In trasferta da Molfetta a Terni per rubare gioielli: arrestati in quattro
La Squadra Mobile ha fermato un 53enne, un 29enne e due 20enni. Scattate anche diverse perquisizioni a tappeto
mercoledì 18 maggio 2022
12.44
Giorni concitati, quelli appena trascorsi, a Terni, in Umbria: in quattro - tutti residenti a Molfetta (un 53enne, un 29enne e due 20enni) - sono stati arrestati per un furto in appartamento e la ricettazione della refurtiva e condotti in carcere. I due 20enni, dopo l'udienza di convalida, sono stati trasferiti agli arresti domiciliari.
L'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Terni, Barbara Di Giovannantonio, è stata eseguita dalla Polizia di Stato, che proprio in queste ore - con i detective della Questura di Terni - stava indagando a ritmo serrato per far luce su un caso predatorio che si è consumato l'11 maggio scorso in un appartamento del centro: i poliziotti sono andati avanti nell'inchiesta fin quando non sono riusciti ad attribuire il furto ai quattro banditi.
Secondo le indagini della Squadra Mobile, coordinate dal dirigente Davide Caldarozzi e dal sostituto procuratore Camilla Coraggio, uno dei due 20enni molfettesi sarebbe riuscito ad entrare nell'abitazione di una coppia di ultra80enni del posto «fingendosi un idraulico che doveva controllare l'impianto a causa di una perdita nell'abitazione sottostante». Un modus operandi, evidentemente collaudato, che ha permesso ad un complice di entrare senza dover forzare la porta d'ingresso.
Una volta all'interno, infatti, il malvivente si è impossessato di tre mazzi di chiavi e di vari gioielli per un valore di circa 10mila euro. Tutta refurtiva, rinvenuta dagli agenti nel deposito bagagli dell'albergo dove i quattro avevano alloggiato, che è però tornata ai legittimi proprietari. I quattro (il 53enne e uno dei due 20enni sono padre e figlio, nda) sono finiti nel carcere di Vocabolo Sabbione, al culmine di una delicata indagine condotta dalla Squadra Mobile e coperta da assoluto riserbo.
Tutti rispondono, in concorso tra di loro, di furto in appartamento e di ricettazione (il bottino del colpo era composto prevalentemente da gioielli, oggetti che non è complicato riuscire a piazzare, nda) con l'aggravante del fatto commesso con mezzo fraudolento e del fatto commesso da tre o più persone. Due di loro - i due 20enni, entrambi assistiti dall'avvocato Maurizio Masellis - al termine dell'udienza di convalida sono stati trasferiti ai domiciliari, mentre proseguono le indagini.
Gli investigatori, infatti, non escludono la possibilità che i quattro (due detenuti a Terni, altrettanti ristretti a Molfetta) possano essere i responsabili anche di altre razzie che, in passato, hanno destato particolare allarme sociale. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero anche le analogie con altri furti messi a segno di recente.
L'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Terni, Barbara Di Giovannantonio, è stata eseguita dalla Polizia di Stato, che proprio in queste ore - con i detective della Questura di Terni - stava indagando a ritmo serrato per far luce su un caso predatorio che si è consumato l'11 maggio scorso in un appartamento del centro: i poliziotti sono andati avanti nell'inchiesta fin quando non sono riusciti ad attribuire il furto ai quattro banditi.
Secondo le indagini della Squadra Mobile, coordinate dal dirigente Davide Caldarozzi e dal sostituto procuratore Camilla Coraggio, uno dei due 20enni molfettesi sarebbe riuscito ad entrare nell'abitazione di una coppia di ultra80enni del posto «fingendosi un idraulico che doveva controllare l'impianto a causa di una perdita nell'abitazione sottostante». Un modus operandi, evidentemente collaudato, che ha permesso ad un complice di entrare senza dover forzare la porta d'ingresso.
Una volta all'interno, infatti, il malvivente si è impossessato di tre mazzi di chiavi e di vari gioielli per un valore di circa 10mila euro. Tutta refurtiva, rinvenuta dagli agenti nel deposito bagagli dell'albergo dove i quattro avevano alloggiato, che è però tornata ai legittimi proprietari. I quattro (il 53enne e uno dei due 20enni sono padre e figlio, nda) sono finiti nel carcere di Vocabolo Sabbione, al culmine di una delicata indagine condotta dalla Squadra Mobile e coperta da assoluto riserbo.
Tutti rispondono, in concorso tra di loro, di furto in appartamento e di ricettazione (il bottino del colpo era composto prevalentemente da gioielli, oggetti che non è complicato riuscire a piazzare, nda) con l'aggravante del fatto commesso con mezzo fraudolento e del fatto commesso da tre o più persone. Due di loro - i due 20enni, entrambi assistiti dall'avvocato Maurizio Masellis - al termine dell'udienza di convalida sono stati trasferiti ai domiciliari, mentre proseguono le indagini.
Gli investigatori, infatti, non escludono la possibilità che i quattro (due detenuti a Terni, altrettanti ristretti a Molfetta) possano essere i responsabili anche di altre razzie che, in passato, hanno destato particolare allarme sociale. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero anche le analogie con altri furti messi a segno di recente.