Impugnata la neo modifica allo Statuto comunale per le deleghe ai privati?
L'annuncio di Gianni Porta: «Ricorreremo in ogni sede possibile»
martedì 18 giugno 2019
15.34
«Così è stata lanciata la volata verso le elezioni regionali dell'anno prossimo. Nell'ultimo consiglio comunale è stata annunciata la creazione del gruppo consigliare Noi (Nuove Officine delle Idee) costituito da 10 consiglieri comunali delle liste civiche a sostegno della candidatura di Saverio Tammacco a consigliere regionale.
Con quale candidato presidente? Emiliano o altri?
Con quale coalizione? Centrosinistra, centrodestra?
Con quale lista? Lista di partito o lista civica regionale?
Che domande inutili, che domande idoelogiche, che domande vecchie... che volete che sia... l'importante è l'obiettivo dell'elezione, "Franza o Spagna, purché se magna" recitava l'antico adagio».
Inizia così la lunga riflessione di Gianni Porta, consigliere comunale eletto nelle fila di Rifondazione comunista - Compagni di strada, a proposito degli avvenimenti dell'ultima assise cittadina.
«E il resto della maggioranza? Il Partito democratico con 3 consiglieri a reggere servizievolmente il moccolo in Consiglio comunale e la lista civica "Molfetta in più" (la lista del sindaco) a resistere con gli ultimi 2 consiglieri "mohicani".
E il sindaco Minervini? Ormai è commissariato dall'altro "uomo del fare" – Saverio Tammacco, regista e cuoco indiscusso del "ciambotto" molfettese – nonostante ripeta ogni tanto il mantra "Sono io il capo dell'amministrazione, sono io il capo dell'amministrazione" anche se ormai in pochi ci credono.
Fin qui niente di scandaloso, è solo una legittima manovra politica per concentrare voti e garantirsi un posto in consiglio regionale».
«La cosa grave è invece la forzatura delle regole e dello Statuto comunale per evitare di affrontare i nodi politici di questa amministrazione e allargare ancora di più l'area dell'appoggio elettorale. Un po' come detto dal super-capogruppo di Noi, Pasquale Mancini, con questa modifica dello Statuto scatta la fase 2. Tanto è vero che hanno votato a favore anche due consiglieri di Forza Italia che ormai da mesi hanno smesso di fare opposizione e fanno gli "occhi dolci" all'amministrazione comunale e al sindaco Minervini.
Cosa vogliamo dire quando parliamo di gravità?
Ci riferiamo alla proposta di modifica dell'art. 50 dello Statuto comunale per consentire al sindaco di attribuire, con proprio decreto e su base fiduciaria, delle deleghe ai consiglieri comunali e ai cittadini "per lo svolgimento di attività istruttorie connesse all'esercizio di funzioni amministrative", il tutto finalizzato "al coinvolgimento e alla partecipazione dei cittadini all'attività amministrativa".
Deleghe date dal sindaco ai delegati che dovranno rispondere solo e solamente al sindaco.
Che significa dare una delega su particolari materie ai consiglieri comunali?
1. I consiglieri perdono il loro status di controllori dell'amministrazione cioè del sindaco e della giunta e diventano "assessori di serie B".
2. I consiglieri anziché rendere conto al Consiglio comunale, ai colleghi consiglieri, alle commissioni consigliari, al presidente del Consiglio comunale, direttamente agli elettori, dovranno riferire al sindaco, perdendo di autonomia e di iniziativa.
3. Si aumenta il peso dell'esecutivo a danno dell'assemblea elettiva, aumentando surrettiziamente il numero degli assessori senza dover cambiare assessori e ridistribuire le deleghe perché non si vuole ammettere che si è sbagliata qualche nomina oppure perché il sindaco ha trattenuto per sé troppe deleghe.
4. Si mantengono gli assessori e si nominano altri consiglieri (tutti portatori di voti) nella prossima campagna elettorale.
Il tutto fregandosene senza vergogna degli equilibri e dei rapporti tra i vari organi e funzioni del Comune.
