Incendi d'auto, una catena senza fine: altre due in fiamme

Il rogo s'è sviluppato in via dei Funai, nella zona industriale. Il Liberatorio: «Siamo a quota 30 auto incendiate nel 2020»

martedì 3 novembre 2020 13.56
A cura di Nicola Miccione
Non si ferma la scia di fuoco a Molfetta. Appena quattro ore dopo l'incendio che ha danneggiato la parte posteriore di una Citroen C3 in via San Giovanni Bosco, i Vigili del Fuoco hanno dovuto affrontare un'altra emergenza stavolta lontano dal centro abitato, in via dei Funai, nella vasta zona industriale.

Qui, nel piazzale antistante la sede della Multiservizi, dove sostano camper e auto di alcune famiglie di giostrai, l'ennesimo incendio notturno di dubbia origine ha devastato altre due auto. Era l'01.05 quando è giunta al 115 la richiesta d'aiuto: le fiamme avevano aggredito una Citroen e una Mercedes posteggiate una vicino all'altra. Una squadra giunta dal Distaccamento di Molfetta ha provveduto a spegnere l'ennesimo rogo, evitando che potesse propagarsi pericolosamente.

Sul posto, per le indagini, sono giunti i Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile. Bocche cucite sulle cause, ma si tratta di un rogo sospetto. Spento completamente l'incendio, gli inquirenti hanno eseguito il canonico sopralluogo per capire la dinamica, ma non hanno ritrovato segni tangibili di un atto doloso. Le indagini sono state comunque avviate dai militari della locale Compagnia per stabilire la dinamica della devastazione incendiaria, la seconda in meno di quattro ore.

«Intanto siamo a 30 auto incendiate solo in quest'anno - tuona il Liberatorio Politico sul proprio blog -. Ancora non sappiamo se si tratta di un incendio doloso o sviluppato da un cortocircuito, ma quest'ultima ipotesi negli ultimi mesi non sembra essere più credibile a Molfetta. Bisognerebbe cominciare a ragionare su tutti gli incendi e su quanti sono stati appiccati per depistare le indagini. E sarebbe interessante conoscere la storia dei proprietari delle auto incendiate».

Il movimento di Matteo d'Ingeo si dice stufo di «ragionare sulla conta mensile del numero degli incendi, dobbiamo cominciare a guardare oltre. Sicuramente tra le vittime di questi atti criminali c'è gente completamente fuori da qualsiasi ipotesi criminale di ritorno, ma non sempre è così» ed esprime la propria solidarietà nei confronti di «tutti quei cittadini e famiglie di Molfetta a cui è stato sottratto un bene prezioso, la propria auto, specialmente in questo periodo di crisi».

«L'informazione corretta dovrebbe esserci sempre dalle istituzioni, invece si tende a minimizzare. Quando questa emergenza finirà - termina il Liberatorio Politico - dobbiamo occuparci della città e i temi della criminalità, sicurezza sociale e della legalità dovranno essere le priorità sulle agende politiche».