Caparezza e i bambini della “A.Dvorak”, insieme nel prossimo disco del rapper - LE FOTO
Intervista a Lazzaro Ciccolella, presidente della scuola popolare di musica
lunedì 1 maggio 2017
Molfetta è una città dal panorama musicale variegato e composito, incarnato spesso in alcune figure di musicisti, cantanti ed artisti che sono diventati veri e propri simboli della Molfetta musicale. Tra questi, sicuramente annovereremmo Michele Salvemini, in arte Caparezza, che con i suoi album trascinanti e graffianti ha scalato le classifiche italiane.
Se poi ci spostassimo dal palcoscenico e dalle sue luci, a tutto quel mondo di studio e formazione che c'è dietro un brano musicale, a Molfetta non potremmo mai dimenticare di nominare la scuola popolare di musica "A. Dvorak" che, con i suoi corsi di strumento e canto, da anni è un polo di riferimento per decine di bambini e ragazzi.
Per questo, sembra quasi un binomio naturale la collaborazione nata appunto tra l'artista molfettese Caparezza e la scuola Dvorak che, con il suo White Noise Choir, coro di bambini tra i 6 e i 12 anni, ha contribuito alla registrazione di una traccia dell'ultimo album del rapper, in uscita nei prossimi mesi.
Ne abbiamo parlato con Lazzaro Ciccolella meglio conosciuto come "maestro Lazzaro" (come lo chiamano i bambini), presidente della scuola popolare di musica "A. Dvorak" e ideatore e direttore del Coro dei rumori bianchi.
Come è maturata l'idea di una collaborazione con l'artista molfettese Caparezza?
Avevo conosciuto Caparezza tempo fa e l'ho incontrato anche un paio di volte da quando sono a capo della scuola Dvorak di Molfetta, ma sinceramente non avrei mai immaginato una collaborazione cosi corposa e interessante. Caparezza stesso, credo un paio di anni fa, mi aveva raccontato di essere stato da ragazzino un alunno della nostra scuola, probabilmente a questo si deve la nostra collaborazione: quando nella sua canzone ha immaginato delle voci di bambini gli sarà sembrato naturale rivolgersi alla Dvorak, ed io sono stato ben felice di accogliere la sua richiesta.
I bambini che hanno partecipato alla registrazione, frequentano abitualmente i corsi della scuola Dvorak?
Il nostro coro è una delle attività di "musica d'insieme" della nostra scuola, i bambini che ne fanno parte sono inseriti in un percorso didattico strutturato: il coro per noi non è un passatempo, è un modo di imparare alcuni aspetti importanti della musica, socializzando e divertendosi. Sebbene non vi siano problemi a reperire elementi per il coro all'interno della scuola, il white noise choir è aperto anche ai bambini non appartenenti alla nostra scuola a patto che superino il test d'ingresso. Ovviamente trattandosi di un coro composto solo ed esclusivamente di "voci bianche" accedono al coro solo bambini tra i 6 e i 12 anni.
Come sono stati preparati i piccoli per la registrazione? E' stato necessario insegnare ai bambini alcuni accorgimenti per far sì che la registrazione avvenisse nel migliore dei modi?
Con questa domanda lei individua ciò che dal primo istante è stato per me il problema da risolvere. Non si parla tanto dal punto di vista tecnico/musicale, sebbene il brano non fosse semplice da eseguire: questo è il mio lavoro, trasformare le musiche difficili in semplici. Se ci pensiamo, questo è insegnare la musica. Il problema più importante era di trasformare una produzione discografica professionale, con grandi artisti e tecnici in qualcosa di bello, formativo ed emotivamente sostenibile per un bambino. Come posso portarli senza stress e ansia a essere preparati a una performance del tutto "professionale"? La risposta è il gioco. Son bastati quattro giorni per portare i bimbi a vivere un gioco fatto di ritmi e di strane figure che si muovono e cantano. Abbiamo fatto un gioco con ritmi divertenti e scioglilingua, non abbiamo fatto altro che portare il nostro gioco in studio di registrazione e aggiungere al gruppo un ulteriore bambino: Caparezza.
Come descriverebbe la canzone a cui avete collaborato?
Posso dire che è una canzone bellissima, spumeggiante, divertente, che ti spinge a far oscillare il corpo sulle gambe da sinistra verso destra e viceversa. Come si può immaginare a tanta spensieratezza fa da contraltare un testo molto intenso.
Qual è stata la reazione dei bambini alla collaborazione e alla registrazione? E quella di Caparezza?
I bambini ma anche i genitori erano entusiasti, erano quasi in delirio. Caparezza se pur nella sua grande professionalità quando è entrato in contatto con i bambini si è immediatamente trasformato in un giocherellone. Tra loro vi è stato subito un contatto diretto umano e artistico.
Quale valore aggiunto ritiene che abbia portato quest'esperienza ai bambini, nonché all'artista molfettese?