Ma lo sfregio istituzionalmente più pesante, commesso in nome della partecipazione, è quello di cambiare le regole dello Statuto per conferire una delega a un privato cittadino.
Che significa?
1. Che un privato cittadino potrà avere accesso ad atti e fascicoli comunali.
2. Una persona né eletta né dotata di competenze particolari potrà "tranquillamente" metterci del "suo" nell'attività amministrativa.
3. Ci sarà la possibilità di "commissariare" assessori, dirigenti e perché no anche funzionari che vanno tenuti d'occhio e coadiuvati nell'attuazione del programma amministrativo e che dovranno riferire direttamente al sindaco.
A chi dice che saranno nominati cittadini dotati di competenze nella materia in cui saranno delegati rispondiamo che quelli si chiamano consulenti e vanno individuati con procedure pubbliche e retribuiti secondo normativa esistente (senza bisogno di stracciare lo statuto comunale)», spiega l'ex candidato sindaco.
«A chi dice che così si favorisce la partecipazione del cittadino rispondiamo che il sindaco e l'amministrazione mentono, sapendo di mentire, poiché altri luoghi e istituti di partecipazione per i cittadini ad oggi dopo due anni non sono stati ancora insediati, ad es. il Forum della cultura.
La partecipazione non è qualcosa che passa attraverso la individuazione di un pugno di cittadini autorizzati a essere presenti e intervenire nell'attività di uffici e dipendenti comunali.
La partecipazione può svilupparsi attraverso forum, consulte, comitati, organismi opportunamente regolamentati nel rispetto dei ruoli e dei compiti dei vari organi.
I politici facciano i politici, i dipendenti facciano i dipendenti, e i cittadini facciano i cittadini. A questa distinzione molto liberale, per nulla rivoluzionaria, noi comunisti non intendiamo rinunciare nella nostra città solo perché qualcuno deve "coprirsi" di appoggi in questa nuova fase che porta alla campagna elettorale delle regionali.
Anche perché le modifiche statutarie rimangono e possono produrre effetti nefasti anche quando gli amministratori che le propongono sono andati a casa.
Per questo ricorreremo in ogni sede possibile per impugnare questa modifica dello Statuto comunale a tutela del corretto funzionamento del Comune di Molfetta», annuncia.
Con quale candidato presidente? Emiliano o altri?
Con quale coalizione? Centrosinistra, centrodestra?
Con quale lista? Lista di partito o lista civica regionale?
Che domande inutili, che domande idoelogiche, che domande vecchie... che volete che sia... l'importante è l'obiettivo dell'elezione, "Franza o Spagna, purché se magna" recitava l'antico adagio».
Inizia così la lunga riflessione di Gianni Porta, consigliere comunale eletto nelle fila di Rifondazione comunista - Compagni di strada, a proposito degli avvenimenti dell'ultima assise cittadina.
«E il resto della maggioranza? Il Partito democratico con 3 consiglieri a reggere servizievolmente il moccolo in Consiglio comunale e la lista civica "Molfetta in più" (la lista del sindaco) a resistere con gli ultimi 2 consiglieri "mohicani".
E il sindaco Minervini? Ormai è commissariato dall'altro "uomo del fare" – Saverio Tammacco, regista e cuoco indiscusso del "ciambotto" molfettese – nonostante ripeta ogni tanto il mantra "Sono io il capo dell'amministrazione, sono io il capo dell'amministrazione" anche se ormai in pochi ci credono.
Fin qui niente di scandaloso, è solo una legittima manovra politica per concentrare voti e garantirsi un posto in consiglio regionale».
«La cosa grave è invece la forzatura delle regole e dello Statuto comunale per evitare di affrontare i nodi politici di questa amministrazione e allargare ancora di più l'area dell'appoggio elettorale. Un po' come detto dal super-capogruppo di Noi, Pasquale Mancini, con questa modifica dello Statuto scatta la fase 2. Tanto è vero che hanno votato a favore anche due consiglieri di Forza Italia che ormai da mesi hanno smesso di fare opposizione e fanno gli "occhi dolci" all'amministrazione comunale e al sindaco Minervini.
