Incendio in via Maranta: il piromane condannato a 1 anno e 6 mesi
Il rogo fu appiccato il 4 novembre 2020. L'imputato, il 49enne Paolo Lomuscio, si trova nel carcere di Trani
sabato 5 marzo 2022
È accusato di avere appiccato il fuoco all'interno di un'area privata di via Maranta, a Molfetta, e di avere causato un incendio, utilizzando del liquido infiammabile, che distrusse una Smart Fortwo e si propagò ad una Jeep Cherokee, ma non si estese oltremodo per l'intervento dei Vigili del Fuoco del locale Distaccamento.
Era la notte del 4 novembre 2020. Adesso il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, ha condannato il presunto piromane alla pena di 1 anno e 6 mesi di reclusione. L'imputato, il 49enne molfettese Paolo Lomuscio, fu arrestato il 21 dicembre 2020 al termine di indagini che hanno impegnato i Carabinieri della locale Compagnia, diretti dalla Procura della Repubblica di Trani, in numerosi servizi di osservazione, pedinamento notturno e appiattamenti.
Fondamentale è stata l'analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, unita alle attività di riscontro in città. Erano mesi ormai che i Carabinieri erano al lavoro per arginare il fenomeno degli incendi delle auto, all'epoca in preoccupante ascesa, nel centro urbano di Molfetta. Episodi che avevano suscitato non poche preoccupazioni nella comunità cittadina e di conseguenza nei loro alti rappresentanti istituzionali, in primis il primo cittadino Tommaso Minervini.
E proprio il sindaco aveva depositato in Procura un dossier elencando 332 episodi di auto incendiate in città negli ultimi 10 anni. Il 49enne è difeso dall'avvocato Giangregorio Depascalis: riconosciuto colpevole in primo grado del reato di danneggiamento seguito da incendio, si trova ora recluso nel penitenziario di Trani.
Era la notte del 4 novembre 2020. Adesso il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, ha condannato il presunto piromane alla pena di 1 anno e 6 mesi di reclusione. L'imputato, il 49enne molfettese Paolo Lomuscio, fu arrestato il 21 dicembre 2020 al termine di indagini che hanno impegnato i Carabinieri della locale Compagnia, diretti dalla Procura della Repubblica di Trani, in numerosi servizi di osservazione, pedinamento notturno e appiattamenti.
Fondamentale è stata l'analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, unita alle attività di riscontro in città. Erano mesi ormai che i Carabinieri erano al lavoro per arginare il fenomeno degli incendi delle auto, all'epoca in preoccupante ascesa, nel centro urbano di Molfetta. Episodi che avevano suscitato non poche preoccupazioni nella comunità cittadina e di conseguenza nei loro alti rappresentanti istituzionali, in primis il primo cittadino Tommaso Minervini.
E proprio il sindaco aveva depositato in Procura un dossier elencando 332 episodi di auto incendiate in città negli ultimi 10 anni. Il 49enne è difeso dall'avvocato Giangregorio Depascalis: riconosciuto colpevole in primo grado del reato di danneggiamento seguito da incendio, si trova ora recluso nel penitenziario di Trani.