Intervista a Piero de Nicolo. Il neo segretario Pd si racconta a tutto campo

Il messaggio è chiaro. «L’unico “pollo”, sinora, sono stato io».

martedì 5 maggio 2015 7.42
A cura di Andrea Teofrasto
Intervistare Piero de Nicolo, il neo segretario del Pd, è un po' come intervistare una rock star in tournée: bisogna inseguirlo tra manifestazioni, soste, stazioni e Frecciarossa, interrotto a ogni passo da gente che lo saluta, lo invoca, lo contesta, lo abbraccia o vuol farsi selfie con lui.

A scuola lei era già così sicuro di sé?
«E chi se lo ricorda...La scuola l'ho finita da un pezzo (anche se "gli esami non finiscono mai..."). E poi, mi vedete così "sicuro"? Io sono, perennemente, perseguitato dai dubbi. Quando, però, prendo una decisione – in effetti – divento decisamente "capatosta" (per le gioie e i dolori di chi mi sta accanto...)».

Lei e il sindaco ora siete due galli nello stesso pollaio. Come procederà?
«L'unico "pollo", sinora, sono stato io. Il Sindaco è un gallo cedrone, principe del "pollaio", sicura delle sue capacità (senz'altro indubbie) e, giustamente orgogliosa delle sue scelte politiche e amministrative. Spero con la mia segreteria del PD di portare un sano confronto politico nell'area del centrosinistra molfettese. Confronto, anche acceso ma costruttivo, sulle idee e nella politica. L'alternativa è fare tutti la fine dei "capponi" di manzoniana memoria. Ve lo dice uno che di "Manzoni" se ne intende».

Vi siete già parlati dopo ieri?
«No. Non parlo di Politica con il sindaco dalla data delle mie dimissioni da Presidente della Molfetta Multiservizi (dicembre dello scorso anno). Successivamente, ci siamo incontrati in una riunione di "maggioranza" sul tema della Multiservizi (dove ho portato il mio modesto contributo di esperienza) ma abbiamo parlato solo di questo.
Comunque, so che il Sindaco è fuori sede per un pò. Le occasioni di dibattito non mancheranno».

Viste le circostanze interne al PD non teme di finire nel frullatore delle polemiche?
«Probabilmente, sono diventato Segretario del PD proprio perchè il momento che vive il Partito molfettese non è dei migliori. La dichiarazione di voto, a favore di Gugliemo Minervini (candidato in una lista che certo non è quella del PD) da parte di autorevoli esponenti del Partito locale pone serie difficoltà nel Partito stesso.
I democratici molfettesi sapranno superare anche questo. Quando prepari un "frullato" stai sempre attento a non inserirci ingredienti dai gusti troppo contrastanti. Se lo fai, ciò che bevi rischia di essere non molto piacevole.
I "frullati" migliori, ritengo, sono quelli con un solo "gusto". Per questo i "frullatori" non mi spaventano, basta usare le giuste dosi ed aromi».

Vuole un partito nuovo, o vuole comandare su quello vecchio?
«Non voglio comandare, voglio condividere. Non voglio distinzioni tra "vecchio" e "nuovo". Voglio un giusto mix di esperienze passate e speranze future».

Alcuni iscritti del Pd temono di essere licenziati? Sarà cosi?
«Risponderò da avvocato: si viene licenziati o perche l'Azienda in cui si lavora è in crisi o per "giusta causa". il PD di Molfetta non è in crisi.
Ed in ogni caso, fortunatamente per il Circolo di Molfetta, i licenziamenti non rientrano nelle prerogative a noi assegnate dallo Statuto del Partito. Se poi si riferisce a quello che ho detto nel Congresso, durante l'intervento di presentazione della mia "mozione" congressuale, sulla collocazione politica di alcuni Assessori Comunali lo ripeto serenamente: secondo me, chi non vota il Partito Democratico e fa campagna elettorale per un altro partito non può essere considerato Assessore in "quota" al Partito Democratico. Non credo sia un concetto così difficile da comprendere».

Chi pagherà il conto della sua rivoluzione?
«I "riformisti" non fanno "rivoluzioni", si sforzano di innovare attraverso la proposta politica ed il confronto democratico. E', comunque, indubbio che qualcuno pagherà il "conto" del mio nuovo impegno: i miei affetti, i miei figli e la mia professione. Torno a fare il segretario di Partito dopo oltre 20 anni. So, pertanto, cosa significa ma questa "fatica" qualcuno doveva pur farla...».

Ci sono situazioni che non ha dimenticato?
«Siamo tutti uomini, con le nostre debolezze e i nostri, più o meno, giustificati risentimenti. A Molfetta si dice che ci "sono fazzoletti che si piegano".
Io uso solo fazzoletti di carta, quelli che quando ti soffi il naso vanno buttati via e finiscono nel cestino delle cose da dimenticare».

Come si immagina, da segretario?
«Un gran "rompipalle". Nel recentissimo passato il Partito democratico molfettese ha subito troppi attacchi gratuiti porgendo, sempre, l'altra guancia. A me il messaggio evangelico piace... ma fino a un certo punto. Ora siamo tutti, assolutamente, impegnati nella Campagna Elettorale per il PD, per Michele Emiliano e per quella splendida e coraggiosa giovane risorsa politica che si chiama Erika Cormio.
A lei va il mio ringraziamento per aver voluto accettare questa sfida elettorale. Molfetta (come è già accaduto a me) scoprirà una donna coraggiosa, entusiasta ed entusiasmante. A lei affidiamo i nostri progetti, le nostre ambizioni e la nostra idea democratica. A lei Molfetta saprà affidarsi per gli ambizioni traguardi che potrebbe raggiungere. Il "Mò ava l'esse!" che leggiamo sui manifesti di Erika è il grido di una città che vuole ancora sperare in un futuro sereno. Tutto il resto lo immagineremo, tutti insieme, a campagna elettorale conclusa. Lo immagineremo insieme a tutti i veri "Democratici" molfettesi che vorranno dare una mano nella costruzione di un PD che non dimentica di essere "Partito" e non "movimento"».

Questo "renziano riformismo" dove l'ha partorito?
«Bhò. Ora, scusate, vado ad indossare la camicia bianca e ad arrotolarmi le maniche...».