Inchiesta sugli appalti: il consulente Colaianni nominato dalla Procura
Avrà l'incarico di estrarre la copia forense dai computer e dai cellulari sequestrati dalla Guardia di Finanza
sabato 7 novembre 2020
Un tecnico informatico, Raffaele Colaianni, di Bari, nominato come consulente dalla Procura della Repubblica di Trani per estrarre la copia forense dai documenti e dai file contenuti nei cellulari, nei pc, nelle pen drive e negli hard disk sequestrati agli indagati nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti truccati a Molfetta.
È la prima mossa per verificare se siano fondati i capi d'accusa, mossi a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, di corruzione, peculato e turbata libertà degli incanti, da parte dei pubblici ministeri tranesi Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello: il consulente, in un accertamento tecnico irripetibile, acquisirà la documentazione contenuta nei dispositivi informatici sequestrati con la generazione di una copia del dispositivo di memoria (cosiddetta copia forense).
23 gli indagati. Il nome di spicco è quello del primo cittadino, Tommaso Minervini, iscritto nel registro degli indagati per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. A lui vengono contestate, in particolare, tre ipotesi di turbativa d'asta: la prima ipotesi di reato riguarda i lavori di riqualificazione di piazza Moro, la seconda i lavori di messa in sicurezza delle ciminiere dell'ex cementificio de Gennaro e la terza il monitoraggio ambientale del nuovo porto commerciale.
Nel mirino, però, ci sono anche altri appalti. In tutti i casi, è l'ipotesi, il Comune di Molfetta avrebbe proceduto indebitamente ad affidamenti diretti senza compiere le gare. E per questo c'è un'inchiesta che vede indagate 23 persone, tra cui l'ormai ex assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputo, dimessosi ieri sera.
È la prima mossa per verificare se siano fondati i capi d'accusa, mossi a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, di corruzione, peculato e turbata libertà degli incanti, da parte dei pubblici ministeri tranesi Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello: il consulente, in un accertamento tecnico irripetibile, acquisirà la documentazione contenuta nei dispositivi informatici sequestrati con la generazione di una copia del dispositivo di memoria (cosiddetta copia forense).
23 gli indagati. Il nome di spicco è quello del primo cittadino, Tommaso Minervini, iscritto nel registro degli indagati per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. A lui vengono contestate, in particolare, tre ipotesi di turbativa d'asta: la prima ipotesi di reato riguarda i lavori di riqualificazione di piazza Moro, la seconda i lavori di messa in sicurezza delle ciminiere dell'ex cementificio de Gennaro e la terza il monitoraggio ambientale del nuovo porto commerciale.
Nel mirino, però, ci sono anche altri appalti. In tutti i casi, è l'ipotesi, il Comune di Molfetta avrebbe proceduto indebitamente ad affidamenti diretti senza compiere le gare. E per questo c'è un'inchiesta che vede indagate 23 persone, tra cui l'ormai ex assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputo, dimessosi ieri sera.