Cosa vogliamo dire quando parliamo di gravità?
Ci riferiamo alla proposta di modifica dell'art. 50 dello Statuto comunale per consentire al sindaco di attribuire, con proprio decreto e su base fiduciaria, delle deleghe ai consiglieri comunali e ai cittadini "per lo svolgimento di attività istruttorie connesse all'esercizio di funzioni amministrative", il tutto finalizzato "al coinvolgimento e alla partecipazione dei cittadini all'attività amministrativa".
Deleghe date dal sindaco ai delegati che dovranno rispondere solo e solamente al sindaco.
Che significa dare una delega su particolari materie ai consiglieri comunali?
1. I consiglieri perdono il loro status di controllori dell'amministrazione cioè del sindaco e della giunta e diventano "assessori di serie B".
2. I consiglieri anziché rendere conto al Consiglio comunale, ai colleghi consiglieri, alle commissioni consigliari, al presidente del Consiglio comunale, direttamente agli elettori, dovranno riferire al sindaco, perdendo di autonomia e di iniziativa.
3. Si aumenta il peso dell'esecutivo a danno dell'assemblea elettiva, aumentando surrettiziamente il numero degli assessori senza dover cambiare assessori e ridistribuire le deleghe perché non si vuole ammettere che si è sbagliata qualche nomina oppure perché il sindaco ha trattenuto per sé troppe deleghe.
4. Si mantengono gli assessori e si nominano altri consiglieri (tutti portatori di voti) nella prossima campagna elettorale.
Il tutto fregandosene senza vergogna degli equilibri e dei rapporti tra i vari organi e funzioni del Comune.
Ma lo sfregio istituzionalmente più pesante, commesso in nome della partecipazione, è quello di cambiare le regole dello Statuto per conferire una delega a un privato cittadino.
Che significa?
1. Che un privato cittadino potrà avere accesso ad atti e fascicoli comunali.
2. Una persona né eletta né dotata di competenze particolari potrà "tranquillamente" metterci del "suo" nell'attività amministrativa.
3. Ci sarà la possibilità di "commissariare" assessori, dirigenti e perché no anche funzionari che vanno tenuti d'occhio e coadiuvati nell'attuazione del programma amministrativo e che dovranno riferire direttamente al sindaco.
A chi dice che saranno nominati cittadini dotati di competenze nella materia in cui saranno delegati rispondiamo che quelli si chiamano consulenti e vanno individuati con procedure pubbliche e retribuiti secondo normativa esistente (senza bisogno di stracciare lo statuto comunale)», spiega l'ex candidato sindaco.
«A chi dice che così si favorisce la partecipazione del cittadino rispondiamo che il sindaco e l'amministrazione mentono, sapendo di mentire, poiché altri luoghi e istituti di partecipazione per i cittadini ad oggi dopo due anni non sono stati ancora insediati, ad es. il Forum della cultura.
La partecipazione non è qualcosa che passa attraverso la individuazione di un pugno di cittadini autorizzati a essere presenti e intervenire nell'attività di uffici e dipendenti comunali.
La partecipazione può svilupparsi attraverso forum, consulte, comitati, organismi opportunamente regolamentati nel rispetto dei ruoli e dei compiti dei vari organi.
I politici facciano i politici, i dipendenti facciano i dipendenti, e i cittadini facciano i cittadini. A questa distinzione molto liberale, per nulla rivoluzionaria, noi comunisti non intendiamo rinunciare nella nostra città solo perché qualcuno deve "coprirsi" di appoggi in questa nuova fase che porta alla campagna elettorale delle regionali.
Anche perché le modifiche statutarie rimangono e possono produrre effetti nefasti anche quando gli amministratori che le propongono sono andati a casa.
Per questo ricorreremo in ogni sede possibile per impugnare questa modifica dello Statuto comunale a tutela del corretto funzionamento del Comune di Molfetta», annuncia.