Pianificazione strategica, nella continuità amministrativa

Annalisa Altomare, Lillino Di Gioia, Leo Altamura discutono della città e dei suoi problemi

lunedì 19 dicembre 2016 1.02
Si fanno sempre più intensi gli appuntamenti con la politica in vista delle prossime elezioni amministrative.

Partendo dalla considerazione che nel lasso di tempo che ci separa dalla consultazione elettorale sia necessaria una profonda riflessione sulla quale "gettare le basi di una piattaforma programmatica, concreta ed operativa, senza steccati ed ispirata dal buon senso", nei giorni scorsi si è tenuta una conversazione inserita nell'ambito dell'iniziativa "Diamoci una mossa" per restituire slancio e rilancio al tessuto economico e sociale della nostra città, ispirata dalla dottoressa Annalisa Altomare, che ha coordinato l'incontro.

Nel corso del dibattito è intervenuto l'ing. Lillino Di Gioia, il quale ha tenuto a evidenziare come «programmazione e pianificazione siano state la carta vincente di amministrazioni che hanno fatto della loro presenza una forma di prestigio nell'intera Regione Puglia…» riferendosi all'attività di Amministrazioni di diversi decenni fa, attività che ha portato all'approvazione e al finanziamento di importati strumenti come il piano particolareggiato del centro antico, il piano particolareggiato della zona artigianale, il piano particolareggiato dell'area industriale, il piano regolatore del porto, il piano del commercio.

«Il secondo ventennio… - ha sottolineato Di Gioia - ha avuto la grandissima fortuna di avere, dal maggio 2001, l'approvazione del piano regolatore generale che inglobò tutta la parte artigianale, il piano regolatore del porto, il piano regolatore della zona industriale e tutta una serie di indicazioni per quanto atteneva alla parte residenziale. E quindi venne fuori lo strumento principe, ad oggi vigente, cioè l'unico strumento di programmazione della città… che aveva durata di quindici anni».
Doveva, dunque, vedere la sua conclusione nel 2016 ma, secondo l'analisi dell'ing. Di Gioia, ben poco è stato fatto.
Alto problema posto in evidenza è stato quello del piano dell'agro, che doveva regolare il nostro territorio agricolo: «è stata fatta una ipotesi da una vecchia amministrazione… - ha sottolineato Di Gioia – ipotesi di piano dell'agro che è sotto fatto giudiziario dalla Procura di Trani, quindi il nostro piano dell'agro non ha regole; non si capisce cosa si possa fare e cosa no».

E, ancora, la Zona D4 (che va dalla Prima Cala a Giovinazzo) quella destinata a sviluppo turistico, le coste (che dovevano essere regolate dal Piano delle Coste, mai approvato definitivamente e nel quale andava inserito il piano delle spiagge), piano regolatore del porto.
A tale proposito Di Gioia ha affermato: «Secondo me c'e stata una scelta strategica sbagliata, cioè indirizzarsi verso il porto commerciale… trascurando il porto turistico». L'importanza del porto turistico è stata resa ancora più evidente dai raffronti con i comuni costieri dell'area Bari e Bat, da Trani a Monopoli.

Ha, dunque, auspicato che le forze imprenditoriali e professionali della città perché tornino a "pensare", «impostando una nuova iniziativa di grande respiro che dia ad uno studio di livello internazionale tutto ciò che è necessario fare per la città: chiusura e completamento dei comparti, piano regolatore del porto con porticciolo turistico, piano delle coste, piano dell'agro».

Per dare voce alla classe imprenditoriale e professionale è intervenuto l'ing. Leo Altamura, il quale, evidenziando che a Molfetta ci sono 200 aziende con 6.000 addetti, ha elencato i problemi a cui le amministrazioni che verranno dovranno dare risposta, a partire dalla realizzazione delle opere di mitigazione idraulica, approvate e finanziate a non ancora effettuate, eppure indispensabili a mettere in sicurezza le aziende e coloro che ci lavorano, per proseguire con la mancanza degli impianti di acque bianche nella zona artigianale di ampliamento, con l'insufficienza dei mezzi di trasporto pubblici e la necessità di maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine o l'incremento della videosorveglianza.
Ha invitato le future amministrazioni a evidenziare in Regione i problemi relativi ai finanziamenti presenti nell'Ente ma erogati in tempi troppo lunghi.

A tirare le somme della conversazione la dott.ssa Annalisa Altomare che ha affermato: «La stagione prossima che si profila per la città è quella di una pianificazione strategica, nell'affermazione di un principio: quello della continuità amministrativa.
È necessario poter indicare una direzione: riaprire le situazioni chiuse, ad esempio il porto commerciale che va portato a termine, accanto ad esso il porto turistico può rappresentare una risorsa. Le Amministrazioni devono fare la loro parte, senza entrare in conflitto con l'attività della Magistratura, ma devono fare la loro parte cominciando dalle cose più difficili».
«Bisogna ricostruire una filiera istituzionale – ha proseguito - che riporti Molfetta ad interloquire con le Istituzioni a tutti i livelli per poter risolvere un problema che è grave».

Ha, infine, auspicato che si reimposti il dibattito politico in termini di serietà, di sobrietà, di competenza, di conoscenza, di avere dialogo senza puntare il dito. Ascoltando, facendo sintesi ma soprattutto agendo.