Infante: «Gestione del parco "Baden Powell" totalmente da rivedere»

Il consigliere di Rifondazione: «Lo stato del verde è desolante»

lunedì 7 aprile 2025 8.13
Il consigliere comunale di opposizione Giovanni Infante ha espresso perplessità in merito alla nuova delibera della Giunta comunale sul Parco "Baden Powell" per quanto concerne il nuovo bando per la gestione dell'area ristoro:

«Apprendo dall'Albo Pretorio che con Delibera di Giunta n. 38 del 17/03/2025, l'Amministrazione ha dato mandato al Dirigente del Settore Innovazione per redigere un nuovo Bando Pubblico per la gestione dei locali e della zona Bar e Ristoro del Parco "Baden Powell". Questo perché il gestore che aveva in carico il manufatto ha receduto dal contratto unilateralmente a seguito di gravi e non meglio specificati motivi, sebbene avesse vinto un bando della durata di ben sei anni (rinnovabili) poco meno di due anni fa».

«Ricordiamo tutti che l'aggiudicazione di quel bando era stata l'anticamera della riapertura del Parco, che l'Amministrazione di Tommaso Minervini aveva legittimamente rivendicato come uno dei suoi più importanti risultati politico-amministrativi. Questo anche alla luce del fatto che all'aggiudicatario del bando, accanto alla gestione del bar, era stato assegnato anche il compito di aprire e chiudere il parco, provvedere alla pulizia dello stesso e dei servizi igienici e alla manutenzione ordinaria, a fronte di un canone annuo sostanzialmente simbolico».

«Il tutto senza prevederne un piano di gestione e manutenzione del verde, approvato solamente il 30/12/2024, e comportando addirittura un intervento straordinario di 110.000 € per la rifunzionalizzazione e il potenziamento delle aree verdi, anche alla luce dello stato pietoso in cui si trovava il verde all'interno del parco, come il circolo locale di Legambiente aveva più volte denunciato pubblicamente».

«Insomma, a distanza di due anni dalla riapertura del Parco Baden Powell, celebrata a 'reti unificate' dall'Amministrazione Comunale, l'intera operazione si è mostrata finalmente per quello che era: uno sperpero di denaro pubblico in piena regola. Messo in piedi senza un piano di gestione sostenibile, in assenza di un piano di manutenzione del verde, sobbarcando sulle spalle di un privato qualsiasi incombenza e la responsabilità di tenere aperto un luogo pubblico, di cui legittimamente il quartiere aveva necessità di riappropriarsi. Il tutto fatto in fretta e furia e in favor di telecamera, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti e con un nuovo Bando Pubblico e nessuna chiara prospettiva per il Parco e per l'intero quartiere 167».

«Come Rifondazione Comunista Molfetta continueremo a combattere questo modo becero di fare politica, ad uso e consumo di pochi, causando dei disastri amministrativi che sono diventati il marchio di fabbrica di questa amministrazione: fiumi di soldi pubblici spesi, zero o scarsi benefici per la cittadinanza».