Ai bambini ha portato la consapevolezza che quando si hanno delle competenze si può collaborare con chiunque anche con gli artisti del più favoloso immaginario, senza paura, con dignità e divertendosi. Per Caparezza, forse, aver conosciuto dei bimbi straordinari? Questo bisogna chiederlo a Caparezza…
Se poi ci spostassimo dal palcoscenico e dalle sue luci, a tutto quel mondo di studio e formazione che c'è dietro un brano musicale, a Molfetta non potremmo mai dimenticare di nominare la scuola popolare di musica "A. Dvorak" che, con i suoi corsi di strumento e canto, da anni è un polo di riferimento per decine di bambini e ragazzi.
Per questo, sembra quasi un binomio naturale la collaborazione nata appunto tra l'artista molfettese Caparezza e la scuola Dvorak che, con il suo White Noise Choir, coro di bambini tra i 6 e i 12 anni, ha contribuito alla registrazione di una traccia dell'ultimo album del rapper, in uscita nei prossimi mesi.
Ne abbiamo parlato con Lazzaro Ciccolella meglio conosciuto come "maestro Lazzaro" (come lo chiamano i bambini), presidente della scuola popolare di musica "A. Dvorak" e ideatore e direttore del Coro dei rumori bianchi.
Come è maturata l'idea di una collaborazione con l'artista molfettese Caparezza?
Avevo conosciuto Caparezza tempo fa e l'ho incontrato anche un paio di volte da quando sono a capo della scuola Dvorak di Molfetta, ma sinceramente non avrei mai immaginato una collaborazione cosi corposa e interessante. Caparezza stesso, credo un paio di anni fa, mi aveva raccontato di essere stato da ragazzino un alunno della nostra scuola, probabilmente a questo si deve la nostra collaborazione: quando nella sua canzone ha immaginato delle voci di bambini gli sarà sembrato naturale rivolgersi alla Dvorak, ed io sono stato ben felice di accogliere la sua richiesta.
I bambini che hanno partecipato alla registrazione, frequentano abitualmente i corsi della scuola Dvorak?
Il nostro coro è una delle attività di "musica d'insieme" della nostra scuola, i bambini che ne fanno parte sono inseriti in un percorso didattico strutturato: il coro per noi non è un passatempo, è un modo di imparare alcuni aspetti importanti della musica, socializzando e divertendosi. Sebbene non vi siano problemi a reperire elementi per il coro all'interno della scuola, il white noise choir è aperto anche ai bambini non appartenenti alla nostra scuola a patto che superino il test d'ingresso. Ovviamente trattandosi di un coro composto solo ed esclusivamente di "voci bianche" accedono al coro solo bambini tra i 6 e i 12 anni.
Come sono stati preparati i piccoli per la registrazione? E' stato necessario insegnare ai bambini alcuni accorgimenti per far sì che la registrazione avvenisse nel migliore dei modi?
Con questa domanda lei individua ciò che dal primo istante è stato per me il problema da risolvere. Non si parla tanto dal punto di vista tecnico/musicale, sebbene il brano non fosse semplice da eseguire: questo è il mio lavoro, trasformare le musiche difficili in semplici. Se ci pensiamo, questo è insegnare la musica. Il problema più importante era di trasformare una produzione discografica professionale, con grandi artisti e tecnici in qualcosa di bello, formativo ed emotivamente sostenibile per un bambino. Come posso portarli senza stress e ansia a essere preparati a una performance del tutto "professionale"? La risposta è il gioco. Son bastati quattro giorni per portare i bimbi a vivere un gioco fatto di ritmi e di strane figure che si muovono e cantano. Abbiamo fatto un gioco con ritmi divertenti e scioglilingua, non abbiamo fatto altro che portare il nostro gioco in studio di registrazione e aggiungere al gruppo un ulteriore bambino: Caparezza.
Come descriverebbe la canzone a cui avete collaborato?
Posso dire che è una canzone bellissima, spumeggiante, divertente, che ti spinge a far oscillare il corpo sulle gambe da sinistra verso destra e viceversa. Come si può immaginare a tanta spensieratezza fa da contraltare un testo molto intenso.
Qual è stata la reazione dei bambini alla collaborazione e alla registrazione? E quella di Caparezza?
I bambini ma anche i genitori erano entusiasti, erano quasi in delirio. Caparezza se pur nella sua grande professionalità quando è entrato in contatto con i bambini si è immediatamente trasformato in un giocherellone. Tra loro vi è stato subito un contatto diretto umano e artistico.
Quale valore aggiunto ritiene che abbia portato quest'esperienza ai bambini, nonché all'artista molfettese?
Ai bambini ha portato la consapevolezza che quando si hanno delle competenze si può collaborare con chiunque anche con gli artisti del più favoloso immaginario, senza paura, con dignità e divertendosi. Per Caparezza, forse, aver conosciuto dei bimbi straordinari? Questo bisogna chiederlo a Caparezza…