Inaugurata la Scuola di formazione in amministrazione pubblica

Si parte con la Costituzione e le autonomie locali

lunedì 29 ottobre 2018 9.05
A cura di Rosanna Buzzerio
E' stata ufficialmente inaugurata sabato la Scuola di formazione in amministrazione pubblica, organizzata dal Movimento culturale "Agorà", con la collaborazione dell'Associazione "ex allievi di don Bosco" e il Centro culturale "Il salotto", con un incontro sulla legge fondamentale dello Stato: la Costituzione.

Inoltre, nel corso della serata è stato approfondito anche il tema delle autonomie locali, con l'autorevole partecipazione del Consigliere della corte d'appello, Valentino Lenoci, e della dirigente EE.LL, Caterina Navach.

«La "Scuola"», come ha spiegato il suo promotore Mimmo Corrieri, «si prefigge l'obiettivo di fornire ai corsisti strumenti che possano permettergli di diventare cittadini attivi». Infatti, puntualizza subito, che «la "Scuola" è libera e non è assoggettata ad alcuno. La frequentazione del corso, della durata di 60 ore, sarà gratuita e si terrà ogni giovedì dalle ore 19 alle ore 21».

Iniziativa valutata positivamente anche dal vicesindaco, Sara Allegretta, perché «in questo momento storico bisogna ripristinare una sorta di educazione verso le istituzioni, che si è andata perdendo in questi anni». Ed ha ricordato quanto fondamentali per la crescita dei ragazzi sono state le due ore di educazione civica, perché permetteva di incominciare a capire come era costituito il nostro Stato, le leggi fondamentali.

Concordi i relatori a ritenere che nonostante i suoi 70 anni la nostra Costituzione rimane ancora attraente ed attuale.

Infatti, è proprio il dott. Lenoci a puntualizzare che «ci sono ancora una serie di norme che necessitano di attuazione». E difende a spada tratta le norme fondamentali dello Stato, spiega anche perché a suo avviso non andrebbe modificata, anzi aggiunge che anche i punti modificati dovrebbero ritornare all'origine. La nostra Costituzione si pone al di sopra delle altre leggi ordinarie, ed inoltre, garantisce l'effettiva separazione dei poteri.

Per quello che concerne il sistema elettorale Lenoci tornerebbe al proporzionale perché a suo avviso «è inaccettabile che i cittadini non possano scegliere i propri rappresentanti politici, ma si vota per liste bloccate, dove il parlamentare si sente vincolato al partito quindi difficilmente sfiducia l'operato del Governo. Per questo il parlamentare deve essere espressione del cittadino».

Altro punto importante toccato da Lenoci nel corso del suo intervento è il ruolo della Magistratura totalmente indipendente, infatti «il Consiglio superiore della Magistratura ci viene invidiato dagli altri stati europei, tanto è vero che le giovani repubbliche come la Romania o la Bulgaria lo hanno inserito nella loro carta costituzionale. In questa ottica, ha concluso Lenoci, la Costituzione italiana è all'avanguardia rispetto agli altri Stati».
Alla dottoressa Navach il compito di guidare i presenti nelle modifiche dell'articolo V della Costituzione, quello che regola Stato e Regioni, modificato nel 2001, ed è stata per la dirigente «l'unica vera riforma della Costituzione».

Ma fa rilevare che già nell'articolo 5 della Costituzione si dice: «la Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali. In queste poche parole ci sono i principi fondamentali l'unità dello Stato sotto il profilo territoriale, l'indivisibilità della Repubblica e il riconoscimento delle autonomie locali, che non vengono create dallo Stato, ma riconosce che ci sono».

Per la Navach la riforma dell'articolo V «è una vera e propria rivoluzione copernicana». E' quella riforma che porta al federalismo fiscale e all'elezione diretta del sindaco, che diventa anche ufficiale di governo per il suo territorio.

«In questo modo il legislatore ha dato importanza al territorio riportando- ha detto ancora la dirigente- il Comune al centro, vicino ai cittadini, riconoscendogli funzioni importanti».

Cambia con questa riforma anche il ruolo delle Regioni e delle Province, queste ultime poi abolite ma le cui funzioni non sono ancora state trasferite ad altri Enti come per esempio la manutenzione delle strade e delle scuole, giusto per citare quelle più vicine ai cittadini.

Per quello che concerne le Regioni viene delegato loro di legiferare in maniera autonoma rispetto ad alcune materie. Decentramento che è continuato con il federalismo fiscale, che «permette ai cittadini di avere il controllo delle politiche di bilancio del singolo Ente», ha concluso la dirigente.

Un incontro che ha permesso ai presenti di riallacciare le fila della nascita della nostra Repubblica, ricordando che la Costituzione rimane ancora un faro per i Governi, che ci sono stati, ci sono e ci saranno.