi, c'è da salvare della scorsa esperienza amministrativa?
Sicuramente c'è da salvare l'idea, il progetto ed una parte del realizzato.
Disperazione esprimo per quello che si è fatto ma non si vede. Quanto al resto nella coalizione c'erano potenzialità umane e professionali enormi ma non abbiamo saputo metterle a sistema. Andavano meglio spiegate alla Città le criticità rilevate nel primo anno di governo, in cui, tra l'altro ci giunse come una mannaia il sequestro del Porto; peraltro, il Commissario Straordinario dott. Barbato non aveva neppure approvato il bilancio sicchè un anno è andato via per far quadrare i conti della vecchia gestione; ma, ripeto, andava meglio spiegato ai cittadini tutto ciò, io avrei fatto un videomessaggio alla settimana per raccontare con chiarezza. Della nostra amministrazione non mi è piaciuto affatto l'approccio tecnico politico: avremmo dovuto essere più burocrati e meno amministratori di strada, saper delegare e distribuire le responsabilità ai consiglieri, coinvolgerli maggiormente, in quanto Molfetta è grande e complessa e, soprattutto, far camminare molto più speditamente la macchina amministrativa. Un sindaco non può stare meno di 12 ore al giorno seduto al tavolo di lavoro. La politica di strada è importante ma la buona amministrazione lo è ancor più.

Bepi Maralfa, come vicesindaco uscente di una esperienza amministrativa difficile, ci riproverà ancora? Non ha timore di un effetto boomerang?
Non ho paura di nulla, devo solo parlare al Movimento e trovare in me stesso la forza della decisione. Ad oggi non escludo nulla.

Bepi Maralfa è passato alle cronache come il vicesindaco sceriffo. C'è ancora bisogno di porre l'attenzione sulla sicurezza in città?
La cosa più affettuosa è stata quel soprannome ; sono stato, però, uno sceriffo buono, la prossima volta non saprei. C'è da concentrarsi molto sulla sicurezza per tale intendendosi non soltanto l'evitamento di furti e rapine che sono appannaggio delle Forze dell'Ordine, ma sulla sicurezza a 360 gradi, un esempio su tutti anche la verifica dell rischio sismico e/o di crollo di alcuni immobili comunali, circostanza sulla quale mi sono scontrato sino alle denunce con i vertici della Polizia Locale. Un buon comandante dei vigili è capace di mettere a ferro e fuoco una città. Non serve troppa militarizzazione. Un grande rimpianto, costatomi due anni di lavoro, è stata la mancata realizzazione, a motivo delle dimissioni del Sindaco, della casermetta dei Carabinieri in Piazza Catecombe, che tutti potete apprezzare nella delibera pubblicata sull'albo pretorio. Peccato, per quella cosa ho lavorato duro.

Quali sono i temi sul quale Linea Dritta si concentrerà in campagna elettorale?
Sono sostanzialmente quelli del 2013 (trasparenza, legalità, sicurezza) ma desidero porre l'accento sulla questione del Porto: va presa una decisione importante e senza spendere troppi soldi in consulenze. Ce la possiamo fare da soli, siamo in grado, ripeto. C'è tanta gente con gli attributi non solo in politica ma anche in città. Quando si dice la politica partecipata, cosa è? Forse un mero slogan? bisogna essere più coinvolgenti, delegare di più. Altra questione che mi affligge è la povertà, dove abbiamo fatto tanto ma con i soldi risparmiati potevamo fare ancor più. Aiutare più persone dando loro maggiori opportunità. Questo per esempio, se non condiviso politicamente, può essere un motivo di "sflilamento" di Linea Diritta dalla coalizione. Il sogno realizzabile è quello degli immobili comunali per gli sfrattati, i soldi ci sono. Mi piace l'idea della Cittadella della Protezione Civile nel palazzo dell'ex Tribunale e vorrei mettere in campo l'unificazione degli uffici comunali. Quanto ai Dirigenti , ci vogliono Ferrari testa Rossa sennò non si va da nessuna parte. Le sanzioni? fuori ma soprattutto dentro il Comune. I fannulloni o gli impiegati infedeli devono andarsene a casa.